Un World Port Tournament su misura

L'Olanda sembra la squadra più forte di una manifestazione che riscuote entusiasmo generalizzato

A Rotterdam splende il sole e la città si riversa nelle strade. Dal centro commerciale allo stadio 'Familie', casa del Neptunus Campione d'Europa, si va in 10 minuti d'auto. E tra lo stare in compagnia in centro o immersi in un evento sportivo internazionale, prevale la seconda ipotesi.
Sono migliaia le persone che fanno la spola tra le tribune e un anti stadio che ricorda una fiera di paese, affollato com'è di stand gastronomici e non.

C'è entusiasmo ed è logico. Per Rotterdam quella 2003 è l'estate del baseball, come recitano i cartelloni un po' ovunque in centro e questo “Port Tournament” festeggia la decima edizione, costruito per l'occasione proprio perchè se lo aggiudichino gli arancioni guidati da Davey Johnson.
Il manager americano, giunto a togliere a Rob Eenhoorn il fardello della nazionale nel momento della tragedia personale dell'ex Yankee, sorride e stringe mani a tutti. La squadra, dopo il commosso minuto di silenzio dell'apertura, vuole dedicare il trofeo all'allenatore e amico che ha perso il figlio per una malattia incurabile.

Le avversarie sono quello che sono: un modesto Sud Africa, un'inesperta Taiwan, una Università americana (Eastern Connecticut) nemmeno delle migliori e una Cuba di seconde scelte.

Contro i giovani americani l'Olanda ha vinto (3-1) più che altro grazie ad un grande Beljiaards in pedana.
Per averne ragione ha fatto notevole fatica anche Cuba (4-2), che deve dire grazie a 2 errori difensivi e a qualche 'stravaganza' americana sulle basi.
Gli arancioni si sono mangiati (5-0) Taiwan, che contro le palle veloci di Cordemans ha rimediato la miseria di una valida.

Domenica pomeriggio, Olanda contro Cuba, sarà il momento della verità. Gli organizzatori, che hanno aggiunto provvidenziali tribune in tubolari, si leccano già i baffi pregustando il tutto esaurito.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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