San Marino, storie e personaggi di un anno magico

Da Mauro Mazzotti a Tiago Da Silva, da Giovanni Pantaleoni a Francesco Imperiali: aneddoti e appunti di viaggio nel racconto di Alberto Antolini, direttore sportivo del club più forte d'Europa

E' passato praticamente un mese. Da quando la T&A San Marino ha trionfato in European Cup, al "Draci Brno Stadium", nella Repubblica Ceca. Completando magistralmente l'opera: la conquista del titolo di campione d'Europa (1-0 al tie break in semifinale contro Amsterdam con singolo interno di Pantaleoni e fly di Vasquez per il punto di Reginato; 7-1 in finale contro Parma con tre terrificanti homers), dopo avere allungato le mani sullo scudetto del campionato italiano.
Due titoli. I più importanti. Impresa che, da parte di un Club del "nostro" baseball, non si verificava da sedici anni. L'ultima prestigiosa doppietta scudetto-coppacampioni, infatti, era riuscita al Cariparma della stagione 1995: era la squadra di Fochi, Corrales, Carrozza, Ceccaroli, Bianchi, Rigoli, Tondini, Bussi. Nel 2011 questa performance l'hanno realizzata gli uomini della Repubblica del Titano. Primi in Italia e primi in Europa, i vari Da Silva, Jairo Ramos, Granato, Vasquez, Duran, Bonilla, Cubillan, Avagnina, Pantaleoni, Chapelli, Francesco Imperiali, Albanese, Reginato, Granados.
Il trionfo del 21 e 22 settembre nelle final four di Brno – soprattutto il successo in quell'estenuante braccio di ferro con gli Amsterdam Pirates del grandissimo pitcher Rob Cordemans – assume adesso ancora più spessore alla luce del clamoroso storico risultato ottenuto nei giorni scorsi dalla Nazionale dell'Olanda, che a Panama ha conquistato il titolo mondiale (la primissima volta di un Paese europeo sul tetto del mondo, nel baseball!).

Una stagione destinata alla storia, questa del San Marino 2011: per la personalità dimostrata dal gruppo di Bindi, per la sua continuità di rendimento. E per certi "numeri" davvero impressionanti: ad esempio, il quasi 700 di media-battuta e il 1535 di OPS confezionati da Jairo Ramos nella serie-scudetto; un Da Silva da 13 partite vinte e 1 sola perduta nell'intera stagione; i 63 fuoricampo che i Titano Bombers hanno totalizzato tra campionato e European Cup. Una annata che complessivamente ha fatto registrare (sulle strade d'Italia e quelle d'Europa) 47 vittorie da parte del gruppo del Titano. In 65 partite giocate.
E allora, è una stagione che è giusto e corretto ricordare ancora. Lo facciamo in maniera un po' "speciale", attraverso storie e aneddoti.
Sono racconti di viaggio, rivelati da un uomo abituato a lavorare dietro le quinte ma "fondamentale" per le sue capacità organizzative, per le sue intuizioni, le sue scelte, la sua mentalità vincente. E' Alberto Antolini, il direttore sportivo di questa T&A che sta imponendo la piccola Repubblica del Titano all'attenzione del baseball internazionale (è la seconda volta che San Marino domina in Europa, era già avvenuto nel 2006; è la seconda volta che la Repubblica di San Marino vince lo scudetto di un massimo campionato italiano; inoltre è proprio un giocatore della T&A, il venezuelano Willans "Willy" Vasquez, ad essere stato il re dei fuoricampo – il "lider en jonrones" – nella recentissima Coppa del Mondo a Panama).

