Che bello il baseball senza tie break

Al "Falchi" di Bologna, in apertura di round robin, 1100 spettatori inchiodati alle sedie fino all'una e un quarto di notte per il successo di Bologna sul Parma (1-0) al 14° inning

Alla faccia di quei due colleghi, abituati a disquisire di calcio, che durante una trasmissione televisiva di qualche tempo fa "bollarono" il baseball come sport noioso… Fossero stati al Falchi, ieri sera, si sarebbero accorti (forse) che è esattamente il contrario! Avrebbero visto quanta tensione, quanta carica emotiva, quanta strategia, quanta "guerra dei nervi", quanta intensità, quanto vigore, quanta passione, quanta tecnica, quanta resistenza, quanto pathos, insomma quanti volti, possono esistere in una partita che ha viaggiato per quattordici inning sullo zero a zero. Sì, 14 inning senza alcun punto, senza il lampo d'un fuoricampo, eppure vivi, energici, emozionanti, piacevoli, caratterizzati da tante situazioni (le 12 battute valide di un aggressivo Parma e i 15 uomini messi sulle basi, l'orgogliosa difesa d'una Fortitudo sorretta dai suoi pitchers e capace alfine di vincere pur confezionando appena 3 battute valide in quattordici inning). Quattro ore e un quarto vissute con il fiato sospeso in gola, nell'esasperante equilibrio d'una partita che non voleva avere un padrone.
Questa è la bellezza del baseball, quando una gara che pareva non finire mai (e che – imprevedibile – si allungava nel cuore della notte alla ricerca d'un vincitore) ti "cattura", ti coinvolge emotivamente, non ti concede neppure mezzo minuto per distrarti.
Se pensate che quattro ore e dieci minuti di zero a zero (il punto decisivo dell'1-0 è arrivato qualche minuto dopo) possano indicare che non c'è stato molto di interessante, siete completamente fuori strada. E' stata una partita dalle mille sottigliezze, di grande raffinatezza tattica. Da una parte i continui assalti del consistente lineup del Cariparma, che ad ogni inning metteva uomini sulle basi (per tre volte Parma ha fatto arrivare un corridore sul cuscino di terza); dall'altra parte la solidità mentale della UGF Bologna che è sempre riuscita ad uscire dai momenti difficili – aggrappata ai suoi enormi lanciatori – respingendo con una magistrale prestazione difensiva (la migliore della stagione) tutti i pericoli portati da un avversario che in battuta è indubbiamente più dotato, più continuo, più forte.
La bellezza del baseball è che nella post season (meno male!!!) non esiste quella stupida regola del tie-break, introdotta scioccamente nella IBL dal 2009 per le partite di regular season (dall'undicesimo inning ogni squadra attacca con già due corridori sulle basi e 1 eliminato). Lo "scopo" (???) sarebbe quello di rendere più rapide le riprese supplementari, ma a mio parere non si fa altro che snaturare lo spirito e la filosofia del baseball. Fortunatamente nei playoff questa regola viene chiusa in un cassetto: e in caso di parità, dopo il nono inning, si va ad oltranza nel cuore della notte… finchè non viene determinato un vincitore. Evviva le intense sane eccitanti maratone.
La bellezza del baseball è quando 1100 spettatori se ne stanno per oltre quattro ore inchiodati alle loro sedie, in una lunga sera di un giorno feriale (mercoledì), trovando emozionante e intenso anche uno zero a zero, e aspettando che… prima o poi il colpo di scena arrivi. Come nell'ultimissima pagina di un giallo. E sul quattordicesimo attacco della Fortitudo UGF, proprio al limite delle quattro ore e un quarto, la banda di Marco Nanni ha afferrato l'attimo fuggente. Lasciando il segno. Un lampo. A basi piene la corta rimbalzante di Alaimo a destra verso la prima, la corsa di Santaniello da terza a casabase: è una saetta, "Livi", e la sua velocità costringe Sambucci (il prima base del Cariparma) ad affrettare il tiro a casa. Lo fa senza il giusto equilibrio, assistenza imprecisa, nulla da fare per il catcher Bertagnon, Santaniello piomba a firmare il punto della vittoria bolognese.
