Galarraga e la svista clamorosa che gli ha negato il perfect-game

L’arbitro di prima base prende un clamoroso abbaglio sull’ultima chiamata ed non permette al 28enne lanciatore venezuelano dei Tigers di realizzare il "perfect game" – Ken Griffey Jr. si ritira

Un errore di quelli di cui si parlerà per anni, decenni, forse secoli. Uno di quei sbagli che potrebbero cambiare per sempre le regole di questo sport e che potrebbero dare la spinta definitiva all’ampliamento della moviola in campo, per ora limitato solo alle chiamate sui fuoricampo dubbi. La partita è quella dello scorso 3 giugno tra Detroit Tigers e Cleveland Indians. Sul monte di lancio Armando Galarraga aveva eliminato 26 battitori senza mai sporcare le basi. Era ad un passo dalla 21esima partita perfetta nella storia della MLB.  Nel box di battuta Jason Donald batte valido ed inizia la sua corsa verso il cuscino di prima base sulla quale arriva, secondo il 54enne arbitro di prima base Jim Joyce, prima della palla. La chiamata lascia molti dubbi hai presenti ma l’arbitro è irremovibile, il giocatore è salvo, il perfect game svanisce all’ultimo ostacolo. Poi a fine partita, Joyce controlla il replay e si rende conto del clamoroso errore e delle tremende conseguenze che questo comporta per il giovane pitcher dei Tigers, privato ingiustamente di un traguardo storico che difficilmente si ha la possibilità di raggiungere nel corso di una carriera. E scoppia in lacrime. Qui la storia si dipinge di buoni sentimenti con l’arbitro, che a differenza di quanto accade in Italia nel calcio non è obbligato al mutismo, che corre a chiedere scusa a Galarraga “Era la chiamata più importante della mia carriera e ho sbagliato tutto”, ha detto Joyce, “sono costato il perfect game a questo ragazzo. Ero davvero convinto che Donald avesse anticipato l’assistenza sul cuscino di prima, almeno fino a quando ho visto il replay”. La risposta di Galarraga non si è fatta attendere “Sono triste, ho guardato il replay 20 volte e non capisco come si possa chiamare salvo.” Ma poi concede il “perdono”  all’arbitro con grande signorilità decidendo di concentrarsi sul proseguo della stagione dei suoi Tigers che contundano ad essere a 3.5 lunghezze dalla vetta della Central Division di American League, ancora saldamente in mano ai Minnesota Twins.
Sempre in AL fa clamore l’addio con effetto immediato al mondo del batti&corri statunitense del 40enne Ken Griffey Jr., slugger dei Seattle Mariners. Arrivato alla bellezza di 630 fuoricampo all’attivo, uno dei più forti giocatori di tutti i tempi, sicuro prossimo Hall of Fame anche per le sue incredibili doti difensive,  l’ormai ex esterno dei Mariners saluta tutti dopo soli due mesi di regular season. In carriera ha vinto il titolo di Mvp della American League nel 1997 e dieci volte il Gold Glove giocando in totale 13 All-Star Game (in tre
occasioni ha vinto l’Home Run Derby). La storia personale di Griffey, segnata nel baseball da tre squadre (due volte a Seattle, in mezzo Cincinnati Reds e CHicago White Sox), contempla anche un tentativo di suicidio: a 17 anni il futuro campione tentò il suicidio ingerendo 277 aspirine. Il giocatore successivamente motivò il suo gesto con una crisi depressiva e contrasti con il padre, altra pietra miliare del baseball americano. L’addio cambia ben poco per i Mariners che questa stagione viaggiano solitari in fondo alla classifica della West Division a meno 8 dalla vetta per ora in mano ai Rangers. Texas è ancora prima ma ha subito il ritorno degli Angels che, con 8 vittorie nelle ultime 9 gare (5 delle quali in trasferta), si riporta prepotentemente ad sola mezza lunghezza dal primo posto. A ruota delle due franchigie i sorprendenti Oakland A’s che navigano ad una sola vittoria dai Rangers.
Dalla East Division continua a dominare tutta la American League Tampa Bay. I Rays non conoscono sosta e continuano ad inanellare risultati positivi. Attualmente il record della franchigia della Florida è di 37 vittorie e 20 sconfitte, il migliore di tutta la MLB, con un 22-8 raccolto fuori casa che racconta tutto il carattere di questo roster. Gli Yankees rendono viva la lotta per la conquista del girone con un 35-22 che consentirebbe ai “Bronx Bombers” di essere primi in qualunque altra Division della Major. Rientrano in corsa anche Boston e Toronto che stazionano a 4.5 da Tampa. Chiude il girone Baltimore, che con 16 vittorie e 41 sconfitte è la peggiore franchigia della MLB e che ha esonarato il manager Dave Trembley. A sostituirlo ad interim, il manager di terza base Juan Samuel.
In National League continuano a sorprendere gli Atlanta Braves che non solo si sono frapposti nella lotta apparentemente a due tra Phillies e Mets nella East Division, ma al momento hanno messo in fila tutti e si sono portati in vetta al girone con 33 vittorie e 24 sconfitte. Philadelphia segue a 2 lunghezze e New York, reduce da un importante sweep conquistato in casa contro i Marlins, a meno 3. I metropolitan hanno messo in fila 22 vittorie in casa, il miglior record della Major, e stanno cercando di tenere testa al roster di Bobby Cox che nelle ultime 10 gare ha conosciuto la sconfitta solo 2 volte.
Altra sorpresa è quella che Dusty Baker ed i suoi Cincinnati reds stanno regalando alla Central Division. I St.Louis Cardinals, che partivano strafavoriti, condividono la testa del girone con questa squadra che non accenna a mollare il colpo.
E’ corsa a tre, almeno per il momento, la West Division di NL con San Diego che mantiene la vetta del girone e con Los Angeles (in ripresa dopo un avvio a dir poco stentato) e San Francisco che seguono rispettivamente a meno 0.5 e meno 2.5. Colorado è dietro con 4 lunghezze di distanza ma pronto a rientrare come si creerà l’occasione mentre fuori dai giochi appare Arizona fanalino di coda a 11.5 dalla vetta. I D-backs hanno da poco effettuato uno scambio con i Tigers acquistando il partente Dontrelle Willies in cambio del rilievo Billy Buckner.

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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