Le magnifiche quattro

Analizziamo le division series appena concluse, con un occhio alle finali di lega, che iniziano stanotte

AMERICAN LEAGUE:Alzi la mano chi si aspettava che le ‘piccole” Minnesota e Anaheim avrebbero sconfitto le due potenze Oakland e New York. Per una volta, il baseball costruito sui fondamentali, sulla buona difesa, sul movimento dei corridori sulle basi, ha avuto la meglio sul gioco moderno, quello in cui buona parte dei punti vengono segnati spedendo la pallina oltre la recinzione.
Come ha detto Joe Torre, la serie tra Anaheim e New York è stata vinta dalla squadra migliore, quella che ha lanciato meglio, battuto meglio e corso meglio sulle basi, e se in gara 1 la ‘magia dello Yankee Stadium” non si fosse fatta sentire, gli Angels avrebbero anche potuto chiudere con un ‘cappotto”.
Contro gli Yankees Anaheim ha continuato a lottare, non si è data per vinta tutte le volte che le potenti mazze di New York hanno tentato di rimontare, e il suo lineup ha dimostrato una potenza che nessuno si aspettava, mettendo a segno 10 fuoricampo contro il solidissimo, almeno sulla carta, reparto lanciatori degli Yankees. Proprio la rotazione dei partenti è stata la causa principale della debacle dei Bronx Bombers: Roger Clemens, Mike Mussina, David Wells e Andy Pettitte hanno registrato un PGL complessivo di 10.38, e i lunghi rilievi Orlando Hernandez e Jeff Weaver non se la sono cavata meglio. Inoltre, tutti si aspettavano l’ottimo rendimento del bullpen di New York, ma invece le prime pagine dei giornali sono andate alla stellina nascente degli Angels, il rilievo 20enne Francisco Rodriguez, che ha messo a segno 8 strikeout in 5 inning e 2 terzi.
New York ha concesso almeno 10 valide in ognuna delle 4 gare, e ha messo a segno in tutto 8 fuoricampo, un buon totale per qualunque squadra, ma non abbastanza per i newyorchesi; nella grande mela, c’è già chi parla di smantellare la squadra, di lasciare andare Clemens e non esercitare l’opzione sul contratto di Pettitte, e di sicuro del futuro degli Yankees si discuterà a volontà quest’inverno.
I Twins sono usciti vincitori dalla tesissima gara 5 contro Oakland, in cui Brad Radke ha portato per la seconda volta nella serie la squadra al successo; gli Athletics hanno pagato la debolezza nei fondamentali soprattutto in gara 4, quando hanno permesso a Minnesota di pareggiare la serie infilando una lunga serie di errori consecutivi. Per fortuna di Oakland, le schede per la votazione di MVP sono già state compilate; il probabile miglior giocatore della AL, Miguel Tejada, è stato deludente nella serie contro i Twins, con sole 3 valide su 21 turni, compreso lo 0 su 4 di gara 5 e inoltre, in tutta la serie e in particolare nella sfida decisiva, a Oakland è mancato il bullpen: il closer Billy Koch ha concesso 3 punti in gara 5, permettendo a Minnesota di prendere il vantaggio decisivo.
Come quello degli Angels, il lineup di Minnesota è aggressivo, coraggioso, e pieno di giocatori capaci di rispettare il loro ruolo ben definito; in più rispetto a Anaheim, i Twins possiedono però una delle difese più solide in assoluto, e hanno dalla loro parte il vantaggio di giocare le partite casalinghe al Metrodome, dove il rumore assordante del pubblico e il terreno artificiale rendono la vita molto difficile agli avversari.
I due manager Mike Scioscia e Ron Gardenhire non avranno la possibilità di mandare sul monte i loro assi, Brad Radke e Jarrod Washburn in gara 1, perché entrambi sono stati impegnati nell’ultima partita della serie divisionale; dovranno invece ripiegare su Kevin Appier e Joe Mays. Se pensate che la serie sarà equilibrata…i Twins hanno vinto 5 delle 9 gare giocate contro gli Angels in regular season, ma solo 3 di quelle giocate al Metrodome; nei nove confronti diretti, entrambe le squadre hanno segnato 43 punti. Più equilibrio di così…