Racconti, aneddoti, personaggi. Nella sua carriera di dirigente Alberto Antolini ha vissuto la favola della piccola Santarcangelo in serie A, poi ha conosciuto anni ruggenti a Rimini ("cervello" d'una Società che nel decennio 1994-2004 ha vinto tre scudetti, una Coppa Ceb, due Coppe Italia). Succssivamente, spostandosi d'una decina di chilometri, Antolini s'è tuffato nell'avventura sammarinese. Creando le situazioni per sviluppare – nel tempo – il grande baseball in quell'angolo che è l'Antica Terra della Libertà, gradevolmente collocato al confine tra la Romagna e le Marche. E sono arrivati per Antolini altri due scudetti.

TUTTI QUEI DUBBI SU MAZZOTTI… – Mettete insieme due personaggi di grande professionalità e profonda conoscenza del baseball. Con la voglia di programmare, di portare avanti progetti e la capacità d'essere concreti. Inevitabilmente si arriva al successo. Antolini e Mazzotti hanno lavorato insieme nel Rimini degli ultimi anni '90. Il "diesse" e il tecnico, in perfetta sintonia. La Casa dei Pirati, in quel 1999 pieno di magìe, venne colorata dalle tinte forti di un bellissimo scudetto. Dopo quel titolo le strade di Alberto e Mauro si separarono. Antolini e Mazzotti sono tornati insieme nell'autunno 2010. Undici anni dopo. Sotto la bandiera di San Marino. Per una stagione memorabile.
Eppure… all'inizio della storia non c'era un gran feeling fra i due. Antolini lo rivela: quel Mazzotti proprio non lo convinceva.
"Rimini arrivava da un brutto 1995, l'allenatore proveniente da un college degli Stati Uniti era stato esonerato nella prima fase del campionato e ci eravamo barcamenati in un anonimo campionato sino alla fine. Il presidente Zangheri desiderava ricostruire il tutto. E propose, nell'inverno, il nome di Mauro Mazzotti che aveva allenato il Codogno in serie A2. La reputazione di Mazzotti, per la debacle del Milano di Berlusconi, non era ovviamente quella di oggi… Insomma io avevo grosse perplessità. Nonostante i miei dubbi, o addirittura veti, Rino Zangheri volle Mauro Mazzotti a capo della squadra per la stagione 1996. Ricordo che una sera andammo a cena: Zangheri, Mazzotti e io. Il presidente, determinatissimo, decise da solo per l'accordo".
"La Fortitudo Bologna, in quell'anno, avrebbe disputato il campionato di A2. E Mauro fece di tutto per convincere Zangheri, e me, affinchè portassimo a Rimini giocatori come Fabrizio Russo, Matteo Dall'Olio e Marco Nanni. I quali infatti hanno giocato con i Pirati nelle stagioni 1996 e 1997. E saranno proprio loro, una volta ritornati a Bologna, a sponsorizzare – nel 2000 – la figura di Mazzotti sulla dirigenza bolognese dopo lo scudetto vinto a Rimini".

E la storia racconta che, con l'arrivo del manager nativo di Cesena, la Fortitudo fece il salto di qualità sul piano dell'organizzazione, della mentalità. Come inequivocabilmente indicano gli scudetti del 2003 e del 2005, la Coppa Italia 2005, la Supercoppa Italiana nel 2004, i secondi posti nella serie finale del campionato 2004 e nella Coppa dei Campioni, sempre quell'anno.
Ma tornando a parlare dell'accoppiata Antolini-Mazzotti, insieme hanno vinto (tra Rimini e San Marino) 2 scudetti e 1 Coppa dei Campioni. Però… Alberto può vantare un titolo europeo in più, quello del 2006, dove San Marino sconfisse proprio Mazzotti che allora allenava il Grosseto.