Grande dimostrazione di lucidità e di opportunismo della Fortitudo sull'unico momento di affanno del Cariparma. Chiamatela anche fortuna, se volete.
Di sicuro per i ragazzi della band di Gerali una partita perfida, una notte "maledetta".
Il tifo del pubblico bolognese (da un anno non lo sentivamo così vivo…) ha trasmesso coraggio al gruppo biancoblù. Soprattutto al quattordicesimo inning. Ed è stato come ricevere nuove energie per gli uomini di Marco Nanni quando, in quel momento della notte, la stanchezza e la fatica avevano già cominciato ad appesantire le gambe di tutti i giocatori. Il Cariparma s'è fatto sorprendere ed ha pagato a caro prezzo quei pochi e soli attimi di "non reattività" dell'intera serata.
Il baseball è imprevedibile. Il baseball sa essere anche crudo, inesorabile. E nei confronti del team di Gibo Gerali lo è stato, in questa circostanza.
Parma ha battuto quattro volte di più (12 valide contro 3, addirittura il bilancio era 10 a 1 al settimo inning), ma ha vinto Bologna.
I tre lanciatori schierati da Gerali (Martinez, Grifantini, Cicatello) hanno chiuso con 0 di pgl. Però Parma ha perso.
Il baseball è anche strano.
La Fortitudo ha vinto questa intensa, estenuante, paradossale partita-thriller con l'unico punto segnato nelle ultime quattro partite e un terzo! Clamoroso. Per 43 inning la squadra di Nanni non era stata capace di arrivare una volta a casabase. Non segnava un punto esattamente dal 6° inning del penultimo turno di regular season, il 3 di luglio. E' uscita dal tunnel all'una e un quarto di ieri notte, alla quattordicesima ripresa della prima gara del round robin.
Il Cariparma ha saputo crearsi numerose opportunità. Non ha saputo concretizzare tutto il lavoro prodotto. Ma sarebbe ingeneroso nei confronti di Zileri (al rientro), Camilo, Bertagnon e compagni parlare di demeriti. Più giusto, invece, sottolineare i meriti – notevoli – della difesa di Bologna. E del suo grande monte di lancio straniero. Jesus Matos ha avuto il compito più difficile, quello di contrastare l'attacco parmense nei sette inning di maggiore aggressività e freschezza del Cariparma: e Jesus, lanciando con intelligenza, pur concedendo 9 valide ha saputo comunque chiudere le porte agli assalti avversari. Victor Moreno, salito sul mound bolognese all'ottavo inning, è stato semplicemente fantastico. Imperioso, come indicano gli 8 strikeout in 4 riprese lanciate. Fabio Milano (lanciatore vincente) ha tirato 3 inning con grande sapienza tattica.
Tuttavia le enormi prestazioni dei lanciatori non sarebbero bastate senza una difesa che – forse per la prima volta quest'anno – è stata impeccabile: esaltata da un paio di autentici "capolavori" di Jairo Ramos. L'esperto prima base italo venezuelano della Fortitudo è in splendida forma e si è prodotto in prodezze strappa-applausi (uno spettacolo nello spettacolo): grandi riflessi, grande tecnica, perfetto tempismo nel catturare con il suo guantone una secca linea di Ugolotti al 7° inning (con Sambucci sul cuscino di terza base e Bertagnon in prima) e l'altrettanto velenosa legnata di Munoz al 12° (con Bertagnon in base). Non soltanto Jairo Ramos ha letteralmente tolto al Parma due battute valide, che avrebbero fatto terribilmente male ai bolognesi, ma in entrambe le situazioni ha anche completato il lavoro con il doppio gioco difensivo. Un muro. Notevole anche un intervento del giovane esterno centro Riccardo Fornasari che all'12° inning, in corsa, spalle al campo, ha neutralizzato una profonda pericolos8ssima battuta di Manny Gasparri
Difesa bolognese granitica. Però questa Fortitudo, orfana di Carlos Infante che presumibilmente tornerà in campo dalla prossima settimana, presenta un lineup decisamente poco consistente.
I "top prospects" non graffiano. Dai vari Reginato, Malengo, Santaniello, Fornasari si pretende qualcosina in più nel box di battuta. Altrimenti si va poco lontano.
Non si può pensare di continuare a vincere 1-0 al quattordicesimo inning battendo appena 3 valide…

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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