Federico Celli tra gli eletti del box

L’esterno di San Marino vince la Tripla Corona battendo valido in 26 delle 27 partite giocate quest’anno

Lauro Bassani (PhotoBass)
Federico Celli (San Marino)
© Lauro Bassani (PhotoBass)

Ventinove anni dopo Roberto Bianchi, un giocatore italiano torna a vincere la Tripla Corona. Dieci anni dopo Carlos Duran un giocatore torna a dominare in tutte e tre le più importanti classifiche del box di battuta. Duran giocava a San Marino ed era esterno centro, esattamente come Federico Celli ed esattamente come il funambolo venezuelano, anche il bomber di Rimini ha vinto la Tripla Corona con la mazza di legno. Gandini, Castelli e lo stesso Bianchi (due volte) usavano l’alluminio.

Sicuramente Celli stabilisce un primato: è il primo giocatore a vincerla con le partite sulla distanza di sette inning. Ma questo non sminuisce certo il valore dell’impresa e i numeri lo confermano. Ha chiuso con .473 di media battuta, 10 fuoricampo, 36 rbi, ha segnato più punti di tutti ed è naturalmente primo nelle valide. E qui c’è il “valore aggiunto” perchè Celli ha battuto valido in 26 delle 27 partite giocate quest’anno dal San Marino e ha una striscia aperta di 22 gare con “hit” all’attivo. Solo l’accoppiata Aldegheri-Rivera all’andata gli ha impedito il clamoroso en-plein.

“Per me è una grande soddisfazione – ha detto Celli – c’erano riusciti solo cinque giocatori prima di me, l’ultimo addirittura dieci anni fa (Celli con Duran ha giocato nel 2017 a Rimini, ultimo scudetto dei Pirati, ndc). Sinceramente non ho mai pensato alla Tripla Corona, nemmeno verso fine campionato quando i numeri erano dalla mia parte. Ho sempre lavorato tanto, sono stato concentrato nel box, sono andato a battere senza pressione, ormai il mio giro di mazza è consolidato e anche dopo un lungo periodo di stop (ultima gara a settembre 2019, l’operazione alla spalla, il lockdown, ndc) mi sono subito sentito bene in battuta alla ripresa del campionato. Questa Tripla Corona è un risultato molto importante inserito in una stagione già molto buona”.

Che potrebbe essere ottima… “Adesso si resetta tutto, risultati e cifre, c’è una finale scudetto da giocare a da vincere. Credo sarà una serie molto equilibrata, di fronte ci sono due squadre forti, complete sul monte, pericolose nel box, i fondamentali faranno la differenza”.

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Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.