QUANDO IL "PANTA" ERA BIONDO – Giovanni Pantaleoni, marchigiano di Cupramontana, quattordici stagioni di massima serie già alle spalle, è l'espressione tecnica più elegante, più raffinata dell'uomo che difende "l'angolo caldo" di terza base. Difensivamente è un artista. La sua carriera ha incrociato più volte la strada di Alberto Antolini, come racconta appunto il direttore sportivo del San Marino (ed ex di Rimini). "Giovanni era giovanissimo quando aveva esordito in serie A1 con Caserta, utilizzato nei ruoli di interbase e seconda base, ma anche lanciatore. Nell'inverno del 2000 andai con Maurizio Tontini, segretario del Rimini Baseball e dirigente del settore giovanile, ad incontrarlo nella sua Cupramontana. Stava lavorando nel bar centrale, di proprietà della zia. Ci accordammo in tempi velocissimi, per portarlo a Rimini. Si era tinto i capelli di biondo, gli consigliai di non presentarsi con quel look al cospetto di Zangheri. Giovanni inizialmente non aveva un posto da titolare a Rimini, giocava saltuariamente come back-up. Ma accadde che, nella partita precedente la Coppa Campioni contro San Marino, Dave Sheldon (che era il terza base titolare dei Pirati) venne colpito da un lancio che gli procurò la frattura della mano. La settimana successiva sarebbe iniziata la Coppa dei Campioni. Giovanni Pantaleoni giocò tutto il torneo egregiamente nella posizione di terza base. Quel ruolo non lo avrebbe mai più lasciato… Nel 2003, quando decise di abbandonare Rimini per Bologna, Giovanni mi promise che i nostri destini si sarebbero prima o poi incrociati di nuovo. Fu lui a chiamarmi, alla fine della stagione 2009. Aveva vinto lo scudetto con la Fortitudo. Mi fece capire che era arrivato nuovamente il momento per stare ancora una volta insieme. Bastarono pochi secondi, per stringere fra noi un accordo. Così Pantaleoni arrivò a San Marino".

"DALLO" DISSE NO, SPUNTO' IMPERIALI"Eravamo stati tutto l'inverno su Davide Dallospedale, il quale aveva deciso di abbandonare Bologna. Volevamo fortemente portarlo a San Marino. La trattativa era a buon punto. Mi ero incontrato con lui a Piacenza e insomma l'accordo sembrava molto possibile e vicino. Però Davide decise, alla fine, di firmare per Grosseto. A quel punto non era semplice trovare una valida alternativa ad una figura come lui. Mi venne in mente Francesco Imperiali, un giocatore che Mazzotti aveva portato in USA nella Organizzazione dei Mariners. Al ritorno in Italia aveva giocato nell'Anzio, poi una stagione con la casacca del Nettuno, successivamente era tornato ad Anzio. Non sapevo come contattarlo. Ci misi tantissimo tempo per recuperare il suo numero telefonico. Era un pomeriggio di un giorno qualunque quando finalmente riuscìì a prendere contatto con Francesco. Trovammo l'accordo rapidamente, appena qualche minuto. Gli dissi che avevamo inutilmente inseguito Dallospedale e che lui ne avrebbe preso il posto. E gli promisi che in un paio d'anni sarebbe diventato tra i migliori seconda base italiani".
E' stato un buon profeta, Antolini. Anno dopo anno, un passo alla volta, Francesco Imperiali è cresciuto. Tecnicamente, atleticamente, professionalmente. Diventando, per completezza e costanza, un giocatore di sicura affidabilità. Difensore attento e concreto, ma anche attaccante efficace. C'è, chiara, la sua firma di atleta maturo sugli scudetti vinti in questi anni dal San Marino. Nel 2008 quel ragazzo cresciuto sulle coste laziali ammutolì i suoi concittadini e i suoi ex-compagni nettunesi, fabbricando quel fuoricampo da 3 punti che in gara7 determinò il trionfo della T&A (il primo storico trionfo sammarinese nel massimo campionato italiano). Quest'anno Francesco Imperiali ha battuto 357 nel round robin e addirittura 385 di average (con 577 di slugging e 1048 di OPS) nella serie-scudetto. Impressionante il suo homerun da 3 punti nella mitica notte (20 agosto) dei 5 homers del San Marino contro la Fortitudo.

