Bologna passa a S. Marino (4-3), ora è in vantaggio nella serie scudetto

In gara3 la squadra di Nanni batte 14 valide, con 2 solo-homer, lascia 13 corridori sulle basi e sul 4-1 si fa pericolosamente avvicinare da un homer di La Fera. Lanciatore vincente un grande Betto

Ancora un punteggio stretto, una partita di alta intensità emotiva e soprattutto un finale di quelli che t'inchiodano il respiro in gola. 4-3 il risultato di gara3. La Fortitudo passa a San Marino, nel primo match del trittico sul Titano. Vince fra mille tormenti e con troppa sofferenza una gara dominata per produzione di battute valide (14 contro 6, addirittura 9 a 2 al quinto inning) e dominata sul monte di lancio per sei riprese da un magico Fabio Betto. San Marino ha il grande merito di non abbassare mai la guardia, anche quando viene a trovarsi in difficoltà.

Bologna tiene costantemente l'iniziativa, spara due fuoricampo (entrambi da 1 punto) nel suo terzo assalto, con Garabito e con Austin. E costringe Martignoni a scendere dal monte già in apertura del quarto inning. Però ha un problema, il gruppo di manager Nanni: batte, batte, batte e raccoglie pochissimo in proporzione al lavoro fatto, non concretizza a sufficienza, spreca occasioni d'oro (clamoroso al 5°: basi piene, zero out, riesce nell'impresa di rimanere a mani vuote!).

E' una Fortitudo che, pur esprimendosi tatticamente in maniera diligente, lascia 13 corridori sulle basi. Quando chiude il suo ottavo attacco, lo score registra 13 battute valide (contro 4 degli avversari), ma il punteggio Ë sul 4-1. E non è un punteggio che ti possa dare tranquillità se di fronte hai i campioni d'Italia in carica. Tre punti di vantaggio non ti mettono al riparo. Infatti, in vista del traguardo, la Fortitudo va a complicarsi maledettamente la vita.

Il San Marino si ribella. Il San Marino c'è. Subisce e soffre a lungo nella partita che è la più "velenosa" per i Titani (quella dei lanciatori di scuola italiana), è come un pugile che viene portato spesso alle corde ma resiste, si difende dignitosamente limitando i danni. Non molla. E a questo San Marino basta un minuto, appena un minuto, per un grande lampo: e riaprire completamente una gara affrontata tutta in salita.

Un errore, sconcertante, di Joe Mazzuca (su una battuta abbastanza innocua di Albanese) fa terminare (ingiustamente) il partitone-capolavoro di Fabio Betto in apertura dell'ottavo attacco sammarinese.

Marco Nanni, dovendo amministrare un monte di lancio "corto", è chiamato a gestire con sapienza le energie e il braccio del suo closer Fabio Milano il quale sarà coinvolto anche in gara5 mercoledì e poi nell'eventuale gara6 venerdì. Al tempo stesso, il manager di Bologna deve scoprire le condizioni di Matteo D'Angelo, rientrato infortunato dalla sua stagione americana, e deve capire quale aiuto potrà dargli il giovane lanciatore di Latina. Scelta delicata. E Nanni preferisce non chiedere due riprese al braccio di Milano. Sceglie di lanciare in mischia per un inning (l'ottavo) D'Angelo. Il ragazzo è al debutto stagionale nella IBL 2009. Fisicamente sta bene, però l'infortunio lo ha tenuto fermo a lungo: da un mese non affronta un battitore in partita. Matteo tuttavia appare molto tranquillo e determinato quando prende la strada che lo porta sulla collinetta. Ha bisogno di riprendere confidenza con il campo di gioco. Si presenta con un paio di buoni lanci. Ma… Seth La Fera è in agguato. La sua mazza aveva prodotto poco nei playoff, tuttavia ieri sera girava bene: lo si era già notato proprio nel turno precedente quando aveva confezionato un doppio su Betto (cosicchè, sul successivo singolo di Duran era arrivato il punticino dell'1-4). La Fera è giocatore esperto, intelligente, prende il tempo a D'Angelo e colpisce duro, palla profonda, molto profonda: fuoricampo da 2 punti. Dall'1-4 al 3-4. in un attimo. Fiammata tipica del San Marino. Brividi di angoscia lungo la schiena dei giocatori di Nanni e dei supporters bolognesi presenti allo stadio di Serravalle. Una partita dominata (però mai "uccisa") è ancora lì in bilico. Con il rischio anche di perderla.

