Parma-Bologna, quarant'anni di sfide

Riviviamo la suggestiva storia di due Club fra i più prestigiosi del baseball italiano. I ricordi di Roberto Bianchi, 9 anni in Fortitudo e 4 con Parma

Come una folgorazione. Come un incantesimo. Sta riaccendendo antichi entusiasmi e intense passioni, a Parma e a Bologna, l'attesissima sfida per lo scudetto del baseball 2010. Sfida che comincerà – gonfia di pathos e di fascino – in questo week end: venerdì e sabato (ore 21) nel nuovo tempio del baseball parmigiano. C'è da credere che ci sarà il "tutto esaurito" nel Nuovo Europeo Nino Cavalli, di via Confalonieri Casati.
Parma è in fibrillazione, come da tanto tempo non accadeva più. Città dove il baseball è storia, cultura e prestigio, aspettava da tredici anni il momento d'essere nuovamente in corsa per lo scudetto. E per chi era abituato alle grandi performance, alle imprese, alle conquiste delle varie Germal, Parmalat, World Vision (9 campionati italiani, 13 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea, 5 Coppe Italia), tredici anni di attesa dall'ultimo tricolore debbono essere sembrati terribilmente lunghi. Un'eternità. Ma ora, nella stagione del "nuovo rinascimento", la gente di Parma vede finalmente l'opportunità di rivivere con Zileri, Yepez, Grifantini, Camilo, Martinez, Roberto Corradini, Dallospedale, Munoz, De Simoni, Bertagnon, Gasparri, Cicatello, Burlea le grandi emozioni degli anni ruggenti di Castelli, Gatti, Fochi, Varriale, Cattani, Manzini, Guzman, Miele, Gioia, Farina, Bertoni, Ciccone, Guggiana, Gallino, Gastaldo, Schianchi, Cherubini, Mari, Pagnozzi e tanti altri "eroi" delle storiche vittorie parmensi degli Anni 70, 80 e 90.
Sognare il decimo scudetto, quello della Stella, stavolta si può. Ma… dall'altra parte della barricata c'è Bologna. I biancoblù della Fortitudo. I campioni d'Italia in carica. Non è più lo squadrone potente dell'anno scorso, quello dei 51 fuoricampo, quello degli imperiosi Liverziani e Austin, tuttavia è pur sempre un Club che sa come si fa a vincere. Lo indicano chiaramente i tre scudetti conquistati nello spazio di sette anni (2003, 2005, 2009). E dunque merita il massimo rispetto. L'attuale Fortitudo è la squadra che propone la miglior coppia di lanciatori stranieri (Matos e Moreno), è la squadra di Betto, Jairo Ramos, Infante, Angrisano, Cillo, Garabito, Mazzuca, capitan Landuzzi, Milano, Ribeiro, nonché di un nutrito gruppo di giovani che – in buona parte – vivranno con trepidazione la loro primissima esperienza in una finale scudetto.
Decisamente eccitante, questo derby della via Emilia come atto conclusivo per il titolo tricolore. Bologna è altra città "storica", dove profonda è la cultura del baseball. Bologna firmò nel 1948 (con la allora Libertas) il primo scudetto di questo sport in Italia. Bologna da quarant'anni propone baseball ad alto livello con la Fortitudo: 8 Campionati italiani, 2 Coppe dei Campioni, 5 Coppe Italia e 1 Supercoppa italiana figurano nel palmares del Club biancoblù. Oltre a diverse finali. Anche la Fortitudo ha avuto squadre mitiche, come l'Amaro Montenegro dei primi anni Settanta (con Rinaldi, Calzolari, Meli, Lercker, Morelli, Luciani, Malaguti, Shone, Federico Corradini, Baldi), la Biemme del 1978 (Matteucci, Mondalto, Landucci, Di Marco, Black, Argentieri, oltre a Corradini, Rinaldi, Luciani, Lercker), la fortissima Be.Ca del 1984 e del 1985 (quella di Roberto Bianchi, Jackson Todd, Zunino, Radaelli, Rovezzi, Messori, Poma, Andrea Landuzzi, Denman), poi le varie Italeri degli anni Duemila (con Matteucci, Frignani, Sheldon, Betto, Rigoli, Liverziani, Landuzzi, Dallospedale, Fontana, Matos, Kelli Ramos, Pantaleoni, Milano) e la UGF di queste ultime due stagioni.
E' la prima volta di Parma contro Bologna in finale-scudetto da quando esiste (1986) la formula dei playoff. Serie finale inedita, dunque. Ma… fa sorridere quest'etichetta, se pensiamo a quante appassionanti e aspre battaglie Parma e Bologna hanno combattuto in un quarantennio. Qualcosa come duecento sfide, fors'anche duecentocinquanta.
C'è un Campione, bolognese, che di queste battaglie ne ha vissute diverse. Indossando entrambe le casacche. Lui è il "numero uno", il più forte battitore italiano di tutti i tempi, l'uomo dei record. Il mitico Roberto Bianchi. Nove ruggenti campionati in biancoblù, nella sua Bologna (1981-1989), vincendo la Tripla Corona nel 1987 in maglia Biemme con 474 di average, 27 homerun e 72 RBI. Ma anche quattro stagioni vissute intensamente in un grande Parma (1993-1996), arrivato nella città ducale dopo la parentesi di Milano dove firmò un'altra Tripla Corona. Il mitico "Whity" poi chiuse la carriera fra Rimini e Modena. Una carriera straordinaria. Le statistiche, in totale, parlano di 949 partite giocate, 288 fuoricampo, una media-vita di 384 (e una percentuale slugging in carriera di 730).
