Esposito, con l'Italia nel cuore incanta Nashville

Intervista esclusiva al ventenne terza base della Vanderbilt University, con bisnonni campani. "Non sono mai stato nel vostro Paese, ma sogno di venirci per vedere dove ha avuto origine la mia famiglia"

La regular season si è conclusa da pochi giorni, mentre cresce l'attesa per l'inizio del torneo finale Ncaa. Tra i migliori prospetti dell'intero panorama universitario americano c'è anche Jason Esposito, terza base di origini italiane della Vanderbilt University, stabilmente fra le prime cinque squadre d'America nel ranking Ncaa, che Baseball.it ha intervistato in esclusiva.
Nato a Bethany (Connecticut) il 19 luglio 1990, Esposito si è confermato una sicurezza nell'angolo caldo e al tempo stesso prolifico nel lineup della squadra allenata da Tim Corbin, come testimoniano le statistiche della stagione regolare: .346 di media battuta con 6 fuoricampo e 48 punti battuti a casa (leader di squadra) cui si aggiungono 20 doppi e 12 basi rubate su 22 tentativi. E non è un caso che Jason sia considerato il secondo miglior terza base dell'Ncaa, grazie ad un ottimo guanto e gambe veloci. Nel 2008, Esposito, al termine della scuola superiore, è stato settima scelta dei Kansas City Royals ma ha rifiutato l'offerta intorno al milione di dollari preferendo frequentare un college prestigioso come Vanderbilt, a Nashville (Tennessee), sia dal punto di vista sportivo che accademico.
Insieme al suo compagno di squadra, il lanciatore Grayson Garvin (fresco di nomina come "Pitcher of the Year" nella Southeastern Conference con un record di 11 vittorie ed una sola 1 sconfitta), tutti e due al terzo anno, ha ricevuto come riconoscimento l'inserimento nel Second Team della SEC. Entrambi non nascondono il sogno di portare Vanderbilt alle prime College World Series dopo che nel 2010 la squadra è stata eliminata nella partita decisiva per l'accesso alle finali da Florida State in una sfida tiratissima risoltasi solo al nono inning.

Jason, ci puoi dire qualcosa sulle tue origini Italiane?
Tutto quello che so è che la famiglia del mio bisnonno, Liguori, produceva vino per lo Stato Pontificio, mentre quella della bisnonna era originaria della zona di Napoli.

Sei mai stato in Italia?
No, purtroppo non sono mai stato nel vostro Paese ed è sempre stato un mio sogno venirci per vedere dove ha avuto origine la mia famiglia.

Cosa sai dell'Italian Baseball League e più in generale del baseball italiano?
Non conosco molto dell'IBL… però ricordo che l'Italia ha schierato una squadra competitiva all'ultimo World Baseball Classic con alcuni giocatori di Major League.

Quali sono i tuoi punti di forza ed in quali aspetti del gioco vorresti invece migliorare?
Mi considero un giocatore preparato ed intenso. Le mie qualità derivano da quello che mi hanno sempre insegnato gli allenatori che ho avuto e cioè avere una buona routine d'allenamento ogni giorno ed arrivare in partita concentrato e pronto per tutti i nove inning. Quale aspetto posso migliorare? La continuità. Ogni giocatore di baseball dovrebbe aspirare ad essere un modello di continuità: è questo che ti rende uno su cui si può contare in ogni momento.

Quando e come hai iniziato a giocare a baseball?
Da piccolissimo, quasi troppo piccolo per ricordare. Ho incominciato a giocare a baseball perché mia madre giocava a softball ed era una cosa che mi poteva insegnare mentre eravamo a casa e mio padre lavorava. Mi sono innamorato subito di questo gioco.

Perché hai rifiutato l'offerta dei Royals nel 2008 e hai deciso di iscriverti alla Vanderbilt University?
Ho scelto Vanderbilt e la vita universitaria perché non ero pronto ad entrare in un mondo individualista come quello del baseball professionistico. Sapevo che alla Vanderbilt avrei ricevuto un'ottima istruzione in un'atmosfera di squadra. Avevo bisogno di crescere come persona e come giocatore.

Come è stato giocare per il Team Usa la scorsa estate?
E' stata senza ombra di dubbio una grande esperienza. Ho avuto la possibilità di vedere come altri paesi intendono il baseball e le loro strategie.

Quali sono le tue aspettative per il finale di stagione?
Come squadra vogliamo vincere più partite possibili giocando sempre uniti, così da poter decidere il nostro destino. Ogni squadra Ncaa ha l'obiettivo di arrivare ad Omaha a giocare le College World Series, noi non siamo diversi dagli altri e vogliamo vincere il primo titolo nazionale che verrà assegnato nel nuovo TD Ameritrade Stadium.

Informazioni su Andrea Palmia 159 Articoli
Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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