Gli uomini del Titano, che notoriamente sono dei duri, accarezzano la grande rimonta. Però, sul loro nono assalto, Fabio Milano – freddo, lucido, inesorabile – non concede agli avversari alcuna chance: il mancino, closer affidabilissimo, mette a sedere Jansen. Poi, Sheldon è eliminato da Liverziani e Juan Pablo Angrisano mette la parola fine alla partita e ai tormenti con una eliminazione in foul su Snijder (entrato per Rovinelli).

Milano salva il 4-3 di Bologna. E la Fortitudo riprende il comando della serie-scudetto (due partite vinte contro una), grazie soprattutto ad un Fabio Betto imperioso, ai due "solo homer" di Garabito e Austin e al solito provvidenziale Claudio Liverziani. Un po' di statistiche di questi grandi interpreti di gara3. Betto: 7 riprese lanciate, 108 lanci, 8 strikeout, 1 base su ball, appena 4 battute valide concesse, un solo punto subito. Prestazione da gran maestro del monte di lancio. Claudio Liverziani è in gran forma, motivatissimo, puntuale: 3 su 4 in battuta, più una preziosa volata di sacrificio che spinge a casabase Landuzzi per il quarto punto (che si rivelerà importantissimo) nell'ottavo attacco bolognese. Garabito un fuoricampo da 1 punto (quello che ha sbloccato il risultato in apertura di terzo inning) e un singolo. Richard Austin, un "solo homer" e quattro passaggi gratis (addirittura due "basi intenzionali"). E poi, da sottolineare il 3 su 3 di un recuperatissimo Carlos Infante, che ha chiuso a 1000 perchè ha ottenuto anche due basi su ball. Prezioso lavoro dell'utile Landuzzi: un singolo, un bel bunt di sacrificio, un colpito. Importante il doppio di Pantaleoni.

San Marino ha perso quella che sulla carta era la partita più difficile. Ha sempre inseguito, ha subÏto 13 battute valide. Eppure, mi sento di affermare che da questa sconfitta d'un solo punto la squadra di manager Bindi esce ingigantita. Sì, perchè ha dimostrato una solidità mentale e una compattezza enormi. Ha avuto il merito, la T&A, di non disunirsi mai. Di restare costantemente aggrappata alla partita. S'è prodotta in una superlativa prestazione difensiva, come indicano i 4 "doppi giochi". E alcune giocate spettacolari e di grande efficacia, come quella di Francesco Imperiali che ha annullato una valida ad Angrisano ed ha completato la prodezza con un doppio gioco al 7°. Magnifico David Sheldon all'8° nel respingere, con un "numero" degno della sua classe, ancora Angrisano. Sul monte buon lavoro di Pedro Orta e di Mauro Schiavoni, apprezzabile anche Lucena. Il "partente" Martignoni, messo immediatamente sotto pressione, ha sofferto, non è durato a lungo ma non è stato demolito ne mortificato.

Rientrava Carlos Duran nella formazione del Titano: un singolo e un errore. Statisticamente da rilevare che la Fortitudo Bologna in questa serata ha battuto i fuoricampo numero 46 e 47 della sua stagione.

E oggi (allo stadio di Serravalle, inizio ore 21) la quarta sfida. Tornano in scena i pitchers stranieri. La parola di nuovo ai grandi Estrada e Matos, e ai loro rilievi Ramirez e l'imbattuto Victor Moreno.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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