Landuzzi:"Ecco la mia Fortitudo"

La storia di "Bidi" il fedelissimo: all'età di 37 anni diventa ufficialmente stasera (in Bologna contro Godo) il nuovo capitano del Club biancoblù, del quale fa parte da 23 stagioni

C'è qualcosa che accomuna Franco Colomba, l'allenatore del Bologna Calcio, a Stefano Landuzzi detto "Bidi" umile interprete dello sport della mazza e del guantone.
Il tecnico dei rossoblu è stato invitato stasera allo stadio "Gianni Falchi", il tempio del baseball bolognese, per lanciare simbolicamente la prima pallina del nuovo campionato IBL. Il campionato della rivoluzione, il campionato del modello a franchigie, un campionato destinato ad aprire una pagina storica per questo sport in Italia.
Franco Colomba è un'immagine di bolognesità, anche se le sue radici sono grossetane (toh, terra di baseball…). Interessante prospetto del calcio italiano, arrivò nella città delle Due Torri ch'era diciottenne o poco più. Stagione 1973. A parte un paio di campionati in prestito, ha sempre indossato i colori rossoblu. Fino ai primi anni Ottanta. Centocinquantanove partite. Guadagnandosi sul campo l'ammirazione e la simpatia della gente, per la sua fedeltà, per il suo stile. Poi, da giocatore e successivamente da tecnico, ha girato diversi angoli d'Italia. E finalmente il 20 ottobre 2009, ha potuto afferrare quel sogno che inseguiva da tanto tempo: diventare allentore del "suo" Bologna.
Stefano Landuzzi, bolognesissimo, è un fortitudino doc. Scoprì il baseball che era ancora un "cinno" (termine dialettale per indicare un ragazzino, poco più d'un bimbetto), abitava vicino al "Falchi" e l'influsso dello stadio del baseball era decisamente forte in quegli anni: le gesta di battitori tempestosi come Roberto Bianchi e Ricky Matteucci coinvolgevano abbastanza la città. E nel cortile del palazzo dove stava Bidi i bambinetti trovavano divertente e stimolante giocare con mazza, guantone e con quella palletta con le cuciture rosse. Preferendo quel gioco, anziché dare i soliti calci ad un pallone. A "landuzzino" non piaceva tanto studiare, cosicché spesso sgattaiolava fuori di casa e correva in cortile, e ogni giorno il baseball lo appassionava sempre di più. Poi, fece un corso in parrocchia. Fino ad arrivare al settore giovanile della Fortitudo. Le partite (assieme ai fratelli Frignani) nel mitico "Falchino", storico diamantino a due passi dal campo dei campioni della serie A, i primi preziosi insegnamenti degli allenatori che erano Paolo Frignani (il papà di Fabio e Lele) ed Ermanno Barbieri. A fine allenamento, tutti a correre al Falchi a vedere i "grandi", ad ammirare i vari Zunino, Dumouchelle, Radaelli, Andrea Landuzzi, Matteucci, Bianchi, Messori.
Una carriera tutta in biancoblù, quella di Stefano Landuzzi. Cuore fortitudino.
Terminato il settore giovanile, Bidi indossa la casacca della prima squadra. Succede nella stagione 1991. Ha diciott'anni. E si presenta nella maniera più clamorosa: battendo un gran fuoricampo al suo primissimo turno di battuta nella massima serie! La butta fuori addirittura su un lancio di uno dei lanciatori più affermati del campionato, quel Paolo Cherubini che allora giocava per l'ambiziosa Mediolanum.
Già lo chiamavano "Bidi". Un soprannome nato quando giochicchiava a baseball nel cortile, perché canticchiava in continuazione una canzoncina che faceva… Bidi Bodi Bu ed era la sigla in Tv d'una pubblicità dei materassi Permaflex.
Bidi, vecchia quercia, è ancora in pista. Sedici stagioni (una è stata completamente saltata per un infortunio) di serie A. E' stato un ottimo catcher. Ora è un eccellente esterno sinistro. Ha indossato la maglia azzurra della Nazionale maggiore, partecipando addirittura ad una Olimpiade: quella di Sidney. C'è un episodio della carriera che Bidi ricorda molto volentieri: una partita fra Italia e la mitica Seleccion di Cuba. Al Falchi. Loro, i cubani campioni del mondo, schieravano sul monte di lancio uno straordinario talento, José Contreras, successivamente diventato una "star" della Major League statunitense indossando le divise dei New York Yankees, dei Chicago White Sox per lungo tempo e, dalla stagione scorsa, di Colorado. Ebbene, quella sera bolognese si accese una magìa e la mazza dell'umile Landuzzi confezionò una battuta valida contro il grande Contreras, che sembrava intoccabile…
