E Joe Lubas disse: “Salutami Labanti”

Il 21 ottobre 2002 è stata una giornata memorabile, anche per il vostro cronista

Potenza di Internet, che fa incontrare gente di diverse culture, gusti e generazioni. Gente che ha in comune poco, in questo caso solo la passione per il baseball.
Scena: fine cena dopo la partita celebrativa tra Italia e Spagna a Roma. Uno dei “ragazzi del '52” mi chiede il bigliettino da visita. Legge il nome e trasale. In ottimo italiano, pur con un chiaro accento anglofono, mi fa “Mi raccomando, mi saluti Labanti”.
Eh? Cosa c'entra lei con Labanti, volevo dire. Ma il signore in questione, al secolo Joe Lubas, chiarisce tutto: “Leggo sempre baseball.it”.

Joe Lubas ha preso un aereo dagli Stati Uniti per esserci, il 21 ottobre del 2002. Lui è uno dei ragazzi del '52. Mi avevano detto che allora era il classificatore. “Davo una mano agli allenatori” mi ha spiegato Mr Joe. Al quale ho chiesto se era italo americano: “No, io sono americano-americano! Ma mio figlio vive qui”.
Quante emozioni, il 21 ottobre del 2002. Alcune nemmeno troppo positive. Come ad esempio quando io, cerimoniere, non trovavo più i…protagonisti della cerimonia. E guardavo atterrito verso il parterre, dove ne sapevano meno di me. E guardavo atterrito il manager azzurro Faraone, al quale avevo promesso che la partita per le 19 sarebbe iniziata: erano le 18.40.
Poi li ho trovati. Abbiamo fatto la cerimonia e la partita è iniziata alle 19, minuto più, minuto meno.
Altra emozione non positiva: appena detto “Buon divertimento a tutti” mi si è inumidito un occhio. No, niente lacrime: una goccia di pioggia. Propria la nemica per antonomasia del baseball.
Ancora: quando mi gridano “occhio” su una linea di un azzurro che faceva batting practice. E mi sono scansato velocissimo e strap, via il bottone della camicia. Basta cene, ragazzi.
O quando ho detto “Gianni Rivera, me lo ricordo per altre cose” e ho pensato che, considerato le paranoie che circolano nel nostro mondo, adesso salta fuori che io e Rivera siamo stati 'compagni di merende'. E non sapevo più cosa dire, perchè mettermi a raccontare di quando mio nonno mi fece vedere la prima partita del Milan nel 1969 lo trovavo eccessivo. O anche che avevo richiesto la foto con autografo del 'Golden Boy' ed era esaurita e allora con i punti della Nutella mi avevano mandato quella di Pierino Prati. Che era prestigiosa la sua parte, per altro.

E' stato bellissimo, comunque. E sono orgoglioso di essere stato lì, dietro le squadre mentre si suonavano gli inni, ad emozionarmi perchè i bambini di una squadra giovanile di Nettuno conoscevano l'Inno di Mameli. Che io personalmente trovo un po' farneticante come parole (ad esempio, chi era Scipio, del cui elmo l'Italia s'è cinta la testa? Boh…), ma che a sentirlo suonare dal vivo quando la bandiera dell'Italia sventola è tutta un'altra cosa, rispetto a sentirlo in televisione.

Sono anche un po' preoccupato perchè tra le varie persone che mi sono scordato di citare, c'è anche colui che ha il potere di decidere quanto (e quando, che non è secondario…) dei miei rimborsi spese verrà pagato. Suggerimenti per farmi perdonare?

Facendo 2 conti, noto che il mio itinerare rischia di non interrompersi mai, quest'anno.
Sabato abbiamo la Convention Giovanile. Poi si va a Cuba (bello sforzo, direte voi…ma infatti, ho mai scritto che non mi diverto?) e poi avremo la Notte dei Diamanti con le premiazioni. e poi sarà già gennaio, con la Coach Convention e, praticamente, la stagione 2003 sarà iniziata.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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