Oggi e' il gran giorno

Tutta Taiwan si ferma per la sfida con gli Stati Uniti. E il vostro cronista entra nel tessuto sociale.

Lo chiarisco subito: la bella signorina di ieri in treno parlava solo cinese. Cosi, dopo un promettente approccio, sono caduto in un mutismo deluso. Ovvio che il mio unico interesse fosse culturale ed antropologico, cosa andate a pensare….

Giornata difficile, ieri qui a Taiwan. Si e' tenuta una massiccia manifestazione contro la disoccupazione, che e' uno dei mali che affliggono l'isola.
Me lo ha spiegato un mio compagno di viaggio, un cinese che ha studiato in America e che una volta tornato qui si e'arruolato nell'esercito perche' non trovava un altro lavoro.
Trai cartelli dei manifestanti, c'era un chiarissimo Dateci almeno I soldi per una ciotola di riso.
Oggi I giornali taiwanesi pubblicavano con una certa freddezza la notizia che la Cina Popolare e' entrata nel WTO dopo 15 anni di trattative. Non e' che corra buon sangue, con la ¡°Mainland China¡±, qui sull'isola.

Considerazioni dopo la sconfitta con la Repubblica Dominicana: che peccato.
Gli azzurri potevano farcela, perche' a livello tecnico hanno dimostrato di valere quanto laformazione di'pro' del Caribe. Dove noi caschiamo, e' nell'attitudine. Il pur ottimo Mazzanti resta con la mazza in spalla su una curva in mezzo al piatto con corridori in prima e terza e nessun eliminato. Li' bastava giocare aggressivo, mettere la palla in gioco e saremmo entrati nell'ottavo inning in pareggio.
E' su queste cose che ci rifiutiamo di crescere, ormai da anni, perche' ci rifiutiamo di rinunciare ad essere “Re all'Inferno” per diventare “Servi in Paradiso”. Fuor di metafora, lo so anche io che un innalzamento di livello potrebbe far perdere tante posizioni “di potere”. E allora? Non lavoriamo forse tutti per il movimento e il suo sviluppo? Sono un illuso, eh? Cosa volete farci, l'anima romantica e' sempre stata un mio difetto.

Una cosa che mi fa specie e' che, a parte il gruppo azzurro, sono l'unico Italiano a Taiwan. Nessuna societa' che abbia mandato tecnici in aggiornamento o scout. Giusto, perche' qui si gioca solo il Mondiale, cosa volete che sia. Ad esempio, se gli stranieri per la prossima stagione non si possono trovare qui, dove bisogna andarli a cercare, alla “Montagnola” a Bologna?
Ma io scordo sempre che noi siamo quelli che fanno il campionato a 2 partite Perche' cosi' risparmiamo i 50 milioni dell' ingaggio di 2 lanciatori e ce ne vantiamo anche.
Seguire una competizione di questo livello sarebbe utile per capire cosa manca spesso ai nostri giocatori. Perche' i professionisti non fanno mica niente di speciale. Nel senso, non e' che tutti i lanciatori sparino bombe a 95 miglia all'ora e tutti I battitori la mandino a 140 metri da casa base. Pero' tutti i lanciatori tirano strike e tutti i battitori girano la mazza quando devono e tutti gli esterni hanno un buon braccio e tutti gli interni fanno la routine e tutti i catcher arrivano in seconda. E nessuno dice “Eh, ma per essere in Italia va bene cosi'”.
Il baseball italiano si deve liberare dal complesso “Di Gulliver”. Non siamo dei nani, siamo solo piccoli. E possiamo crescere.
Come? Dando ai nostri migliori la possibilita¡¯di diventare giocatori veri. Ovvero, mandandoli in America a 17-18 anni e non tenendoli a giocare in 'B' o in 'A2' per vincere 3 partite in piu' all'anno o la 'Coppa delNonno'.
Ne riparleremo.

Durante una delle varie sedute di consulenza sentimentale via 'sms', il mio amico mi ha confidato “Sai, lei per me non e' solo una cotta”.
Ci mancherebbe altro, benedetto te! Con tutto quello che mi stai facendo spendere, se quando torno salta fuori che era una semplice infatuazione ti emetto regolare fattura, io!
Altra considerazione: ho sempre avuto la convinzione che quando il numero che identifica le decine della nostra eta¡¯ fosse diventato '3', i problemi di cuore li avremmo percepiti come una faccenda sfumata, quasi un bel ricordo dei tempi andati.
Convinzione sbagliata.
A questo punto, temo che con certe storie si vada avanti fino alla tomba. O forse saranno certe storie, a portarci nella tomba…

Chia-Yi e' la citta' piu¡¯interessante che ho visto fino ad ora, anche se pare non sia provvista di alberghi. L'ultima partita di qualificazione l'Italia la gioca a Chia-Yi, che e' sulla strada per Taipei, dove si giocheranno le finali. Mi sembrava una buona idea dormire li' nel dopo partita.
Mi risparmiavo l'ora di treno per tornare a Kaohsiung e avevo l'opportunita' di dare un'occhiata alla vita notturna locale, che e' assolutamente brulicante. Ma mi e' stato detto che e' un'idea impraticabile.
In compenso a Chia-Yi mi sono avventurato nel cibo locale. Dopo diversi passaggi, mi sono fermato ad una bancarella ed ho acquistato dei…non so cosa sono, per la verita'. Ad occhio, tipo 'voeul au vent', che vengono cotti a vapore e poi sistemati su piastre (i cinesi amano fare tutto piu¡¯che bollente). L¡¯ambulante che me li ha venduti era talmente stupito della mia volonta' di comprarli, che me ne ha regalato uno.
Beh, vi confessero' che, vinta la diffidenza, erano pure buoni.
D'altra parte mi ero stufato di praticare la Strategia del Cammello, una pratica appresa durante le giovanili trasferte europee al seguito del Parma Calcio.
Si viaggiava in giornata, senza rimborso, cosi' con il collega e amico Gabriele Majo tendevamo a mangiare piu' che potevamo ogni volta che ce ne davano. Accumulando, appunto. E funzionava.
Un po' quel che ho fatto a colazione i primi 2 giorni qui a Kaohsiung. Ma ormai mi sto adattando. La notte dormo normalmente e sto iniziando a prendere consapevolezza del fatto che, ad esempio, oggi e' domenica. Il fuso orario, insomma, non e' piu' un problema.

Tra mezz'ora l'Italia affronta la Francia e guai a voi azzurri, se non vincete.
L'evento del giorno e' pero' la sfida tra Taiwan e Stati Uniti in programma questa sera. Alle 10 c'era gia' gente in coda fuori dallo stadio per un biglietto. E da Taipei arriva nientemeno che il Capo di Stato a fare il tifo per la sua nazionale. Sara' un gran giorno.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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