Santaniello, il battitore che non t'aspetti

Il ventiduenne seconda base di Bologna, nono uomo del line-up di Nanni, è a sorpresa (dopo 5 gare di finale-scudetto) il primo della UGF per media-battuta, slugging e arrivi in base. Dallospedale .500 di average nel Cariparma

Undicimilaseicentoventi spettatori. Questi i biglietti "staccati" tra Parma e Bologna dopo le prime cinque partite dell'appassionante braccio di ferro che proseguirà venerdì, ed eventualmente sabato, al "Nuovo Europeo" di Parma con l'assegnazione dello scudetto IBL 2010.
Undicimilaseicentoventi spettatori. Per una media-partita di 2324. Mica male, anzi un dato positivo e interessante se confrontato con i "numeri" negativi della regular season dove era stata registrata una flessione del 14.2{ec7d6c29445cf2084a4a0989873d224d63ea4a427ae4a33424031e1bebf0487a} di presenze rispetto alla regular season 2009 e addirittura un -40{ec7d6c29445cf2084a4a0989873d224d63ea4a427ae4a33424031e1bebf0487a} rispetto al 2008.
L'apprezzabile coinvolgimento in questa Italian Series è la dimostrazione che il baseball può attrarre il grande pubblico. La gente corre negli stadi se c'è l'Evento. Le finali-scudetto sono, ovviamente, un appuntamento "speciale". Ma l'evento bisogna costruirselo anche durante la regular season. E' sotto questo aspetto che le Società della IBL (vale a dire la vetrina del baseball italiano) debbono lavorare più intensamente, più in profondità, e con maggiore spirito di collaborazione, per coinvolgere il territorio, attirare pubblico e – principalmente – catturare la curiosità, l'interesse, l'amore dei giovanissimi, dei ragazzi per questo sport. Come? Attraverso idee nuove, iniziative, progetti, strategie di promozione, e situazioni che facciano diventare gli stadi del baseball dei punti di intrattenimento sicuro e gradevole. E' vero che il meteo quest'anno è stato sicuramente ostile e penalizzante, tuttavia mi pare che si sia fatto veramente poco nei mesi scorsi per proporre in maniera corretta il prodotto e per trasmettere entusiasmo.
Ha fatto una considerazione molto saggia il vicepresidente federle Massimo Fochi, nel corso della tavola rotonda a Bologna con Fraccari e i giornalisti. "Dobbiamo smettere di giocare per noi stessi, e giocare principalmente per la gente". Un messaggio da raccogliere. Se si vuole far finalmente decollare – dopo sessant'anni – questo sport in Italia.

