Baseball e sponsor

Le società italiane in un contesto sempre più competitivo

Per gli sport di squadra minori, che hanno incassi molto ridotti o nulli dalla vendita di biglietti, diritti radiofonici e televisivi, merchandising e quant’altro crei reddito per le grandi squadre professionistiche, la voce di entrata di gran lunga più importante è quella da sponsorizzazioni.
nLe motivazioni che spingono un’azienda a sottoscrivere un abbinamento con una società, ovvero a collocare il proprio marchio sulle divise e dare il proprio nome alla squadra, sono essenzialmente tre:n

    n
  1. rapporti di conoscenza/amicizia con la dirigenzan

  2. scarico fiscalen
  3. utilizzo dell’abbinamento come elemento di marketing mix (sponsoring)n
nOvviamente, dal punto di vista che trattiamo in queste righe, l’aspetto interessante è il terzo, ma, come abbiamo già sottolineato, nell’attuale situazione del baseball italiano, lo scopo primario delle società è potersi iscrivere al campionato successivo.
nIn queste condizioni di costante emergenza, non staremo a sottilizzare sulle pulsioni che spingono i partner a firmare gli assegni, non va però dimenticato che stiamo parlando di un mercato estremamente competitivo nel quale migliaia di altre società sportive, dalla bocciofila all’equipaggio di rafting himalaiano, di istituzioni culturali, di associazioni benefiche, fanno arrivare quotidianamente alle aziende altrettante richieste di finanziamento, tutte simili e motivate.nOggi anche le squadre di serie A di calcio, oltre alle dispendiose opportunità dei principali interventi di sponsorizzazione, presentano formule di partnership a basso costo per le piccole realtà locali.
nEcco che quindi, fatte salve le sensibilità personali che portano a sostenere una causa benefica (ma si tratta in questo caso di donazioni e non di sponsorizzazione), i motivi fiscali (campo in cui lo sport è oggi molto penalizzato) e a parità di confidenza fra uomini dell’impresa e dirigenti sportivi, ciò che rimane, come discriminante per l’assegnazione dei fondi è il valore comunicazionale della sponsorizzazione.
nIn pubblicità uno dei valori essenziali per determinare il rendimento di un intervento è il costo contatto: si calcola cioè quanto è costato far giungere il messaggio al singolo potenziale consumatore, e più basso risulta il costo contatto, migliore si rivela l’investimento. Un altro parametro quantitativo, ad esempio, è la penetrazione della riconoscibilità del marchio presso il target di riferimento, rilevabile tramite appositi sondaggi. Sempre tramite sondaggio si possono determinare gli aspetti qualitativi di una campagna di comunicazione, scoprendo quali reazioni logiche, sentimentali e istintive ha il pubblico nei confronti del marchio.nLo sponsoring aggiunge ulteriori parametri specifici, come ad esempio la simpatia sul territorio per l’azienda che aiuta la squadra del cuore o il collegamento passionale al marchio che compare sulle divise in una stagione particolarmente vincente.
nPossiamo genericamente indicare l’insieme dei valori relativi a un abbinamento con il termine visibilità.
nLa visibilità garantita allo sponsor dal baseball italiano è oggi, purtroppo, bassissima.
nA livello nazionale la presenza sui media è ridottissima: la TV è limitata a una sintesi settimanale su RAI SPORT SATELLITE, emittente specialistica della quale non si conoscono dati di ascolto; i quotidiani generalisti riportano MOLTO saltuariamente i risultati quando non sanno proprio come riempire la rubrichetta brevissime; i quotidiani sportivi, e ci mancherebbe, fanno qualcosa in più, soprattutto la Gazzetta, visto che Corriere dello Sport/Stadio dà il massimo a livello locale.
nSul locale, in genere, il baseball ottiene maggiore attenzione, ma gli spazi sono andati restringendosi nel corso degli anni, anche se permangono isole felici come Rimini e Grosseto per quanto riguarda la stampa.
nMi risulta che solo due squadre di serie A (Italeri e Papalini) siano seguite con radiocronache dirette.
nAnche la conoscenza interna fra gli adepti è molto limitata: sarebbe interessante, in occasione di una partita, sottoporre al pubblico un questionario nel quale indicare il settore merceologico degli sponsor delle squadre di serie A. Se ne vedrebbero delle belle!
nQuesto in un contesto in cui altri sport (cito basket e volley, perché sono i migliori che bisogna emulare, poco interessa se pallamano o hockey su prato hanno i nostri stessi problemi) hanno da tempo istituito servizi specifici di comunicazione nei confronti di pubblico e mass media volti proprio alla massima valorizzazione degli investimenti delle aziende che li sostengono.
nLa strada è tracciata, non è facile, ma sta portando altrove dei risultati: ritengo sia il momento di imboccarla anche per il baseball italiano.n
Informazioni su Marco Landi 136 Articoli
Nato a Bologna nel 1965, è sposato con Barbara e papà di Riccardo (31/12/96, batte destro e tira mancino) e lavora da sempre nell'ambito della comunicazione.Dal 1993 al 2004 alla Master Key Bologna, agenzia di consulenza in comunicazione, con competenze specifiche inerenti l'area below-the-line, sponsoring e sales promotion in particolare, e i servizi per l'ufficio stampa.Nel 1991-92 è Coordinatore responsabile della Lega Baseball Serie A, di cui gestisce l'attivita di back office e di comunicazione.Dal 1988 al 1991 è Responsabile marketing e comunicazione della Fortitudo Baseball è stato membro del C.O.L. Bologna per i Mondiali di Baseball Italia '88.In questi anni svolge il lavoro di coordinamento nella redazione dei periodici Fuoricampo e Baseball Magazine.Nel 2002 rientra in Fortitudo e dal 2004 è marketing professional per la Federazione Italiana Baseball Softball. Lettore onnivoro, predilige tematiche di aggiornamento per la propria professionalita, ama il fantasy e colleziona fumetti.Ascolta hard rock in tutte le sue forme.Tenta disperatamente, con il poco tempo a disposizione, di abbassare il suo handicap di golfista, ma questa e un'altra storia...

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