Quanta sofferenza in Tv: ma è una vittoria da sogno!

Cronaca di una serata isterica davanti allo schermo seguendo la Nazionale. Tra tifo, ansia e speranza. Dall'euforia alla delusione e ritorno. Una notte magica che rimarrà certamente nella storia del baseball italiano

Non è facile il baseball, ragazzi. Non è facile soprattutto a certi livelli. E non è facile nemmeno guardarlo, soffrendo, dalla TV. Quella di stasera è stata una grande impresa, anche si spera sia solo un punto di partenza, ma sarebbe meglio soffrire un po' meno. Certo, non esageriamo, forse sarebbe pretendere troppo.
L'immagine simbolo di questa splendida nottata azzurra del nostro baseball è indubbiamente Flavia Liddi, la madre del campione dei Seattle Mariners, fondamentale anche contro il Messico. Inquadrata più volte, seduta sugli spalti con l'inconfondibile parrucca azzurra e il pc portatile sulle ginocchia. Ma eravamo ancora a metà partita. Poi evidentemente la pressione era troppo forte per stare in mezzo alla bolgia e dopo poco l'abbiamo trovata, nuovamente inquadrata, sull'erba, dietro all'esterno sinistro. Forse nella speranza di dover raccogliere il fuoricampo decisivo di Alex in un finale che dire concitato è un eufemismo. L'Italia ha appena compiuto il miracolo, e la regia indugia su di lei, con il capo tra le mani, sorridente. Passano alcuni minuti e la vittoria sembra ad un passo, ma tra un lancio e l'altro di Grilli passa un'eternità. Va sul 2-0 una volta, poi cala e concede la base. Poi va ancora in vantaggio, ma colpisce il battitore. Basi piene. Di nuovo conto pieno e la regia va di nuovo su Flavia. L'espressione è sofferente. Nuovo cambio immagine e Grilli manda Cantu su Vaglio che la appoggia in prima in scioltezza, dando il via alla festa azzurra e Flavia sembra stremata. Ma felice. Come tutta la "tribù" azzurra sulle tribune del Salt River Fields, talmente numerosa e rumorosa da riuscire a contrastare il tifo messicano, in larga maggioranza.
Ma è stata una lunga serata di sofferenza, con stati d'animo opposti che si alternavano continuamente. Ma con una ferma convinzione: quest'Italia era più forte di questo Messico. Poteva chiudere la partita due volte, non l'ha fatto. Ha sofferto tanto sul monte, ha sbagliato qualcosa in difesa, fatto dei brutti turni in battuta nella fase centrale del match, con molta fretta, ma alla fine ha vinto. Perchè ha avuto più cuore, più voglia di vincere. E l'ha trasmessa a tutti gli italiani davanti alla Tv ed erano tanti. Che poi esprimevano il proprio stato d'animo sui social network. Come mai era successo prima. Qualcuno addirittura ha ideato una simpatica trasmissione radio sullo stile di "Mai dire gol".

Quando inizia il collegamento sono già stati suonati gli inni nazionali, anche quello italiano. Dopo la presentazione dei due telecronisti, la regia indugia sui tifosi delle opposte fazioni. Anche gli italiani, come avevamo annunciato, sono tanti e si fanno sentire. Qualcuno addirittura mostra sciarpe in stile calcistico. Poi si inizia e l'Italia va forte. Avanti 2-0. I telecronisti sono quasi sorpresi e ricordano le parole di Mazzieri della vigilia: "Siamo qui per vincere le partite." Ad un certo punto la sovrimpressione propone la classifica IBAF e i broadcaster commentano che l'Italia è 9' e il Messico 11'. "Ma questo è un'altro baseball" affermano. Infatti. Passano pochi minuti e dall'esaltazione passiamo alla delusione quando un Mariotti poco in forma litiga con i ball e quando la mette dentro gliela spediscono lontano. Il Messico adesso è avanti 3-2. L'Italia sembra sciogliersi. Subisce ancora: 4-2, poi sembra arrendersi ma non è così: va Butera con Chiarini in base e la spara lontanissimo (dove si siederà Mamma Liddi dopo un po'..): 4-4, siamo in gioco! Ma è nella ripresa successiva che si capisce che l'Italia è più forte ma non ne approfitta e lascia uomini in base. Che rimpiangerà, dice qualcuno al mio fianco. Infatti è così, perchè il Messico si porta di nuovo avanti. Per ESPN il destino del match è ormai segnato. Infatti il palcoscenico è tutto per il pubblico sudamericano. Colorito, rumoroso, simpatico. La parte azzurra dello stadio è mogia. Ancora di più quando, è l'inizio del nono, l'idolo dei tifosi dei San Francisco Giants Sergio Romo si presenta sul monte con il suo barbone stile "Una notte da leoni." In battuta Mazzieri manda "Lole" Avagnina. C'è gente che freme in tribuna. Ma va male, è il primo out. Tocca a Punto, a 0/4: "Capirai, è finita!" mi dicono al mio fianco. E non è che la pensi tanto diversa. Invece. Invece il baseball è una cosa meravigliosa e Nick la spedisce lontana, lontana, oltre l'esterno e corre fino in seconda. Mazzieri manda Stefano a correre in seconda, con un out. Il suo corridore più veloce. Il pubblico italiano è in piedi. Adesso dicono tutti "E' fatta!". Esagerati, appunto: linea di Denorfia, si guarda tutti il tiro dell'esterno, convinti della corsa verso il punto, invece no, Desimoni con un out nonha voluto rischiare la beffa del doppi gioco su un eventuale presa in tuffo e si ferma in terza. Mamma mia, si soffre. Va Rizzo, lungo, lungo… è fuori? No, la prende, anzi no, cade: due punti a casa, siamo sopra! Poi tutto il resto e la festa azzurra, i commenti increduli dei broadcaster. Ma una delusione: "My sky" aveva interrotto la registrazione proprio appena prima dei due punti decisivi, si vede solo il replay, e l'abbiamo riavviata subito dopo. Era destino, siamo italiani e se non ci complichiamo la vita non ci piace. Grazie azzurri, ancora!

Informazioni su Matteo Desimoni 337 Articoli
Nato a Parma l'8 febbraio 1978, laureato all'Università di Parma in Scienze della comunicazione, con tesi di laurea "La comunicazione in una società sportiva: il caso dell'A.S.D. Baseball Parma", collaboratore della "Gazzetta di Parma", iscritto all'ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti, dal settembre 2009. Ha collaborato nel 2005 anche con "L'informazione di Parma". Dal luglio 2009 a fine agosto 2011 ha ricoperto l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa della società A.S.D. Baseball Parma. E' l'ideatore e direttore responsabile del periodico gratuito "Baseballtime" distribuito sui campi da baseball della provincia di Parma. Ha iniziato la carriera da giocatore a 8 anni, nel 1986 nelle giovanili dell'Aran Group, poi ha militato in diverse squadre della provincia di Parma e debuttato in serie B con il Sala Baganza e in serie A2 con la Farma Crocetta nel 1998. Dal 2002 al 2008 ha allenato le giovanili di Crocetta e Junior Parma.

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