L'evento è il baseball stesso. L'evento va cercato, va creato laddove non c'è e dunque è sulla regular season che le Società dovranno compiere un deciso salto di qualità sul piano dell'intraprendenza, dell'impulso, della proposta, del coinvolgimento. La serie-scudetto è già di per sé un evento. Particolarmente appassionante, inoltre, quando si sfidano due squadre orgogliose e di forte carattere come la UGF Fortitudo Bologna (campione d'Italia in carica) e il Cariparma. Due squadre che, seppure strutturate in maniera differente, si equivalgono nel rendimento. Tre partite vinte da Bologna, due da Parma dopo cinque gare (le prime due giocate nel "Nuovo Europeo" della città ducale, le altre tre al "Falchi" bolognese). Si arriverà all'ultimo sprint sul filo dell'equilibrio. Bologna è in vantaggio, le basta una sola vittoria per riconfermarsi numero uno d'Italia. Però si torna a Parma…
E' vero che la Fortitudo UGF di manager Nanni nel felice impatto con queste finali ha vinto due partite in trasferta (il 2-1 del 27 agosto e il 7-3 del 28 agosto), però c'è da immaginare che il Cariparma non sarà più così contratto e teso come quelle sere del primo week end. Quando s'è liberato di ogni eccessiva tensione, il Cariparma ha espresso il meglio del suo baseball andando ad espugnare due volte la roccaforte del "Falchi": 6-0 il 2 settembre, 7-5 il 3 settembre quando ha compiuto l'impresa di riacciuffare all'ultimo inning una partita che Bologna conduceva per 5-4 all'ottava ripresa. Le energie spese nell'orgoglioso e dispendioso recupero per riportare la serie in parità (soprattutto le energie nervose dell'aspra battaglia di gara4) hanno poi lasciato il segno. Facendo trovare un Cariparma sgonfio, grigio, deconcentrato la notte della sfida numero 5. Un Parma troppo piccolo per un grande Cody Cillo. Il quale con i suoi effetti e la varietà dei lanci ha imprigionato le temibilissime mazze ducali, costringendo Dallospedale, Yepez e compagni a raccogliere soltanto 4 battute valide. Non è la prima volta che il monte di lancio di Bologna riesce a bloccare, ipnotizzare il forte line-up del Cariparma: era già accaduto il 6 maggio, in gara1 del sesto turno di regular season: un enorme Jesus Matos e un efficace Victor Moreno (ben protetti dalla difesa) concessero appena 3 valide alla squadra di Gibo Gerali.
La storia di questo scudetto sta tutta qui: se il monte di lancio e la difesa di Bologna riusciranno ancora a mettere fuori ritmo e fuori equilibrio l'attacco del Parma. Lo hanno saputo fare in maniera magistrale sabato scorso. Però diventa difficile immaginare di nuovo un Cariparma anonimo come quello di quattro giorni fa. E' squadra da battaglia, il Cariparma. Vive di slanci, vive sull'entusiasmo. La Fortitudo UGF risponde con la sua personalità. Con la capacità di graffiare – spesso – nei momenti decisivi. No, non è corretto affermare che Bologna sia squadra più esperta. Rispetto alla stagione scorsa non ci sono più campioni collaudatissimi come Liverziani, Frignani, Pantaleoni, Austin. Ci sono, invece, dei ragazzi che stanno vivendo – con comprensibile emozione e con occhi pieni di stupore – la loro primissima esperienza in una finale-scudetto: Santaniello (22 anni), Malengo (21 anni), Reginato (20 anni), Fornasari (19 anni), tutti alla loro prima stagione in un Club importante. Inoltre, Ularetti (20 anni) e Alaimo (25 appena compiuti) che già erano in Fortitudo. Poi, chiaro che ci sono anche "veterani" (i trentenni e più) come Jairo Ramos, Betto, Landuzzi, Matos, Garabito, Moreno, Milano, Angrisano, Cillo. Indubbiamente la Fortitudo, aprendo un nuovo corso, in questo 2010 si è rinnovata e ha scelto di investire anche su interessanti prospetti. Ma quel che conta è la "mentalità" di un Club abituato a disputare partite di finale (nel campionato italiano e in Coppa dei Campioni).

LA CHIAVE – Fino ad ora la UGF ha avuto la capacità di togliere i big-inning al Cariparma. I tempestosi battitori di Gibo Gerali hanno confermato il loro spessore, la loro pericolosità, il loro punch (48 battute valide in cinque partite, 10 di Dallospedale, 7 di Yepez). Tuttavia, mai il Parma ha confezionato un vero big-inning. La squadra di Gerali s'è dovuta accontentare di… mezzi big-inning, sufficienti comunque per vincere gara3 e gara4 al Falchi: mi riferisco ai 3 punti messi a segno nel secondo e nell'ottavo inning di giovedì 2 settembre, e ai 3 punti prodotti alla sesta e alla nona ripresa per la vittoria strappata sull'ultimo tuffo venerdì 3 settembre.
Ecco, appunto, il principale merito della Fortitudo: aggrappata al monte e alla difesa, ha saputo tenere abbastanza sotto controllo le mazze del Cariparma. Evitando che… prendessero fuoco (tranne forse quella fiammata delle tre battute extrabase consecutive che hanno mandato all'inferno Matos in gara4). L'attacco del Cariparma, se gli viene concesso di entrare in stato di esaltazione, può diventare inarrestabile.

