Bologna impatta la serie scudetto

Una splendida prestazione di Brolo Gouvea consente alla Fortitudo di tornare in parità. E San Marino perde un altro lanciatore

Renato Ferrini
Brolo Gouvea autentico dominatore di garaquattro sul monte Fortitudo
© Renato Ferrini

Ufficiale. Il fattore campo nel baseball conta zero e la finale scudetto 2020 non fa eccezione. Quattro partite e quattro vittorie di chi viaggia. A 24 ore dalla sconfitta in garatre, la Fortitudo impatta le Italian Baseball Series aggrappandosi a Brolo Gouvea. Lontano parente del pitcher preso a legnate sette giorni fa, l’italo-brasiliano è una macchina da strike-out sul Titano (10 in sei inning), ma soprattutto mostra quella padronanza e quella sicurezza che servivano in una gara delicata come quella di stasera.

A proposito di pitcher, San Marino ne ha perso un altro per strada. A fine quarto inning, infatti, Ricardo Hernandez scende dal monte lanciando il guantone. Un infortunio al gomito l’ha tolto dalla partita e probabilmente dalla finale scudetto. E in attesa di capire se Markus Solbach, infortunatosi mercoledì alla spalla potrà tornare in pedana, per San Marino la rotazione diventa un problema.

La gara sta tutta nel fuoricampo di Oduber al primo inning: l’unico vero lancio sbagliato da Hernandez punito subito dal “clean-up” della Fortitudo avanti subito 2-0. Il terzo e quarto punto su Kourtis mettono al sicuro il punteggio, anche perchè i titani non la vedono mai quando si presentano con la mazza in mano. Due valide, entrambe battute dal 9 del line-up, Di Fabio, anche se la prima è un mezzo errore della difesa bolognese che l’arbitro di prima (male male anche stasera il quartetto arbitrale) aveva mascherato chiamando inizialmente l’out.

Quindi la Fortitudo pareggia e domani sera al Falchi va in scena una garacinque che avrà comunque un’importanza chiave, se non decisiva, sulla serie tricolore. Sul monte tocca agli italiani, Bocchi per Bologna, Maestri per San Marino. E forse saranno decisivi i rilievi. A proposito di rilievi, Alessandro Ercolani, 16 anni, oggi ha chiuso la partita sul monte per San Marino debuttando in una finale scudetto.

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Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.