"Dei miei anni in Fortitudo – racconta Bianchi – ricordo bene le sfide con Parma. Erano partite sempre sentitissime. Noi vincemmo uno scudetto, nel 1984, con Jackson Todd ex-majorleaguer e con Radaelli sul monte, Bebe Messori ad assicurare buona difesa e Ricky Matteucci nel doppio ruolo di forte battitore e affidabilissimo closer. Tuttavia, era Parma in quel periodo la capitale: proponeva squadroni, targati Parmalat e poi World Vision, conquistò tre titoli italiani e dominava in Europa, ricordo che vinse sette Coppe dei Campioni quasi consecutivamente dal 1980 al 1988. Ogni volta che affrontavamo il Parma eravamo motivatissimi, il nostro sforzo raddoppiava, ci mettevamo il cuore in quegli scontri, è normale quando vai a sfidare una squadra più forte. E spesso le partite viaggiavano sul filo dell'equilibrio, erano molto tirate, finivano con punteggi stretti, uno o due punti di differenza. In quegli anni andavano molto forte anche Rimini e Grosseto. Ma i duelli con Parma avevano sapori speciali. Ho un bellissimo ricordo della Coppa dei Campioni 1985. Era un girone con la Fortitudo sponsorizzata BeCa, la World Vision, gli olandesi dei Nicols Haarlem e i belgi di Anversa. Si giocava su due diamanti, l'Europeo di Parma e il Falchi di Bologna. Ebbene, all'Europeo contro Parma, disputammo una partita magistrale. Noi avevamo Talarico sul monte, lanciò in maniera ottima. I ducali si affidarono a Remmerswaal ma vennero travolti. Un trionfo per Bologna, 15 a 5 il punteggio finale. Poi, vincemmo il braccio di ferro con gli insidiosissimi Nicols (4-1): quella sera d'inizio settembre fu fondamentale con i suoi lanci un grande Roberto Radaelli. Nell'ultima gara, al Gianni Falchi, sconfiggemmo i belgi per 4-0. L'Europa era nostra".
Era, quella, la Fortitudo non solo di Bianchi ma anche del tempestoso Greg Zunino, e di Matteucci, Radaelli, Bebe Messori, Dumouchelle, Andrea Landuzzi. La allenava maanager Vic Luciani, con la collaborazione dei coach Jim Black, Alberto Rinaldi, Angelo Baldi.
Decisamente meno felice l'incrocio con Parma dell'anno successivo, il 1986. Bologna difendeva la sua Coppa dei Campioni, ma la "bella" contro i ducali si trasformò in una disfatta: la Fortitudo, che in quella stagione riproponeva sulle casacche il marchio Biemme, crollò perdendo addirittura per manifesta inferiorità, al Falchi: 3 a 15. Fu una serie "stregata", con Bologna che perse subito (al primo inning) un campione come Lenny Randle, espulso dopo una scazzottata con Paolo Cherubini lanciatore della World Vision.
Da sottolineare anche – in questa rapida scorribanda nella storia quarantennale delle sfide fra Bologna e Parma – quello straordinario estenuante braccio di ferro nel campionato 1985. Due autentici squadroni, la World Vision e la BeCa. Interpreti di una emozionante galoppata. La World Vision Parma conquistò lo scudetto con 51 partite vinte, precedendo di un soffio la BeCa che arrivo a 50 successi.
Soltanto quattro le stagioni di Roberto Bianchi con la divisa del Parma, però sufficienti a fargli vincere due campionati italiani e una Coppa dei Campioni.
Chiudiamo con un aneddoto, andando molto indietro nel tempo, quando Parma (che si chiamava Tanara) non vinceva ancora ma era già Club molto ambizioso e la Fortitudo era una Società con poche risorse e doveva accontentarsi del quarto posto. E' il 1966. Inverno del '66. Carlino Morelli, già da anni bandiera del baseball bolognese, chiede alla Fortitudo di poter andare al Parma: vuole vincere uno scudetto, è un sogno che a Parma potrebbe realizzarsi ma a Bologna no. Il Consiglio Direttivo della Fortitudo lo accontenta. E si narra che il passaggio di Morelli sia avvenuto in cambio di quattro scatole di palline… Poi Morelli tornerà dopo due anni a Bologna, deluso per non aver vinto nulla a Parma. E c'è lui al centro del diamante quando nel 1969 la Fortitudo, targata Amaro Montenegro, vince il suo primo scudetto. Il Parma, invece, dovrà aspettare ancora, fino al 1976. Ma dopo… brucia letteralmente i tempi: ben 29 conquiste (fra trofei in Italia e in Europa) nello spazio di 24 anni. L'ultimo acuto: la Coppa Italia del 2000. E adesso?

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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