LE BASI SU BALL – Un altro merito di Bologna è rappresentato dalla abilità e dal tempismo con i quali ha saputo approfittare delle incertezze difensive del Cariparma: gli errori, "tagli" non sempre eseguiti correttamente, anche tiri non sulla base giusta. Oltre alle basi per ball e ai lanci pazzi dei pitcher. Bologna ci vive su queste cose. Quando mette uomini in base, sa essere pericolosa con le rubate di giocatori dai piedi veloci come Santaniello (3 rubate riuscite su 4 tentativi), Mazzuca e Garabito. Già: nel gioco sulle basi si fa preferire la Fortitudo, che in 5 partite ha rubato 9 basi (mettendo a dura prova catcher Bertagnon), mentre il Cariparma ha eseguito soltanto 2 rubate. Normale: ci si trova davanti a due stili di gioco differenti, Parma con il suo poderoso line-up punta forte sulla battuta e invece Bologna deve cercare di arrivare in base e produrre punti attraverso la strategia e l'intensità del gioco sulle basi. Infatti, è evidente quanto sia inferiore il potenziale di Bologna nel box di battuta. I numeri parlano chiaro: Cariparma 48 battute valide già totalizzate (media di 9.6 valide per partita), UGF Bologna 33. Dieci le battute extrabase della squadra ducale, sei quelle dei bolognesi. Però… per valutare in maniera corretta il comportamento offensivo d'una squadra non bisogna guardare soltanto al numero delle battute valide. Esistono anche altre voci statistiche da prendere in considerazione. Le basi su ball, ad esempio, valgono quanto un singolo. E un problemino del Cariparma nelle prime cinque gare è stato appunto d'aver concesso qualche base-ball di troppo. Un po' per colpa dei lanciatori e in parte per l'abilità dei giocatori fortitudini nel "limare" con pazienza i lanci, e star lì con la testa, guadagnandosi preziosi arrivi in base. Innegabilmente la Fortitudo è stata brava a sfruttare le basi su ball ricevute: 25. Quelle concesse invece dai bolognesi sono state 14 (cioè undici di meno). Se teniamo conto anche che Parma ha commesso un errore in più (6 contro 5), nonché due "colpiti" e due "lanci pazzi" in più, risulta completamente "mangiata", vanificata, la dote delle battute valide in più. E si scopre che, paradossalmente, il Cariparma pur avendo battuto di più… ha realizzato fino ad ora un punto in meno: 18, contro i 19 di Bologna.  Significa che con il gioco sulle basi (e sfruttando errori ed incertezze d'una difesa avversaria non impeccabile quand'è messa sotto pressione) la Fortitudo pareggia la maggiore potenzialità del Cariparma in battuta.

Marco Nanni e i suoi giocatori sono ancora lì che si mordono le dita per la grande occasione sprecata venerdì notte: in vantaggio per 5 a 4 al termine dell'ottavo inning, e pertanto a tre soli out dal portarsi nella privilegiata situazione di tre vittorie contro una, la Fortitudo è andata ad avvelenarsi clamorosamente la vita. Subendo la folgorante rimonta dell'orgogliosa banda di Gerali. Eppure… c'era Victor Moreno sul monte di lancio. Ma nella notte bolognese di "gara4" il line-up di Parma ha funzionato al meglio, riuscendo – per la prima volta – a smontare due big del mound come Jesus Matos e Victor Moreno. Sicuramente non è stata felice la gestione dei lanciatori da parte di Bologna: non si doveva far prendere a Matos due doppi e un triplo in sequenza al sesto inning (pare che Moreno, mandato presumibilmente un po' in ritardo a fare riscaldamento nel bullpen, non fosse ancora pronto), e lo stesso Moreno andava tolto in apertura del nono attacco parmense dopo la battuta valida di Zileri. E' ragionevole pensare che Fabio Milano sarebbe riuscito a "salvare" la vittoria. E invece è stato tenuto sul monte Moreno, che – già affaticato – è andato in tilt sulle smorzate. Commettendo anche quella "frittata" nell'assistenza in seconda base.
La notte successiva, sabato in gara5, è stata invece azzeccatissima e tempestiva da parte dello staff tecnico di Bologna la scelta dell'ingresso di Fabio Milano nel corso dell'ottavo inning a rilevare il bravissimo Cody Cillo che aveva già dato tutto dopo 7.1 inning di qualità e 123 lanci. Il mancino Milano, re dei closer, ha lasciato il segno della sua personalità e della sua solidità mentale.