Da ventitre anni, cioè da quando debuttò nel settore giovanile, Stefano Landuzzi detto Bidi è fedele alla casacca Fortitudo. Sempre al servizio del gruppo. Con ammirevole dignità. Con la "F" ha vinto 3 scudetti, nello spazio che va dal 2003 al 2009.
E ora che è trentasettenne diventa capitano della "sua" Fortitudo. Afferrando il testimone che gli ha passato l'amico d'infanzia, e di tante avventure in diamante, Lele Frignani. Un ruolo che, prim'ancora di Frignani, è stato di un altro giocatore-simbolo della Bologna del baseball: il grande Riccardo "Ricky" Matteucci (1299 battute valide in carriera!).
Questa sera, nella partita d'apertura della stagione al Falchi, nell'anticipo televisivo che opporrà la Fortitudo UGF Assicurazioni ai Godo Knights, sarà per Bidi Landuzzi una serata indimenticabile. Gonfia di emozioni.
Sentirsi capitano di un club al quale ha dato tutta la sua vita d'atleta dev'essere veramente qualcosa di speciale.
"Una soddisfazione immensa, lo confesso, questo incarico che mi è stato dato. Bellissimo, per me che da 23 anni indosso questa maglia. So che è un ruolo importante e di notevole responsabilità, soprattutto ora che si apre un nuovo corso. Sono pronto. La Fortitudo che si presenta al via della stagione 2010 è una squadra rinnovata, una squadra che ha perso giocatori importanti dopo la vittoriosa cavalcata dell'anno scorso e che inizia un nuovo cammino partendo dall'inserimento di giocatori giovani molto interessanti. E' dunque un gruppo che deve crescere, che dovrà diventare sempre più compatto mese dopo mese. Il ruolo di capitano sarà proprio quello di fare da collegamento fra la nuova generazione e il resto della squadra, con l'aiuto anche degli altri giocatori di vasta esperienza come Fabio Betto, Jairo Ramos, Fabio Milano. Noi dovremo trasmettere ai giovani la mentalità della Fortitudo, un club abituato ad essere competitivo ad alto livello".
"Sono convinto che la Fortitudo farà belle cose anche quest'anno. I ragazzi che sono arrivati sono i migliori prospetti in circolazione. Sono giocatori che hanno già avuto esperienze l'anno scorso in A1: Reginato e Santaniello hanno giocato a Reggio Emilia, Malengo a Godo. Sarà un campionato importante per Ularetti, alla sua seconda stagione con noi. E anche per Alaimo. Dopo il campionato in A2 con Castenasso, entra nel roster della prima squadra Fornasari. Che è un buon prodotto del settore giovanile della Fortitudo".
"E' vero, del gruppo che ha vinto il titolo di campione d'Italia nell'agosto 2009 non ci sono più Liverziani, Austin, Pantaleoni, Frignani, Stocco. Però c'è stato il ritorno importante di un ottimo lanciatore come Cody Cillo, c'è stato l'arrivo di un giocatore espertissimo e affidabile come Jairo Ramos. Siamo riusciti a tenere ancora personaggi come Matos, Moreno, Garabito, Infante, Angrisano, Ribeiro, Mazzuca".
"Chiaro – prosegue Bidi Landuzzi – che dispiace enormemente non vedere con noi Claudio e Daniele, che ora credo abbiano in mente un progetto per insegnare la tecnica del baseball ai bambini. E sono sicuro che lo sapranno fare benissimo. Ma noi dobbiamo guardare avanti, bisogna andare avanti. La Società ha capito questo, ha fatto investimenti importanti su giocatori giovani e di talento. L'importante è il gruppo. La Fortitudo deve continuare ad essere una bella famiglia: questa è sempre stata la nostra forza".

Stasera gara1, quella dei lanciatori stranieri, sotto gli occhi delle telecamere RAI. Sulla collinetta del Falchi, in casacca biancoblù per la settima stagione consecutiva, Jesus Matos. Il re dello slider. A fargli da rilievo è pronto l'affidabilissimo Victor Moreno, il cui apporto nella stagione scorsa è stato estremamente prezioso.
Con molta curiosità vedremo e verificheremo i nuovi lanciatori stranieri del Godo: Robert Palencia e Keith Ramsey. Con eventuale chiusura del greco Pete Sikaras, oggetto del desiderio di tutti (anche della Fortitudo…) durante il periodo del "mercato" ma rimasto ancora fedele ai Goti.
Serata speciale. Alle 20,30 con la "Festa del baseball". Poi il lancio della prima pallina, che partirà dalla mano dell'allenatore del Bologna Calcio. E alle 21 la primissima sfida di quella che è la stagione della rivoluzione.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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