Gli Indians vincono ancora ad Oakland

La cronaca della sfida. Thome: “Stiamo andando alla grande”



Da quando hanno lasciato lo stadio che, non a caso, tutti chiamavano L’errore sul lago per spostarsi a ‘Jacob Field’ (1995), gli Indians di Cleveland sono sempre arrivati alla ‘post season’. Nel 1997 hanno anche sfiorato il successo nelle ‘World Series’ contro i Marlins.

Questa notte ero ad Oakland per seguire la quarta gara della serie tra gli Indians e gli A’S. Dopo aver vinto 2 delle prime 3 partite, gli Indians affrontavano con l’eroe locale C.C. Sabathia (13-4, 4.33 pgl) il partente di Oakland Mark Mulder (15-6, 3.33).
Prima della gara sono entrata nello spogliatoio degli Indians. Il mio scopo era parlare con il loro prima base Jim Thome.
Visto che la gara della sera prima era durata più di 4 ore, l’autobus della squadra era in ritardo.
Dopo 10 minuti i giocatori, tutti vestiti con splendidi completi di sartoria, hanno iniziato ad arrivare. Molta gente guadagna in un mese meno del costo di questi vestiti. I ragazzi sono decisamente eleganti, comunque…
Comunque, stavo dando un’occhiata ai miei appunti davanti alla porta della cucina quando qualcuno mi si è fermato dietro le spalle e ha emesso un sonoro ‘rutto’. Impressionante, come rumore. E anche come maleducazione.
Ho individuato il ‘colpevole’, che mi ha superato e si è seduto a tavola per fare colazione. Avrei dovuto immaginarlo: era nientemeno che John Rocker. Sì, lo stesso John Rocker di quella famosa intervista pubblicata da ‘Sports Illustrated’. Evidentemente, ce l’ha ancora con i giornalisti. Soprattutto se sono donne. L’ho buttata sul ridere….

A quel punto Jim Thome era a mia disposizione. E’ il prototipo del giocatore ‘vecchia scuola’. I suoi intensi occhi verdi erano molto animati mentre mi parlava della sua passione, il baseball: Ho iniziato a giocare a 5 o 6 anni nella Little League e ho fatto tutta la trafila. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto farlo di mestiere, ma è difficile capire se si è bravi abbastanza, da ragazzi. Al College, quando ho visto che gli scout erano interessati a me, ho iniziato a prendere le cose seriamente. Giocare a baseball è un sogno, ma per diventare professionisti bisogna rinunciare ad un sacco di cose. Ad esempio, passare l’estate con gli amici. Certo, anche giocare a baseball è divertente.
Come giudichi questa stagione degli Indians? I Twins vi erano davanti, fino a poche giornate fa…Stiamo andando alla grande. Abbiamo avuto alti e bassi, ma la squadra ha saputo superarli. Abbiamo imparato a farlo assieme, come gruppo. Abbiamo avuto anche problemi di infortuni a giocatori chiave e va detto che la panchina ha riempito benissimo i buchi.
Che differenza c’è tra Charlie Manuel e Mike Hargrove, come manager? Charlie era il mio coach di battuta e adesso è il mio manager. E’ molto preparato e ha una grande passione per questo sport.
Jim, come sei arrivato in Grande Lega? Se si lavora abbastanza, è possibile riuscirci. Un giocatore deve essere conscio della sua forza e dei suoi punti deboli, ma di questi non deve fare una malattia. Mio padre mi ha aiutato molto e anche mia madre, che mi portava alle partite e agli allenamenti, quando non potevo ancora farlo da solo.
Mentre parla, Jim enfatizza le sue parole con i movimenti del corpo. Deve amare molto questo gioco!
Gli ho chiesto cosa preferisce, del baseball. Con una risata, ha risposto: Il fatto che un giorno puoi sembrare un coniglio e il giorno dopo un eroe. Nel baseball non puoi mai ritenerti troppo in altro o troppo in basso. Le cose vanno viste con semplicità. Ogni giocatore, poi, dovrebbe avere una vita fuori dal campo, qualche hobby, e un buon supporto famigliare .

Come sapete, mercoledì notte Thome ha vinto la partita con il suo fuoricampo numero 43. Ieri notte è andato a 1 su 5 con un singolo ed è finito al piatto 2 volte. Quest’anno batte a 302, con 107 punti battuti a casa.
I suoi Indians, comunque, hanno vinto 9-7. Il loro attacco ha segnato 8 punti in nemmeno 4 ripreswe a Mulder. Non molto meglio è andato Sabathia, che ha subito 5 punti in 2.2 inning. La vittoria infatti è andata a Charles Nagy, che ha lanciato 2.1 concedendo solo un punto.
Bob Wickmanè entrato al nono e ha portato a casa la salvezza numero 23 dell’anno.

traduzione di Riccardo Schiroli

Informazioni su claire 65 Articoli
Claire Matthew è nata e cresciuta nella 'Marin County', poche miglia a nord di S. Francisco.Da bambina ha osservato a 'Candlestick Park' i vari Willie Mays, Willie Mc Covey e Juan Marishal esibirsi con la maglia dei San Francisco Giants. Così, dalla più tenera età, si è innamorata del baseball e ha iniziato a scambiare figurine con i suoi fratelli Chris e Paul.Successivamente il baseball è diventato una professione. Per 5 anni ha lavorato proprio per i Giants come 'coordinatrice degli eventi promozionali' presso l'ufficio 'vendita biglietti'.Il suo secondo amore sono le gare automobilistiche. Claire è stata coinvolta in competizioni di ogni livello, lavorando per diverse 'scuderie' come addetta alle pubbliche relazioni e alle sponsorizzazioni.Oggi è una libera professionista nel settore delle pubbliche relazioni. Il suo ufficio è a Greenbrae, nella California del nord. E' specializzata nell'organizzare eventi per la raccolta di fondi e nell'ottenere spazi sui media per le organizzazioni coinvolte negli eventi.E' la madre 'single' di Alison (20 anni) e Rhianna (19).

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