Carnevale e De Luca, presentazione alla IBL "snob"

Occasione sprecata: indipendentemente dalle proposte e dallo spessore dei due possibili candidati, qualche capitale del baseball ha pensato bene di non avere nemmeno bisogno di confrontarsi. Segno evidente della povertà del movimento

Bella chiacchierata a Milano sui temi caldi del baseball italiano, nella presentazione di Claudio Carnevale e Massimo De Luca che stanno meditando di candidarsi alla corsa alla presidenza della federbaseball nella prossima assemblea federale di Salsomaggiore. Presentazione molto garbata di due personaggi che non hanno certo bisogno del nostro povero baseball ma che a questo movimento dicono di poter dare qualcosa di importante. E c'è da credergli. Piacevole la scoperta di Claudio Carnevale, imprenditore di alto livello e di ampie vedute, uomo che viene dal baseball ma che al baseball mancava, soprattutto uomo abituato alla comunicazione e al rapporto con mondi lontanissimi dai nostri poveri diamanti. Ex catcher dell'Incom Lazio di Giulio Glorioso, nettunese di nascita, romano di adozione, newyorkese per affari e per capacità professionali. Il baseball gli è rimasto nel cuore – dice – e da quando gli hanno proposto di rilanciare la Roma, si è buttato con entusiasmo in un'avventura che gli sta costando un bel po' di euro , ma che non vorrebbe fosse fine a se stessa.
Brillante conferma quella di Massimo De Luca che ha ammesso di non poter avere esperienze dirigenziali, ma che si è detto pronto a mettere a disposizione del movimento la sua popolarità e la sua professionalità nell'ambito della comunicazione e dell'immagine. Proprio quello che serve, più di ogni altra cosa, al baseball italico.
Chiacchierata interessante laddove sono emerse le mille necessità di questo movimento e i mille difetti che purtroppo attanagliano il nostro povero baseball. Presentazione garbata nei toni e nei contenuti, anche perché i due – Carnevale e De Luca – non si sono posti in contrapposizione a nessuno, non hanno attaccato nessuno, ma hanno detto semplicemente e testualmente di essere lì "per il bene del baseball". Di essere lì ad ascoltare, prima ancora che a dettare le linee dei loro programmi.
Un giro di consultazione con le varie regioni – la settimana scorsa erano a Roma e a Torino, ieri a Milano per poi spostarsi in giornata a Vicenza e a Ronchi e proseguire quindi in Toscana nei prossimi giorni – prendendo nota di tutto e dando qualche ricetta in attesa di sciogliere la riserva sulla candidatura ufficiale ed enunciare un programma più articolato. Sia Carnevale sia De
Luca hanno messo comunque il dito nella piaga dell'immagine che purtroppo il baseball italiano ha necessariamente bisogno di recuperare, oscurata com'è da un campionato invisibile, da una nazionale che vince gli europei quasi nell'anonimato, da stadi vuoti e gente da riconquistare anche all'interno dello stesso mondo del baseball.
Peccato solo che ancora una volta il movimento di vertice del nostro sport si sia distinto per insensibilità e pochezza, visto che all'incontro a cui erano state invitate le società di IBL si sono presentati sì alcuni club di primo piano, ma sono rimaste assenti (colpevolmente, a nostro avviso) certe capitali del baseball che magari sono in prima fila nei lamenti, ma poi "bucano" importanti confronti come quello di Milano. Come se il baseball di vertice fosse così ricco di riunioni da poter snobbare queste tavole rotonde. Avevano paura di compromettersi? Auguriamoci di no, anche perché sarebbe grave in un movimento democratico come quello di una federazione sportiva.
Peccato, perché qualche dirigente importante ha dimostrato evidente insensibilità di fronte a persone che portano idee innovative, soprattutto nelle modalità di gestione di un movimento che tante volte sembra rimasto al medioevo. Peccato, perché le nostre società che si lamentano di non avere pubblicità e ribalta e di essere snobbate dalla stampa e dai media, non capiscono l'importanza di avere a loro disposizione un personaggio come Massimo De Luca che forse qualche piccolo riflettore sul nostro ambiente cupo può anche accenderlo.
Non sappiamo se Carnevale e De Luca alla fine decideranno di candidarsi, non sappiamo nemmeno se potranno avere la forza di convincere gli elettori. Di certo possiamo fare un paio di riflessioni. Primo: il presidente uscente Fraccari ammette di doversi ricandidare perché gliel'ha chiesto il movimento, incapace di trovare una valida alternativa alla guida della federazione. Ma forse, di fronte all'uscita allo scoperto di Carnevale e De Luca questa necessità potrebbe anche cadere, perché ci sembra di trovarci di fronte a due persone che potrebbero dare molto al baseball, in idee e in capacità manageriali. Così che Fraccari possa dedicarsi esclusivamente alla sua missione ben più importante di presidente mondiale alle prese con il vero nodo cruciale del futuro del baseball, che è quello della riammissione alle Olimpiadi. Tenendo anche la presidenza italiana, viceversa, rischierebbe di non seguire nel migliore dei modi nessuno dei due fronti, seguendo le orme di un suo predecessore, e rischierebbe soprattutto di rovinare tutto quello che di buono ha fatto per il baseball italiano nei primi anni della sua presidenza, arrivando a proporre soluzioni coraggiose che ci vengono invidiate e magari copiate anche da altri sport.
Secondo: non ci è sembrato che Carnevale e De Luca fossero animati da rivalse o da critiche preconcette nei suoi confronti. Semmai è stata la platea a puntare più volte l'indice sui difetti di una gestione che evidentemente sta creando molte perplessità. E se Fraccari cogliesse la palla al balzo, se scoprisse che forse quel successore che mancava all'orizzonte, adesso si è materializzato, e passasse lui la mano con un'investitura diretta a Carnevale e De Luca, restando a fare il padre nobile della federbaseball dall'alto del suo incarico internazionale? Magari potrebbe anche uscirsene elegantemente con una presidenza onoraria che potrebbe anche essere offerta a un uomo che in fondo negli ultimi dieci anni ha saputo far galleggiare questo nostro povero movimento…
E soprattutto anche le società più terrorizzate e allineate scoprirebbero che una candidatuta congiunta di due uomini del livello di Claudio Carnevale e Massimo De Luca il baseball italiano non la rivedrebbe più per altri quarant'anni. Praticamente quelli che sono passati dall'elezione del primo Beneck.

 

Informazioni su Elia Pagnoni 51 Articoli
Nato a Milano nel 1959, Elia Pagnoni ricopre attualmente il ruolo di vice capo redattore dello sport al quotidiano "Il Giornale", dove lavora sin dal 1986. E' stato autore di due libri sulla storia del baseball milanese.

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