Il presidente Riccardo Fraccari presenta il 3° congresso della WBSC

Mercoledì e giovedì a Sakai i lavori della Confederazione mondiale. «La struttura è cresciuta in maniera esponenziale e dovremo verificare lo stato di salute».

Ezio Ratti/WBSC
Il presidente WBSC Riccardo Fraccari, con il commissione NBP Saito
© Ezio Ratti/WBSC

SAKAI, OSAKA – Tutto ormai è pronto a Sakai, alla periferia di Osaka, per l’inizio dei lavori del terzo congresso della WBSC, la confederazione mondiale del baseball e del softball. Nella cittadina giapponese si sono date appuntamento, tra Esecutivo, delegati delle federazioni di tutto il mondo, membri delle commissioni circa 300 persone che mercoledì (dalle 9 ora locale sono previsti worshop della coach commission, scoring, baseball a 5 e social media) e giovedì (dalle 9 il congresso vero e proprio) analizzerano i risultati, presenteranno i progetti futuri e annunceranno le prossime date.

Il desk del ricevimento WBSC all’Hotel Agora Regency di Sakai

La WBSC presieduta da Riccardo Fraccari sta viaggiando alla velocità della luce e questo terzo congresso (i primi due furono svolti ad Hammamet in Tunisja nel 2014 e a Gaborone in Botswana) servirà a fare il punto della situazione. 

 Il presidente Riccardo Fraccari a dire la verità ha iniziato già nella giornata di martedì con  i meeting precongressuali, con il softball e con l’Esecutivo.

 

«Nella scaletta di questo terzo congresso della Wbsc – spiega il presidente della WBSC – ci sono tutti i report delle commissioni, un’analisi dell’attività, a cominciare dal Premier 12, l’assegnazione dei prossimi campionati mondiali. La cosa importante è valuteremo lo stato di salute della federazione in tutti i suoi aspetti, in primis quelli tecnici e organizzativi».

«Il congresso si fa ogni due anni – prosegue –  questo è quello prelettorale (Fraccari è stato eletto per sette anni, ndr.) e quindi ci sarà un’analisi delle attività, di come funzionano le commissioni e c’è anche la consegna di riconoscimenti a personaggi importanti, come i commissioner passati della NBP, che hanno dato il via, insieme a me, al Premier 12. Nell’esecutivo entreranno nuovi membri, mentre il numero delle  federazioni affilate è arrivato addirittura a 204. Un movimento grande, veramente enorme».

Quando si è imbarcato in questa avventura si aspettava un simile successo?

«Sono partito con le toppe al c…. – sorride Riccardo Fraccari – Per cambiare le cose sono partito dal fatto che venendo io all’Europa, avendo la cultura europea del calcio, che resta il mio modello, so che il calcio ha professionisti che sono dentro alla federazione. Io non riuscivo a capire perché questo mondo che era talmente frammentato, l’MBL da una parte l’NBP dall’altra, little league da un’altra, non si potesse metterle nella federazione. Ci sono riuscito e questo ha dato forza alla confederazione oggi. Un lavoro che ho cominciato con un obiettivo preciso ma che ha rivitalizzato una federazione dandogli una potenza e abbiamo toccato con il Premier 12 quello che è capace di fare».

Inevitabile fare un passo indietro parlando del Premier 12….

Ezio Ratti/WBSC
Fraccari consegna il trofeo al manager del Giappone Atsunori Inaba (Ezio Ratti/WBSC)

«Il bilancio è strapositivo, ho ricevuto complimenti da tutti, dai professionisti, dalle autorità e dalle  federazioni. I risultati ottenuti ci hanno fatto capire che è talmente alto il livello che probabilmente chi ha ambizioni di competere con le corazzate asiatiche, Giappone e Corea in testa,  dovrà necessariamente  attrezzarsi con squadre forti, perché oggi tutti portano grandi professionisti. Anche perché arrivano fior di soldi. Prendiamo il Giappone: si è messo in tasca un milione e 700 mila dollari senza spendere niente, perché è tutto pagato da noi. E in più come organizzatori hanno avuto un ticketing  enorme.  Pensate che sono stati, nel Super Round e nelle Final, oltre 166.000 i paganti solo per le partite del Giappone. Se aggiungiamo le altre gare di Tokyo e quelle giocate in Messico, Taiwan e Corea raggiungiamo numeri incredibili e non dimentichiamo che noi non chiediamo nessuna fee. Non dimentichiamo che abbiamo portato il montepremi ha largamente superato i cinque milioni di dollari».

Cosa le è piaciuto di più di questo seconda edizione del Premier 12?

«La partecipazione, il livello tecnico e la condivisione di tutte le squadre che si sono rese conti che oggi la salvezza del baseball è l’internazionalizzazione e la globalizzazione. E non mettersi gli occhiali verdi per vedere che in casa propria il mondo è verde».

Si parla di un allargamento del torneo per il 2023. Ce lo può confermare?

«Si sta analizzando un allargamento a sedici perché abbiamo spinte dai paesi che vedono soldi, ma vedono soprattutto la possibilità di lavorare a livello internazionale e quindi l’analisi che la nostra compagnia di meta marketing sta facendo è che cosa potrebbe significare in termini di uscite, perché ripeto che paghiamo tutto, e in termini di entrate, allargare a sedici».

Le cose da migliorare?

«C’è sempre tanto da migliorare. Oggi probabilmente il problema è che siamo pochi a gestire questa mole di lavoro. La WBSC si è sviluppata in maniera esponenziale la struttura e, anche se abbiamo assunto nuove figure, siamo in affanno e dobbiamo quindi pensare ad un potenziamento interno. Ad inizio 2020 andremo nella nuova sede di Losanna, nei nuovi uffici su quattro piani, con il softball che è definitivamente venuto in Svizzera e quindi bisognerà riflettere su un ampliamento ulteriore, ad una ristrutturazione della federazione. Non siamo più una federazione sportiva. Oggi abbiamo società e quindi dobbiamo pensare ad un direttore commerciale, ad un direttore sportivo, perché ormai siamo una realtà grossa, Attualmente abbiamo 22-23 dipendenti in giro del mondo. Mi vengono i brividi pensando che ero partito con due».

IL PROGRAMMA DEL CONGRESSO DI SAKAI

Informazioni su Maurizio Caldarelli 460 Articoli
Giornalista del quotidiano "Il Tirreno" di Grosseto, collabora anche con la Gazzetta dello Sport.