CILLO E CORRADINI – Aveva necessità di ricaricare la batteria, il Cariparma, sabato sera. Dopo i grandi sforzi compiuti nelle due partite precedenti per recuperare la serie: dallo 0-2 al 2-2. Non aveva energie nervose, in gara5. Non era lì con la testa. E si è fatto mettere in trappola da un Cody Cillo enorme. Il quale ha concesso appena 4 battute valide alla squadra che, la sera precedente, di valide ne aveva firmate 15! Indubbiamente le prestazioni superlative di Roberto Corradini (Cariparma) in gara3 e Cody Cillo (UGF Bologna) sabato scorso in gara5 sono da incorniciare. Per controllo, sapienza tattica, orgoglio, resistenza, espressione tecnica. E per la capacità di mescolare i lanci e di giocare sui fili della zona dello strike. Spezzando il ritmo ai battitori. Ricordiamole con i "numeri" queste due performances. Corradini, nel 6-0 della prima partita del trittico andato in scena al Falchi: 9 rl, 4 k, 1 bb, 6 bvc, 0 ER, 117 lanci. "Partita completa" e "shutout". Superando anche la sofferenza di un infortunio (crampo all'avambraccio) che lo ha fermato a metà partita e che avrebbe potuto condizionarlo psicologicamente. Un capolavoro. Il pitcher veronese del Cariparma ha annullato l'attacco di Bologna e ha duellato alla grande con un Fabio Betto anch'egli molto bravo. Betto è stato in realtà un tantinello penalizzato dalle chiamate dell'arbitro Silvano Filippi. Impreciso, Filippi, ancora una volta. Sarebbe inopportuno affidare ancora a lui la partita dei lanciatori di scuola italiana (gara6 dellla serie) in programma venerdì 10 settembre a Parma. Le cifre del partitone di Cillo sabato scorso: 7.1 rl, 6 k, 3 bb, 4 bvc, 1 ER, 123 lanci. A proposito di lanciatori. I vincenti sono stati Matos in gara1, Ribeiro in gara2, Corradini in gara3, Grifantini in gara4, Cillo in gara5. Fabio Milano ha raggiunto la sessantesima "salvezza" della sua carriera italiana. Il closer della UGF è ancora a 0.00 di media-pgl in queste finali. Come Ribeiro.

SANTANIELLO SLUGGER – Non esce quasi mai dal diamante, si diceva di lui. Non ha il fisico per essere un battitore di potenza, andavamo tutti ripetendo. Livinston Santaniello, apprezzatissimo in difesa e nella corsa sulle basi, convinceva poco poco nel box di battuta. Viveva di validuzze interne e di basi su ball. E così, al Falchi il pubblico bolognese si è stropicciato gli occhi quando "Livi" ha fabbricato quel "legno" che ha spedito la pallina laggiù a destra, a scavalcare un Camilo posizionato abbastanza avanti perché mai e poi mai si sarebbe aspettato una battuta simile da Santaniello. Un triplo. Sulle tribune dello stadio bolognese le facce dei supporters della Fortitudo avevano l'espressione dello stupore.
Già, Santaniello. Non se n'è accorto nessuno, ma è proprio questo ragazzo ventiduenne – nono uomo dell'ordine di battuta – il migliore dell'attacco di Bologna dopo cinque partite delle finali-scudetto. Santaniello è primo per media-battuta (357), è primo come percentuale slugging (500) ed è primo per arrivi in base (percentuale di .526). Inoltre, è ancora a 1000 di media-difesa in seconda base (14 potout, 20 assist, nessun errore). Secondo battitore della Fortitudo per average è Jairo Ramos (316), poi Carlos Infante (313). Sono i soli – Santaniello, Ramos e Infante – sopra i 300. E' clamoroso lo slump di Eddie Garabito (2 su 20), sotto tono in attacco tutto quest'anno. Venerdì ha l'occasione per salvare la sua stagione.
Il più efficace battitore del Cariparma è l'ex-fortitudino Davide Dallospedale (500 di average). In gran forma nelle prime quattro gare. Sabato invece è andato in bianco. E stato tenuto a zero (da Cillo e da una attentissima difesa) e questa potrebbe essere la chiave di lettura della sconfitta (1-5) del Cariparma. Il team di Gerali propone poi Riccardo Bertagnon con 353 e l'utilissimo Marco Yepez a 350 (e 450 di percentuale slugging). In chiara ripresa Leo Zileri (278). In difficoltà Camilo (222) e Sambucci (111).

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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