Italia a Miami, nella storia le imprese in Arizona

Il volo verso la Florida simbolo di un passaggio ad una nuova era. L'importanza di Marco Mazzieri per il cambiamento di mentalità. Il rispetto da parte dei maestri del baseball

La nostra nazionale è sull'aereo che da Phoenix la porterà a Miami dove da martedì parteciperà alla seconda fase del World Baseball Classic 2013
E' un volo che se vogliamo può assumere un notevole valore simbolico. Il passaggio dall'Arizona alla Florida può rappresentare per il baseball italiano il passaggio ad una nuova era. Qualificandosi alla seconda fase del World Baseball Classic, la massima espressione del baseball internazionale per selezioni nazionali, il baseball italiano entra ufficialmente nel novero dei paesi più importanti nel mondo di questo sport, lasciandosi alle spalle una dimensione provinciale e basata spesso sull'improvvisazione per entrare in una realtà più professionale. In una pausa dell'ultima Coach Convention mi ritrovai con il presidente Riccardo Fraccari e il responsabile del progetto Accademie federali Paolo Castagnini a parlare proprio del World Baseball Classic. In quell'occasione, tra una battuta e l'altra, il presidente ricordò che in caso di passaggio al secondo turno, la nostra federazione avrebbe avuto accesso ad un contributo economico senza precedenti per il nostro movimento. Pur sottolineando che sarebbe stato veramente difficile anche solo eguagliare il risultato dell'edizione precedente, affermò che quello era intimamente il suo obiettivo.
Allora sembrava solo un sogno, invece, grazie al grande lavoro di Mazzieri e del suo staff e alla grande dedizione di un gruppo,ora è realtà. E per il nostro movimento, se la situazione verrà sfruttata nel modo giusto, potrebbero schiudersi prospettive veramente interessanti, sia dal punto di vista promozionale che sotto il profilo tecnico.
Per questo, i giorni in Arizona, resteranno scolpiti a caratteri cubitali nella storia del baseball italiano, oltre che nella memoria di chi c'era. Fin dai primi giorni di ritiro a Camel Back Ranch si intuiva che il clima che si respirava nel gruppo sarebbe potuto essere il preludio a buoni risultati. Io stesso, in quei giorni a mio padre, scettico sull'idea di partire per Phoenix dissi: "Guarda, vai perchè sento che sta per succedere Qualcosa…"
Qualcosa è successo, perchè Marco Mazzieri ha dimostrato ancora una volta la sua bravura nel cementare il gruppo, la sua professionalità e la sua maniacale attenzione ai dettagli. Ha saputo trasmettere alla squadra fiducia e mentalità vincente. Questo allenatore può diventare, se già non lo è diventato, per il baseball italiano ciò che è stato Arrigo Sacchi per il calcio, per fare un paragone calcistico. Spirito di gruppo, dedizione al lavoro,regole chiare e lancio dei giovan. La sua gestione della squadra come se fosse un club con una rosa allargata è risultata la carta vincente anche in questi giorni, fin dall'inizio del ritiro, quando non erano ancora presenti i giocatori Major League e molti degli atleti italiani sapevano che non avrebbero preso parte alla competizione. Ma hanno lavorato con grande professionalità facilitando e di molto la costituzione di un gruppo forte e coeso anche quando le "star" hanno raggiunto Papago Field a pochi giorni dall'esordio. Quasi tutti loro sono rimasti insieme alla squadra e hanno contribuito al raggiungimento di un risultato che non ha uguali nella storia del batti e corri made in Italy. In questo periodo è anche scoppiato finalmente l'amore per questa nazionale. Che anche in Italia sta ritrovando i suoi tifosi. In tantissimi hanno fatto sentire il proprio calore con la loro presenza in Arizona, ma anche e soprattutto tramite i social network, davanti alla Tv. Il seguito che ha avuto questa squadra, con adunate notturne davanti alla tv dalla Sicilia a Bolzano, passando per Nettuno, Grosseto e Rimini, Bologna, Parma, Milano e tante altre piazze, ricorda le notti passate in bianco per assistere alle imprese del Moro di Venezia o Luna Rossa, per non azzardare paragoni con i Mondiali di calcio. Per non parlare, come è stato sottolineato anche dai diretti interessati, del rispetto che l'Italia del baseball si è guadagnata da parte di paesi, atleti, tecnici, dirigenti e giornalisti che fanno di questo sport un punto fondamentale della loro esistenza. Tutti in questi giorni negli Stati Uniti parlano dell'Italia, tutti fanno grandi complimenti. Ma questo può e deve essere un punto di partenza. E Miami diventare il trampolino di lancio verso la meritata popolarità anche nel nostro paese.

Informazioni su Matteo Desimoni 337 Articoli
Nato a Parma l'8 febbraio 1978, laureato all'Università di Parma in Scienze della comunicazione, con tesi di laurea "La comunicazione in una società sportiva: il caso dell'A.S.D. Baseball Parma", collaboratore della "Gazzetta di Parma", iscritto all'ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti, dal settembre 2009. Ha collaborato nel 2005 anche con "L'informazione di Parma". Dal luglio 2009 a fine agosto 2011 ha ricoperto l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa della società A.S.D. Baseball Parma. E' l'ideatore e direttore responsabile del periodico gratuito "Baseballtime" distribuito sui campi da baseball della provincia di Parma. Ha iniziato la carriera da giocatore a 8 anni, nel 1986 nelle giovanili dell'Aran Group, poi ha militato in diverse squadre della provincia di Parma e debuttato in serie B con il Sala Baganza e in serie A2 con la Farma Crocetta nel 1998. Dal 2002 al 2008 ha allenato le giovanili di Crocetta e Junior Parma.

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