DA SILVA INGAGGIATO PER… TENEREZZA"In una fredda giornata di inizio febbraio – ricorda il direttore sportivo sammarinese Antolini – ero al campo di Serravalle quando si presentarono, accompagnati da Matteo Tontini, due ragazzi-bambini. Giovanissimi. Erano marito e moglie. Lei, Katia Boscarol, si era trasferita da Trieste per giocare nella formazione femminile della Repubblica di San Marino, le Titano Hornets. Il ragazzo si presentò come Tiago Da Silva. Sapevo qualcosa di Tiago per le sue ottime referenze come interbase: Graziella Casali, presidentessa della Reggiana che disputava lo stesso campionato di A2 dove giocava Da Silva, me lo aveva descritto come giocatore interessantissimo. San Marino, in realtà, non aveva alcuna necessità di ingaggiare altri interni: avevamo già La Fera, Sheldon e Imperiali. Ma, poiché avevamo ancora a disposizione un visto per i giocatori stranieri, chiesi a Tiago se mai avesse lanciato in vita sua. Lui mi rispose: sì. Ricordo del suo provino in bullpen, non lo vidi neanche. La tenerezza aveva vinto su tutto il resto. Cosicchè proposi a Tiago di rimanere con noi e ricoprire il ruolo di terzo lanciatore straniero. Purtroppo, quell'anno non fu possibile: alcuni problemi con il suo tesseramento portarono Da Silva a giocare quella stagione (il 2007) nel ruolo di interbase a Marina di Ravenna, in A2. Tuttavia, promisi ai due ragazzi che l'anno successivo Tiago avrebbe giocato nel San Marino. E come lanciatore. Li rividi entrambi, a fine stagione. Facevano ancora la stessa tenerezza di allora. E decisi, ancora una volta, di utilizzare un visto-straniero e tesserare Tiago come terzo lanciatore. Qualche mese dopo, e dunque prima che il campionato 2008 avesse inizio, Tiago ottenne il passaporto italiano".
E Da Silva italiano (italiano per matrimonio) è da quattro anni la grande fortuna del San Marino. Due scudetti, una Coppa dei campioni e una Coppa Italia nel suo palmares. Mica poco per un ragazzo che era stato tesserato… per tenerezza. L'aver visto in lui (che in A2 giocava bene interbase e ci sapeva fare egregiamente con la mazza nelle mani) il potenziale del grande lanciatore, è stata la felicissima intuizione dello staff tecnico-dirigenziale del San Marino.
Oggi Tiago Da Silva è il "numero uno". Il più forte lanciatore in assoluto della IBL. Ha lasciato un segno profondo sulla conquista dello scudetto (11 partite vinte e soltanto 1 persa, in campionato). E' stato lui, principalmente lui, a cambiare il destino d'una serie-scudetto che s'era clamorosamente aperta con le due vittorie del Nettuno sul diamante sammarinese di Serravalle. Nel momento più difficile per il San Marino, Tiago è salito in cattedra. Con la fantastica "partita completa" di gara3, allo Steno Borghese di Nettuno, che ha riaperto i giochi ridando colore e coraggio al mondo della T&A. Come non bastasse, ecco il 9 settembre – in gara6 a San Marino – Tiago Da Silva fabbricare un'altra "completa": 9 inning lanciati superbamente, da dominatore, senza mai concedere all'aggressivo Nettuno delle gare precedenti di prendere fuoco. Inchiodando gli avversari a 2 miseri punticini. Una prestazione di straordinaria consistenza: "complete game" da 158 lanci e 8 strikeout.
Infine, un'altra magìa. La performance del 22 settembre a Brno, nella finalissima di Coppa dei Campioni: nuovamente una magistrale "partita completa", a stendere il Cariparma (oltre ai due fuoricampo di Jairo Ramos e a quello di Mattia Reginato, nominato MVP delle Final Four).

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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