Cycle di Garcia, l'Italia stringe i denti e supera il Belgio

Avanti per 5 a 0 al sesto, la nazionale di Gerali nella parte bassa dell'ottavo si faceva recuperare sino al 5 a 4 e con punto del pareggio in terza. Finisce 7 a 4, ma quanta sofferenza

Contro un Belgio veramente mai domo, l'Italia sino all'ultimo soffre ma conquista la seconda vittoria nel Super 6. Partita che sembrava indirizzata verso i binari di un tranquillo successo, poi complicatasi all'ottavo sino al -1 e risolta da un attacco dove, inevitabilmente, spicca Robel Garcia autore di un cycle e a questo punto impossibile da tenere fuori in vista dei prossimi impegni.
Rispetto alla sfida con la Germania, Gerali proponeva Beau Maggi catcher e appunto Garcia Dh al posto rispettivamente di Mineo e Mazzanti, spostava Zileri all'esterno centro e con Reginato a destra a rimanere fuori era Koutsoyanopu. Palla affidata a Palumbo, con la speranza di ricorrere poco o niente al bullpen in vista delle sfide dei giorni prossimi. Speranza andata disattesa, visti i quattro rilievi inseriti contro una squadra che la sera prima era uscita sconfitta 13 a 1 per manifesta dalla Spagna.

Dall'altro fronte il partente Driessens, sino a che riusciva a lavorare con efficacia sui fili e con gli effetti, metteva per certi versi in difficoltà l'attacco italiano. Al terzo inning a sbloccare l'empasse era Garcia, che già nel turno precedente aveva inaugurato la sua partita con un doppio sulla recinzione senza poi essere spinto a casa. Con due fuori Liddi indovinava un texas nella terra di nessuno dietro al sacchetto di seconda, base ball a Colabello e fuoricampo al centro del sopraccitato Garcia per il 3 a 0. Anche in questo caso, proprio come ieri, con la complicità di un vento un po' meno teso ma comunque ben presente e direzionato in favore dei battitori.
Al quarto gli azzurri allungavano sul 4 a 0: Beau Maggi apriva la ripresa con un doppio a sinistra sulla recinzione, giungeva in terza su singolo di Reginato ed a casa su volata di sacrificio del fratello Andrew. Occasione invece sprecata al quinto, quando con situazione di corridori agli angoli e zero fuori, arrivavano una volata in foul e la rimbalzante in doppio gioco di Vaglio.

Al sesto, così come al secondo, quarto e quinto attacco, l'Italia iniziava il proprio turno con un doppio. Per spingere a casa Beau Maggi, con due fuori, era ancora una valida del fratello Andrew e si andava sul 5 a 0.
Ma nella parte bassa dell'inning arrivava il primo segnale di vita del Belgio. Palumbo, sino a quel momento quasi perfetto e ben aiutato dalla difesa, dopo 79 lanci veniva sostituito da Mazzocchi, che ereditava una situazione di due uomini in base e uno fuori. L'inizio del rilievo italo-venezuelano non era particolarmente brillante, singolo per caricare le basi e quattro ball per il punto forzato del 5 a 1 intramezzati dallo strike out su Boermans. La ripresa si chiudeva con una rimbalzante sul lanciatore stesso, che poi ad inizio settimo lasciava la pedana a Diego Fabiani.

La partita del lanciatore del Padova, dopo un inning perfetto, si interrompeva però all'ottavo. La base a De Wolf e il doppio sul muro di De Quint suggerivano a Gerali di ricorrere a Valerio Simone. E le cose peggioravano. Un lancio pazzo portava il punteggio sul 5 a 2 e corridore in terza, una base ball metteva il Belgio in situazione di uomini agli angoli e punto del pareggio in battuta. Dopo lo strike out su Boermans, lo stesso Simone commetteva un errore sanguinoso su una rimbalzante indirizzata verso il monte da possibile doppio gioco. Il tiro verso la seconda era fuori misura, entrava il 5 a 3 e si stava ancora con uno fuori. Era allora il turno di Bassani, che prima lasciava al piatto Roevens e poi concedeva il singolo a Poesmans, battuta che portava a casa il 5 a 4 e spostava il punto del potenziale pareggio in terza. Fortuna per gli azzurri che il provvidenziale strike out su Goffaux riusciva a fermare l'emorragia.

Fronteggiato il pericolo, al nono l'Italia chiudeva i conti. Il manager belga rilevava Driessens con Vandroogenbr, e dopo due eliminazioni concedeva base a Liddi, quindi singoli di Colabello, Garcia (che completava così il cycle) e Vaglio per il 7 a 4, risultato con il quale si chiudeva il match. E si poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo. Perché domani c'è l'Olanda…

Informazioni su Mauro Cugola 546 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

Commenta per primo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.