
Nel quartier generale di Castelldefels, a poco più di una decina di chilometri a sud di Barcellona, Mauro Mazzotti sta caricando a puntino la sua Spagna per il debutto al Mondiale 2009. Il gran giorno, o meglio "el partido" come gli iberici hanno ribattezzato l'importante match d'esordio alla World Cup, è arrivato. Oggi, a "las siete de la tarde", al Montjuic, c'è l'atteso confronto con il Sudafrica e per l'allenatore di Cesena, fortemente voluto dalla Real Federación Española, sarà la prima "vera" uscita ufficiale. Anche se il 31 agosto scorso ha guidato gli iberici nelle amichevoli contro UCLA, è quella di stasera la sfida da cui dipenderà il prosieguo della Spagna al torneo mondiale.
Tutto in 9 inning per Mazzotti e la sua compagine, pronta a scendere in diamante per il big-match, che ha tanto anche di Italia. A cominciare da due coppie del nostro campionato, Remigio Leal e Joel Hernandez del Nettuno assieme a Fernando Gutierrez e Jorge Balboa del Rimini, chiamati a rendere più competitivo il roster giallorosso. E chissà come si sentirà Mazzotti tra poche ore quando al posto dell'inno di Mameli suonerà la "Marcha Real", l'inno nazionale spagnolo: "Sarà certamente un'emozione strana, diversa, mai provata prima – confessa al telefono a Baseball.it il tecnico cesenate – come è altrettanto strano vedere e sentire i miei ragazzi quando si riuniscono davanti al dug-out gridando Espana, una sensazione particolare…"
Cosa ti aspetti realmente dalla tua squadra in questa World Cup?
"In cuor mio mi aspetterei di passare il turno. In Nazionale è diverso dal club, occorre tirare fuori il massimo in poco tempo. Per cui cambiare poco e usare il meglio da tutti, tenendo la concentrazione alta in un torneo in cui si gioca tutti i giorni. Il Sudafrica è abbordabile, è la gara della possibile vittoria. Sin dall'inizio ho detto ai miei che questa col Sudafrica sarebbe stata "el partido", l'impegno principale, quindi ce la giochiamo subito. Chi vince ha buone chance di arrivare nel gruppo delle terze. Hanno una squadra giovane, cinque giocatori vantano esperienza negli USA, qualcuno è arrivato in doppio A, ce la giochiamo. Partirà sul monte Eric Gonzales. Ha avuto una buona stagione quest'anno, abbiamo fiducia in lui, è in grado di condurre bene la gara. I lanciatori saranno decisivi. Rilievi? Tutti a disposizione visto che è la partita chiave. Con Cuba sfida impossibile, con Portorico difficile, si presentano con una squadra di tutto rispetto ed il loro allenatore ha detto di voler arrivare fino a Nettuno! Noi però stiamo giocando già da 2 settimane, sempre a Barcellona, abbiamo disputato anche 5 gare amichevoli di preparazione con UCLA Alumni, tutte vinte… ma era un test per provare e provare, dovevamo fare anche quattro tagli, a malincuore. Il gruppo fondamentalmente è quello storico che nel 2007 ha dato qualche amarezza al baseball italiano, cui si sono aggiunti man mano giocatori delle Minors".
In sei appunto arrivano direttamente dalle leghe minori statunitensi per dar man forte alla Spagna…
"Sì, c'è il lanciatore Antonio Noguera, è nato a Caracas 21 anni fa e milita in singolo A con i Lexington Legends, organizzazione Astros. Un altro pitcher è Rhiner Cruz, 22 anni da Santo Domingo, anche lui dal singolo A dei Mets con i Savannah Sand Gnats. Un terzo lanciatore viene da San Juan de la Rambla, nelle isole Canarie, è Eric Gonzales: ha compiuto 23 anni quattro giorni fa e milita in singolo A avanzato con i Lake Elsinore Storm, organizzazione San Diego Padres. Ci sono poi i gemelli Figueroa, Paco che è un seconda base e Daniel che è un esterno, entrambi hanno giocato in doppio A con Bowie Baysox, squadra affiliata agli Orioles. Infine l'esterno Lesther Galvan, un rookie proveniente dalla Dominican Summer League (Twins): ha solo 19 anni ed è il più giovane elemento del roster spagnolo".
Debuttate al Mondiale sul terreno del Montjuic, davanti ai vostri sostenitori, ci sarà entusiasmo alle stelle…
"Giocare in casa è molto importante. Il baseball in Spagna è una realtà minore e questi eventi possono solo che far bene. Creano grande entusismo intorno alla Nazionale che rappresenta il fulcro del baseball spagnolo. Ci sono anche tanti validi giocatori, li ho conosciuti progressivamente e su alcuni ho cambiato molto il mio giudizio, ho capito davvero di che pasta sono fatti. Per questo dico che le aspettative su di noi ci sono e sono tante, l'ambiente è positivo, l'interesse è in aumento anche ai nostri allenamenti. Eppoi lo stadio che è migliorato tantissimo, è stato reso molto più efficiente…"
Secondo te, chi arriverà fino in fondo, a giocare le partite decisive di Nettuno alla fine di settembre?
"Direi Cuba, USA, Giappone e Corea sono le più accreditate. Cuba perché è Cuba, gli USA perchè hanno una gran buona squdara, il Giappone e la Corea perché a livello internazionale sono sempre competitive. Italia e Olanda? Beh, gli orange hanno dimostrato negli ultimi 2-3 anni di essere superiori agli azzurri, ma speriamo di riprenderci presti quella che era la nostro leadership".
Baseball e Olimpiadi, da Berlino è arrivato un duro colpo per il movimento. Prevedi qualche ripercussione sul Mondiale?
"Non credo proprio anche se il colpo è stato davvero molto pesante. Ma il carrozzone del Mondiale era già avviato per cui non ne soffrirà. La World Cup sono certo verrà organizzata per bene in tutti i siti. E' un evento storico, si gioca in 7 paesi. Per il futuro però occorre capire molto bene dove lavorare per permettere al nostro sport di tornare alle Olimpiadi".
Doveroso, in conclusione, un saluto per gli azzurri…
"Auguro loro il massimo successo, di fare bene. Sono stati sfortunati con quelle defezioni sia dagli USA che dall'Italia, probabilmente si aspettavano una squadra con qualche elemento decisivo in più, purtroppo può accadere. Penso però che gli azzurri possano fare un buon Mondiale, sperando in qualche impresa. Chi tifo? Per l'Italia ma soprattutto tifo per il baseball, per chi ha organizzato l'evento, con l'augurio che tutto vada bene e che ci possano essere quei ritorni economici, di immagine e di spettatori, soprattutto in vista della IBL 2010".
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