I perchè di una sweep

Può un 4- 0 essere solo frutto di episodi ?

Ha senso fare una valutazione basata sulle statistiche di un cappotto apparso a tutti sacrosanto ? Probabilmente no: in effetti l’analisi delle statistiche ha di per se poco senso su un basso numero di partite, ne ha ancora meno in una serie di eventi quasi tutti a senso unico come le quattro partite delle World Series 2004.
Il dominio dei Red Sox è stato, statisticamente parlando, evidente per tutti i playoff: miglior media arrivo in base di tutte le 8 contendenti (374), terzi per media bombardieri dietro Astros e Yankees con 453, terzi per media punti guadagnati sui propri lanciatori con 4.47, dietro i Cardinals e gli Astros.
Proprio dai lanciatori partiamo perché questa cifra è in gran parte merito del rendimento dei lanciatori partenti durante le World Series: infatti, prima della serie finale, i lanciatori dei Red Sox avevano subito anche un clamoroso 19-8, che li aveva sospesi sull’orlo del baratro dell’eliminazione. Nelle finali i Red Sox hanno avuto una media punti guadagnati di 2.50 contro l’esorbitante 5.29 dei Cardinals. Specularmente la media arrivo in base dei Cardinals è stato un misero 261 contro uno stratosferico 401 e anche il confronto sulla media bombardieri finisce ovviamente 302 a 478 peri le calzette rosse.
Più in dettaglio i tre partenti dei Red Sox di gara 2,3 e 4 hanno totalizzato complessivamente un eloquente 0 di mpgl, mentre l’unico sotto 4 tra i partenti dei Cardinals è stato Marquis (3.86) unico anche a passare la soglia del quinto inning tra i Cardinals.
E allora ? Cosa altro c’è da dire ? Proviamo a guardare partita per partita e ci accorgiamo di alcune cose importanti.
Gara 1 (finita 11-9) è stata decisa da un fuoricampo di Bellhorn dopo un errore della difesa per cui i punti segnati sono stati due anziché uno e l’altro episodio decisivo è stata una valida interna causata da un brutto rimbalzo sul quale Womack è stato colpito dalla pallina e si è addirittura infortunato. Questa è stata peraltro l’unica gara in cui l’attacco dei Cardinals ha fatto abbastanza bene il suo dovere.
Gara 2 (6-2): Boston ha segnato tutti i suoi 6 punti con due eliminati, St Louis ha subito due eliminazioni in linea sulla terza base nei primi inning di cui una con due uomini in base ed uan con il leadoff della ripresa. Ha avuto tre volte il leadoff della ripresa in base, ma solo una volta lo ha portato a punto e solo grazie ad un errore. Con uomini in posizione punto è andata 1 su 9 al piatto e l’unico singolo ha portato Renteria solo in terza.
Gara 3 (4-1): Boston ha segnato 3 dei 4 punti con 2 out (in totale in tutti i playoff i Red Sox hanno segnato 46 punti con due out su 90 totali portati a casa), i Cardinals hanno sprecato due occasioni a basi cariche, senza segnare un solo punto, nei primi tre inning, sul punteggio di 1-0. In particolare: al primo inning con un out tentativo di volata di sacrificio con
Corridore out a casa e al terzo inning basi cariche senza out e incredibile doppio gioco dovuto ad un errore clamoroso nella corsa sulle basi.
Gara 4 (3-0): Boston ha segnato 2 dei suoi 3 punti con 2 out (con questi fanno 11 su 13 nelle ultime tre partite e 12 su 24 nelle serie finali). I Cardinals non hanno avuto praticamente occasioni: 3 uomini in posizione punto e 0 su 6 in battuta.
Con questo, intendiamoci, non vogliamo assolutamente dire che i Cardinals hanno avuto sfortuna o che ai Red Sox è andato tutto dritto: alla base del baseball c’è sempre il duello lanciatore battitore e se i Red Sox hanno segnato e i Cardinals no, significa che i lanciatori dei Red Sox in genere hanno azzeccato il lancio giusto al momento giusto e quelli dei Cardinals no. E questo non è un caso, ovviamente.
Ci colpisce però come anche in un duello in cui tutti i numeri parlano a senso unico, il risultato finale possa essere stato determinato, almeno per il fatto di essere stato un cappotto, da pochi e ben determinati episodi.

Informazioni su Ivano Luberti 324 Articoli
Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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