Il ruolo del manager nel baseball (parte terza)

Lo staff tecnico del capo-allenatore

Concludiamo il nostro lungo approfondimento sui compiti del manager all’interno di una squadra di baseball parlando questa volta delle persone che compongono il suo staff tecnico, svolgendo compiti diversi tra loro ma ugualmente fondamentali.
Cominciamo quindi ad analizzare questi ruoli, partendo dal ‘ bench coach”, l’allenatore della panchina: il bench coach lo possiamo paragonare al nostro più familiare allenatore in seconda; è il principale supporto strategico del capo allenatore, l’uomo con il quale studiare prima e durante la gara la strategia vincente. Non tutti gli allenatori utilizzano il bench coach, per esempio l’ex manager dei New York Mets Bobby Valentine ha guidato la squadra nel 2000 e nel 2001 senza il suo aiuto, ma nella maggior parte dei casi gli allenatori difficilmente ne fanno a meno. Il bench coach ha la responsabilità di sistemare la squadra in difesa spostando i giocatori sul diamante in base alle caratteristiche dei battitori avversari, ed ha la responsabilità di segnalare al catcher quando lanciare in prima base se vi è un corridore avversario pronto ad effettuare una rubata. Molti allenatori inoltre discutono con il loro bench coach durante la partita su molti aspetti del gioco, ascoltando con attenzione quello che gli viene segnalato. A pochi sarà sfuggita l’immagine da ‘buddha seduto” del più famoso bench coach in carica, quello dei New York Yankees Don Zimmer, grandissimo amico del mitico Joe Torre. Zimmer siede sempre immobile accanto a Torre, e quando li vedete parlare tra loro sembra stiano discutendo come due amici al bar, invece stanno studiando l’ennesima mossa vincente per la propria squadra. E proprio questi allenatori in seconda con il passare degli anni e delle esperienze fatte, riescono a diventare dei bravissimi manager: pensate a Jim Tracy, manager dei Los Angeles Dodgers, il quale è stato per quattro anni il bench coach di Felipe Alou ai Montreal Expos, o Bob Melvin, l’attuale manager dei Seattle Mariners, che è stato bench coach dei San Francisco Giants.
Altri ruoli fondamentali sono quelli del batting coach (l’allenatore dei battitori) e del pitching coach (l’allenatore dei lanciatori); c’è un vecchio detto in America che recita :” You can’t make chicken salad out of chicken feathers”, tradotto ‘non puoi fare una gustosa insalata di pollo con le piume del pollo”; questo serve a farci capire che un buon allenatore può sicuramente migliorare un battitore od un lanciatore, ma non potrà mai far uscire un campione da chi non lo è.
Il batting coach ha quindi la responsabilità di allenare i giocatori in battuta, correggere i loro difetti ed istruirlo sul lanciatore avversario che andranno ad affrontare. Suggerisce inoltre al capo allenatore la scelta del pinch-hitter da mandare a battere, avendo ben presente la forma dei suoi giocatori in panchina ed il ‘match-up” con il lanciatore avversario. Egli dà ad ogni battitore un preciso piano di gioco, istruendolo sul come va affrontato ogni lanciatore. Non è importante per un batting coach essere stato o meno un buon battitore da giocatore: ricordo che Rod Carew, ex grande giocatore dei California (ora Anaheim) Angels e Minnesota Twins, uno dei più grandi battitori degli ultimi 50 anni con una media in carriera di .328, è stato licenziato dai Brewers la scorsa stagione dopo aver ottenuto dai suoi giocatori la terzultima media battuta della MLB con .251, mentre colui che è considerato uno dei migliori allenatori dei battitori di tutti i tempi, Charlie Lau, ex giocatore dei Baltimore Orioles degli anni ’60, ha battuto in carriera un modestissimo .255 di media. Il miglior batting coach è quello che ha il miglior approccio con i giocatori e che ha il rispetto di tutta la squadra. Spesso il suo diventa più un lavoro psicologico (un Bonds in un periodo nero in battuta non avrà certo bisogno di un consiglio tecnico) per cui è importante essere pazienti e parlare molto con il giocatore, convincendolo se ce ne fosse bisogno a provare qualche piccola modifica al suo ‘swing”. Il concetto vale naturalmente anche per il pitching coach: stesso approccio, stessa comunicabilità con i giocatori e con il manager. Chiaramente la preparazione del lanciatore è inversa a quella del battitore, in quanto sarà importante far conoscere al nostro giocatore le caratteristiche principali dei battitori avversari, evitando così di mandare un lanciatore allo sbaraglio. E’ spesso responsabilità del pitching coach chiamare i lanci, comunicare cioè al ricevitore il tipo di lancio da effettuare. Avere un bravo pitching coach è anche importante dal punto di vista fisico: sappiamo bene che il ruolo del pitcher è quello più soggetto ad infortuni a causa del notevole stress a cui sono sottoposti spalla e braccio, per cui è importante insegnare una corretta meccanica di lancio. E’ infine un aiuto importantissimo per il manager nella scelta del lanciatore di rilievo da mandare in campo in un momento cruciale dell’incontro, ed una scelta sbagliata può costare la partita!
Abbiamo quindi concluso il nostro viaggio alla scoperta dei segreti del manager e dei suoi collaboratori: continueremo sempre ad esaltarci per un fuoricampo di Barry Bonds, una rubata di Ichiro Suzuki o una presa in tuffo di Torii Hunter, ma non dimentichiamo che la tattica e la strategia, come negli scacchi, hanno un’importanza notevole nel nostro gioco, e spesso è una geniale intuizione del manager od una sua scelta sbagliata, a determinare il risultato di una partita. Tutto questo è baseball, il gioco più bello del mondo….

Informazioni su Francesco Paolo Falanga 83 Articoli
Sposato dal 1999 con Ester, Paolo ha due maschietti, Federico di 2 anni (lanciatore destro!) e Carlo di un anno (battitore mancino!), che spera prendano la sua stessa passione per il baseball.Commercialista di professione, adora la sua famiglia e la casa con le quali passa tutto il tempo possibile.Come hobby ha la televisione (è un divoratore di eventi sportivi in TV), internet e viaggi, ha passato molto tempo negli Stati Uniti dove ha avuto la fortuna di visitare molti stadi di baseball e di vivere da vicino l'educazione sportiva degli americani.Ha collaborato saltuariamente con qualche rivista in America ed è un grande tifoso dei San Francisco Giants. (Spera di rendersi utile al sito cercando di trasmettere quelle stesse emozioni che prova ancora oggi nel vedere una partita del 'meraviglioso gioco del baseball'....

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