Mondiale under 18: e gli osservatori stanno a guardare…

Scout dei professionisti a caccia di giovani talenti, tra radar, cronometri, i-pad e l’insostituibile carta e penna.

Un gruppo di scout sugli spalti

Gijang (Corea del Sud) Fanno gruppo, li riconosci dal cappello tondo tipo pescatore (pochi usano quello da baseball), dall’abbigliamento casual,  il cronometro al collo e il radar in mano. I più tecnologici registrano direttamente sull’i-pad, altri preferiscono il tradizionale carta e penna, annotando su una specie di score velocità dei lanci e cosa ha fatto il battitore nel box. Da lì costruiscono i loro “report”.

Lo avrete capito, sono gli scout dei “pro” che stanno seguendo il mondiale, una trentina di persone in tutto- Sono qui per scovare qualche altro prospetto, oltre alcuni che già gravitano nell’orbita della Major league Usa, come il lanciatore coreano Heo Yundong o quello spagnolo Civit. Ma ci sono anche gli osservatori delle leghe asiatiche, più giovani di quelli a stelle e strisce, i quali provano a mischiarsi tra il pubblico ma si riconoscono a vista d’occhio.

Tra loro – anche sugli spalti – grandi sorrisi, abbracci, e parole “mangiate” quando si tratta di commentare qualche giocatore. Passano le ore ad annotare, seguono ogni partita, appaiono  quasi indifferenti ma quando si tratta di registrare non ce n’è per nessuno. Sono qui per verificare l’evoluzione di qualche prospetto o seguirne di nuovi, chissà…

In mostra nel box, finora, ci sono l’esterno australiano Rae, 18 anni compiuti a maggio, 539 di media con 9 valide in 17 turni. Non un mostro di potenza, ma quando serve sembra piazzare la palla dove vuole. C’è il piccolo coreano Ji Chan Kim, 170 centimetri per 70 chilogrammi, 18 anni un mese fa: tira destro, gioca in seconda (zero errori), batte sinistro  (524, con il record di 11 valide), corre sulle basi come pochi. Non scherza lo statunitense Robert Hassell, esterno che tira e batte sinistro, ha una media di 500, anche lui è leader delle valide (11) ha battuto anche un fuoricampo e 4 doppi.

Tra i lanciatori c’è il gioiellino giapponese Junya Nishi, 13 K all’attivo e 2 partite vinte sul monte, ma anche due fuoricampo dal box. Compirà 18 anni tra una settimana, è alto 184 centimetri e le sue dritte viaggiano a oltre 90 miglia. Non scherzano nemmeno l’altro giapponese, Sota Asada, finora a 0 pgl, autore benché in 5 inning di una no-hit con ben 8 K, lanciatore destro di grande precisione. Ma soprattutto Yasunobu Okugawa, autore di 18 k in 7 inning. C’è poi lo statunitense Kile Harrison, anche lui 0 pgl, 12 k all’attivo, pallina che viaggia sulle 85-90 miglia, anche lui grande precisione dall’alto di 186 centimetri e 87 kg.

Abbiamo citato i primi tre di ogni classifica, ma con tutto il materiale che c’è a disposizione gli osservatori hanno l’imbarazzo della scelta. Un paio di nomi da seguire? L’esterno centro degli Usa Pete Crow Armstrong, autore di prese spettacolari, ottimo braccio, nel box un significativo 409 grazie a 9 valide su 22 turni tra cui due doppi e un triplo, 2 basi rubate e 4 K: è nato il 25 marzo 2002, tira e batte sinistro. Poi  il pitcher della Spagna Justin Luna, 17 anni compiuti a giugno: finché è stato in campo la sua squadra  vinceva contro Giappone e Usa: lancia destro, è alto 182 centimetri, pesa 72 chilogrammi ma concede ancora troppe basi. Da solo, pensate, ne ha date quanto tutto il Giappone messo insieme. C’è da lavorarci