Bologna, le mani sul tricolore

San Marino battuto (17-7) a suon di valide, serie sul 3 a 1. Le speranze della T&A nel braccio di Da Silva ma occorre ritrovare lo spirito di un anno fa

La UGF Banca Bologna "vede" lo scudetto. Con una gara esplosiva nel box di battuta e un monte di lancio mai seriamente in difficoltà la formazione di Marco Nanni espugna per la seconda sera consecutiva il campo della T&A San Marino e a questo punto può solo gettare alle ortiche la vittoria nelle Gioco Digitale Italian baseball series.
Squadra cinica, capace di sfruttare al meglio ogni minimo errore degli avversari, la Fortitudo chiude con un 17-7 che dice più di ogni commento come sia andata la gara. Irriconoscibile per i "titani" Horacio Estrada, certo non aiutato dalla difesa, mentre Jesus Matos fa la sua parte senza strabiliare e nel box i compagni lo aiutano a suon di valide. Alla fine Bologna ne batterà 15 (ottimo il 3 su 6 di Landuzzi con un singolo a basi cariche con 2 out che ha tagliato le gambe a San Marino quando la partita era sul 7-3), contro le 9 dei padroni di casa. I quali, strano per una squadra che in campionato ha sbagliato pochissimo, commettono in una sera quattro errori. Troppi per chiunque, figuriamoci in una serie che vale lo scudetto.
Uscito Estrada Bindi ha provato a limitare i danni con Ramirez, normalmente usato come "closer" e non abituato a fare più di due inning, quindi una volta capito che non c'era più nulla da fare ha messo sul monte Tonellato. Chiaro che il manager dei campioni d'Italia ha voluto tenere a riposo Schiavoni, utile in caso di necessità stasera quando San Marino – con Da Silva sul monte – non avrà alternative alla vittoria se vorrà restare in corsa. Dal canto suo Nanni una volta "blindata" la gara ha chiesto a Matos sei inning, quindi ha mandato sul monte un Moreno apparso un po' sotto tono ma comunque in grado di fare il suo dovere. Un solo brivido per Matos, quando Rovinelli ha spedito la pallina oltre la recinzione con un solo-homer, a conferma che in finale lui o fa fuoricampo o nulla.
San Marino è stato in gara fino al 3-5 ma si era capito subito che non era serata. Quello che è mancato ai "titani" ieri, ma anche nella gara di lunedì se vogliamo, complicata dalla Fortitudo incapace di "chiuderla", è stata la reazione "rabbiosa" che ne aveva contrassegnato il cammino un anno fa nella finale vinta contro Nettuno. O ritroverà quello spirito o San Marino dovrà scucire lo scudetto dal petto, a favore di un Bologna che sta ampiamente meritandolo.

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