De Biase salva il San Marino: 7-5 al Godo

Imperioso walk-off homerun dell'italoargentino, il quale risponde al fuoricampo da 3 punti di Mattia Bucchi che aveva spinto i ravennati al comando nel loro nono attacco

Quando Max De Biase, gli occhi della tigre e l'imperiosa "35" saldamente fra le mani, ha schiantato quella "dritta" di Palencia rimasta alta, scaraventando la pallina lontano lontano (fino a farla volare addirittura oltre il tabellone segnapunti…), s'è chiusa lì una partita che ha concentrato quasi tutte le emozioni in un ultimo "pazzo" inning.
Walk-off homerun. Il fuoricampo della squadra di casa all'ultimo inning. A mettere la parola fine al match. De Biase, l'uomo della provvidenza. Manda la pallina in cielo, sul primo lancio, battezzando perfettamente la dritta veloce del pitcher avversario. Con la sua performance De Biase ha risposto – inesorabilmente e crudelmente – alla prodezza di Mattia Bucchi, il ragazzo di Godo che alcuni minuti prima aveva fatto volare la palla oltre la recinzione: un homer da circa 110 metri e – soprattutto – da 3 punti che di colpo cambiava la sfida.
Godo, la piccola coraggiosa Godo, ha sognato l'impresa. Con quel big inning da 5 punti nel so nono attacco. E il giovane Mattia Bucchi sarebbe stato l'eroe d'una notte memorabile. Ma il sogno di Mattia e dei "cavalieri" ravennati si è infranto, poco dopo, sul bastone terribile di De Biase e su quel terrificante swing.
Il fuoricampo da 2 punti, rabbioso e maestoso, dell'italoargentino del San Marino ha ribaltato di nuovo una gara sulla quale improvvisamente i Godo Knights erano balzati firmando clamorosamente 5 punti nella parte alta della nona ripresa.
Una storia ai confini dell'incredibile. Otto inning monotoni, con i Titani a raccogliere quattro punticini abbastanza presto (1 nel loro secondo assalto, 1 nel terzo, 2 nel quarto), per poi mettersi a gigioneggiare e a sonnecchiare nell'umida e fredda notte sammarinese. Tanto… bastava un dominante Vincente Bonilla, ancora a zero di media-pgl, a tenere sotto controllo la situazione. E poi, il Godo pareva proprio non avere la forza per mettere paura al San Marino. Dalla collinetta sammarinese Bonilla concedeva soltanto briciole: 3 validuzze in sette inning. E dunque, la partita si trascinava senza sussulti verso la conclusione: 4-0 per la squadra di manager Doriano Bindi al termine dell'ottava ripresa. Pareva non esserci alcun pericolo per i vicecampioni d'Italia, anche perché José Escalona (rilievo dell'eccellente Bonilla) si proponeva in maniera molto efficace: l'ottavo attacco del Godo durava… un battito di ciglia.
Nulla, assolutamente nulla, lasciava immaginare quel che stava per accadere.
Il Godo di manager Steve Weidner di colpo si accendeva. L'aggressività dei "Goti" sorprendeva un San Marino che troppo presto aveva deciso di accontentarsi, tirando i remi in barca. Il Godo, invece, aveva ancora voglia di dare battaglia. Marco Sabbatani, uno dei boys, suonava la carica. Con un bel singolo. Poi, lancio pazzo di Escalona. E successivamente base su ball concessa a Villalobos. Il lanciatore del San Marino perdeva il controllo della situazione e si faceva battere da Burnham: singolo al centro, per il punto di Sabbatani. Curiosità: è il primo punto stagionale concesso dal San Marino nella partita dei lanciatori stranieri. José Escalona, sorpreso, confuso, veniva anche (e tanto) tradito da un errore (anzi, un… orrore) di Giovanni Pantleoni: il terza base sbagliava di due metri l'assistenza in seconda! Roba da non credere per un difensore di classe e solitamente affidabilissimo come Giò. Entrava il punto di Villalobos per il 2-4. E nessun out. San Marino stava complicandosi maledettamente la vita. Ma… quel che non t'aspetti doveva ancora venire. Con due corridori sulle basi (Burnham e Montalbetti), si arrivava all'ottavo uomo del lineup ravennate. Mattia Bucchi. Il giovane seconda base del Godo era stato decisamente grigio e inconcludente nelle sue tre precedenti apparizioni nel box di battuta. Ma stavolta Mattia si vestiva di luce, raccoglieva gloria a piene mani confezionando con un gran "legno" a sinistra un homerun da 3 punti! Godo balzava al comando. Pazzesco. Da 0-4 a 5-4. Ora, c'era da stringere i denti soltanto per l‘ultimissimo assalto dei sammarinesi. Tre out. Soltanto tre out da fare. L'impresa era lì, dietro l'angolo. E subito Granato veniva eliminato. E allora restavano solo due eliminazioni da compiere. Ebbene, qui Robert Palencia non ha mostrato nervi saldi. Pantaleoni gli ha stampato un doppio (Giovanni, giocatore orgoglioso ed esperto, s'è così fatto parzialmente perdonare l'erroraccio difensivo che aveva aperto la strada al sorpasso dei Goti). Poi, singolo di Carlos Duran per il punto di Pantaleoni. Pareggio. 5 a 5.
Ed ecco lui nel box di battuta, Max De Biase, il bombardiere del Titano, l'uomo che batte con una mazza grossa e pesante (fatta arrivare appositamente dal Canada) come quelle che usano i big della Major League. Palencia gli ha tirato una palla in mezzo al piatto, rimasta alta. Un invito a nozze per De Biase. Il giro di mazza di Max è stato tempestoso. E il fuoricampo impressionante. A regalare belle emozioni ai fans infreddoliti del San Marino, in una notte di rugiada e nebbia bassa.
De Biase per la battuta decisiva e per i 2 punti spinti a casa, e Carlos Duran per l'ottimo average (3 su 5, con un doppio e un triplo) sono stati offensivamente i più consistenti in un San Marino che – tuttavia – puo' e deve essere più brillante.
Due errori difensivi di Pantaleoni in una partita: chissà se era mai accaduto, di sicuro fa notizia. Ottimo lavoro di Sheldon in prima base.
La prodezza di De Biase, che ha messo la parola fine sulla gara, ha permesso a José Escalona di risultare statisticamente il lanciatore vincente. Proprio lui che la partita l'aveva compromessa e la stava perdendo. Va detto, per la verità, che quattro dei cinque punti subìti sono "unearned". Non guadagnati sul lanciatore. Per via dell'errore difensivo che ha incasinato il San Marino.
Grazie a De Biase, Escalona ha finito per togliere quella che sarebbbe stata la terza vittoria in tre partite per Vincente "Henry" Bonilla. Comunqe, Bonilla va tranquillo: dopo 20.2 riprese lanciate, il salvadoregno che vive in America è ancora a 0,00 di media-pgl.
Due valide su quattro turni per Gary Burnham e per Marco Sabbatani in un Godo che ha chiari limiti offensivi ma che è sorretto da uno spirito apprezzabile e che (almeno nella partita dei lanciatori stranieri) sa tenere più che dignitosamente il campo.
Ora la sfida si sposta sul diamante "A.Casadio" della cittadella in provincia di Ravenna, stasera (Forte e Da Silva i lanciatori partenti) e domani sera (Galeotti contro Palanzo). Con inizio alle ore 20,30.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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