Mike Papi guida Virginia nella finalissima NCAA

Virginia-Vanderbilt sarà la sfida al meglio delle 3 gare che assegnerà il titolo 2014 in un'edizione delle College World Series spettacolare, ricca d'equilibrio come non mai ma con un certo calo d'interesse e produzione offensiva

Quella appena conclusa sul diamante del TD Ameritrade Park ad Omaha nel Nebraska è stata una settimana ricca di gare emozionanti ed equilibrate: dominio dei lanciatori e delle difese sugli attacchi e la maggioranza degli incontri decisi solo negli ultimi inning, a volte anche nelle riprese supplementari. Volendo fare l'avvocato del diavolo non si può tacere sul calo di spettatori e d'interesse mediatico fatti registrare da questa edizione delle College World Series dove gli attacchi hanno faticato tantissimo e non solo per la straordinaria qualità dei lanciatori ma per almeno altre due serie di motivi: le mazze introdotte da pochi anni con una forte somiglianza con quelle di legno con cui si batte meno rispetto all'alluminio ed il campo di gara del TD Ameritrade Park che a parere di tutti gli addetti ai lavori non favorisce certamente i battitori. A tal proposito un altro dato importante cioè che nel passaggio dal Rosenblatt Stadium, storica sede delle College World Series fino al 2009, al nuovo impianto la media punti a partita si è praticamente dimezzata passando da circa 11 a poco più di 6.
A testimoniare ancor di più l'equilibrio registrato in queste College World Series 2014 basti pensare a Virginia favoritissima della vigilia giunta alla finale imbattuta ma che ha vinto le prime 2 partite con Mississippi e TCU rispettivamente per 2-1 grazie ad un doppio al nono inning del suo uomo di punta, il prima base Mike Papi, e per 3-2 addirittura al quindicesimo inning dopo oltre 5 ore di partita con una volata di sacrificio dell'interbase Daniel Pinero. Il percorso perfetto dei Cavaliers si è poi concluso con la vittoria più agevole per 4-1 su Mississippi messa in cassaforte dalla consueta grande prestazione del bullpen, guidato dal duo Nick Howard e Artie Lewicki (grande il suo rendimento da rilievo dopo aver saltato praticamente tutta la stagione 2013 per infortunio): è bene ricordare che nei 14 inning complessivi in cui è stato chiamato all'opera nelle College World Series non ha concesso alcun punto agli avversari.
Virginia arriva a questa serie finale forte di una squadra completa in ogni ruolo a partire dai lanciatori partenti Nathan Kirby (9 vinte e 2 perse con 1.70 di media pgl) e Brandon Waddell (9 successi e 3 sconfitte con 2.57 di mpgl) per proseguire con il prima base Mike Papi (sensazionale una sua presa oltre la recinzione in foul contro Mississippi), i ricevitori Robbie Coman e Nate Irving, autori delle valide decisive nelle 3 vittorie ad Omaha ed il seconda base Branden Cogswell. La sfidante Vanderbilt ha avuto un percorso leggermente più difficoltoso soprattutto nel doppio scontro necessario per aver la meglio su Texas e raggiungere così la finale. Garauno ha visto l'affermazione dei texani per 4-0 mentre la rivincita si è chiusa solo al decimo inning con la vittoria di Vanderbilt per 4-3 grazie ad un singolo del terza base Tyler Campbell (diventato titolare dopo l'esclusione per motivi disciplinari di Xavier Turner) ed una fantastica presa all'esterno destro di Rhett Wiseman. Punto di forza anche per i ragazzi guidati da coach Tim Corbin è senza dubbio il monte di lancio marchio di fabbrica di Vanderbilt, diventata negli ultimi anni vera "fucina" di lanciatori dal grande avvenire (ricordiamo su tutti David Price ora a Tampa e Sonny Gray partente di spicco degli Oakland Athletics). In queste College World Series si sono confermati ad alti livelli i partenti Carson Fulmer e Tyler Beede (nonostante per lui qualche problema di meccanica di lancio) ben spalleggiati da Hayden Stone (vincente nella sfida decisiva per l'accesso alla finalissima contro Texas) e Walker Buehler.
Ancora non sicuri i partenti di gara-1 in programma nella notte italiana con Virginia che dovrebbe schierare sul monte Nathan Kirby a cui forse Vanderbilt opporrà Tyler Beede, fresco di scelta da parte dei San Francisco Giants con il numero 14 assoluto nel recente Draft MLB.
L'unica certezza è che, comunque vada la finalissima, sarà la prima volta, come campione nazionale nel baseball, per entrambe. E Vanderbilt nel caso vincerebbe il suo primo titolo assoluto in campo maschile.
Da segnalare in chiusura la forte commozione quando si è diffusa la notizia della scomparsa dell'ex San Diego Padres ed Hall of Famer Tony Gwynn, legatissimo al mondo del baseball NCAA ed allenatore da qualche anno degli Aztecs di San Diego State.

Informazioni su Andrea Palmia 159 Articoli
Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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