Matsuzaka zittisce Cuba, Messico ko contro la Corea

"Dice K", autore di 8 strike-out in 6 riprese, trascina i nipponici al successo sugli assi caraibici – Facile successo per i coreani sui centroamericani con Scott Hairston, Adrian e Edgar Gonzalez in ombra

SAN DIEGO – Per "Dice-K" Matsuzaka, dal 2006 tutto è cambiato e nulla è cambiato. Il lanciatore destro giapponese dominò la finalissima di tre anni fa battendo i cubani a San Diego. Era sconosciuto negli USA allora, ma dopo il WBC i Red Sox lo pagarono 50 milioni di dollari per averlo. E Dice-K vinse subito le World Series. Ieri è tornato a San Diego con la maglia del Giappone per affrontare di nuovo Cuba. Risultato identico come qualche anno fa. Senza storia per gli avversari. 6-0 per i nipponici. Curve cattive e dritte precise hanno annullato i battitori cubani e lanciato i campioni in carica ad un passo dalle semifinali. Matsuzaka piace molto il WBC (5-0 il record, 1.57 di media pgl), ma anche il diamante (nel 2007 ha anche vinto 2-1 contro Greg Maddux) e pure l'avversario (oltre le due vittorie al WBC, ha anche battuto Cuba nel 2004 alle Olimpiadi). E tutto insieme rende felicissimo il lanciatore dei Red Sox che ha lanciato per 6 riprese mettendo 8 strike-out.
Un ritorno invece molto meno entusiasmante per i tre Padres che fanno parte della squadra messicana battuta dalla Corea per 8-2. L'All-Star Adrian Gonzalez, prima base dei Padres, cresciuto a pochi minuti dal centro di San Diego, è apparso nel suo stadio davanti ad amici e familiari, ma non era affatto in serata e, a parte un singolo interno, non è riuscito a incoraggiare il lineup messicano. Circostanza identica per suo fratello Edgar che, pur con minori aspettative, ha battuto un singolo in modo anche fortunoso, commettendo un errore grave che ha fatto entrare il punto del vantaggio coreano. Stessa musica anche per l'altro giocatore dei Padres, Scott Hairston: un singolo all'attivo ma anche uno strike-out devastante a basi piene e un out quando la partita era ancora tutta da giocare. Anche l'ex-Padres Oliver Perez non era in giornata avendo subito tre fuoricampo.
I coreani, dal canto loro, con giocatori che militano nel campionato nazionale (uno soltanto è in Major ma non è stato utilizzato), si sono ritrovati a scendere in campo come se fossero squadra di casa, con grande tranquilità, una difesa solida ed un monte di lancio capace di infilare 10 K. E domani si ritrovano nuovamente contro il Giappone, come la semifinale del 2006, per la terza sfida dopo le due della settimana scorsa (una vittoria a testa).
Dopo la battuta d'arresto con la Corea, il Messico incontrerà Cuba: la perdente verrà eliminata dal torneo e tornerà a casa. Se perdesse il Messico, ci sarebbe almeno il vantaggio che il viaggio non è troppo lungo.

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