NATIONAL LEAGUE: Un’altra annata, ed un’altra delusione per i Braves nei playoffs. Atlanta e Arizona erano entrambe favorite in termini di classifica contro St.Louis e San Francisco, ma i Cardinals e i Giants erano le squadre più in forma nelle settimane finali del campionato, ed hanno confermato il loro buon momento qualificandosi per la finale di lega.
I Cardinals hanno dominato contro i Diamondbacks, che hanno sofferto moltissimo l’inaspettato crollo di Randy Johnson in gara 1, e la difficile sconfitta rimediata da Curt Schilling in gara 2, oltre all’assenza della mazza più pesante del loro lineup, quella di Luis Gonzales. I Cards hanno messo a segno 33 valide, 27 dei quali singoli, con 9 delle battute realizzate da Fernando Vina, che ora ha nel carniere almeno una valida in 7 gare divisionali consecutive; in tutto St.Louis nella serie ha battuto con l’ottima media di .314, e addirittura .478 con corridori in posizione punto. Inoltre, i Cardinals hanno dimostrato di avere il ‘killer instinct” chiudendo il conto in gara 3 contro Miguel Batista, quando allungare la serie avrebbe significato aver a che fare di nuovo con Johnson e Schilling.
Arizona ha pagato moltissimo l’assenza di Gonzales e quella di Craig Counsell, riuscendo a mettere a segno solo 18 valide nella serie, e ha visto un’altra volta il closer Byung-Hyun Kim (0-1 con un PGL di 10.80 in carriera nei playoffs) crollare nella pressione della post-season; la serie è stata però costosa anche per i Cardinals, che hanno perso forse per tutti i playoffs uno dei giocatori più validi, il terza base Scott Rolen, infortunatosi alla spalla in gara 2.
Senza Rolen, con Woody Williams al rientro ma non al 100{e4abdbca72ed88b21dc70cf6a38a47d8b7a7e00da4ce0d0d3ce3dc90bc3e2eb4} e Jim Edmonds in forma non perfetta, la serie contro i Giants sarà molto più problematica di quella precedente, per St.Louis. San Francisco ha dalla sua parte un Barry Bonds affamato di riconoscimenti di squadra da aggiungere al suo carniere già ricchissimo di premi e record individuali, e forse in uscita dai suoi cronici problemi nei playoffs dopo l’ottima gara 5 contro i Braves, oltre ad un Russ Ortiz rinato dopo i guai di inizio stagione e ad un bullpen apparentemente solidissimo.
San Francisco esce dalla durissima serie contro Atlanta, vinta dopo una gara 5 in cui il manager Dusty Baker ha dimostrato di fare sul serio usando le sue migliori cartucce dal bullpen (Felix Rodriguez, Todd Worrell e Robb Nen), una dopo l’altra; inoltre Baker ha azzeccato la sostituzione difensiva che ha portato in prima J.T. Snow, autore del doppio gioco che ha chiuso la gara dopo lo strikeout di Gary Sheffield, il quale si è presentato nel box nel nono inning di gara 5 chiaramente già con l’idea di vincere la partita con un home-run, a giudicare dalla portata dei suoi swing.
Per Atlanta, Kevin Milwood ha tenuto bene nella sfida decisiva, ma i Braves hanno pagato le inaspettate debacle di Tom Glavine e hanno dovuto registrare l’ennesima uscita anticipata dai playoffs.
La chiave della serie per i Giants è stato il rendimento degli uomini posizionati immediatamente dopo Bonds nel lineup, che saranno decisivi anche nella finale di lega contro St.Louis; i 5 punti portati a casa da Benito Santiago e il .316 in battuta di Snow pesano come macigni sull’esito della serie (oltre al .350 dell’esperto Kenny Lofton), e il dilemma per i Cardinals sarà se lanciare a Bonds, che rispetto alle sue passate apparizioni nei playoffs ora è molto più paziente e disciplinato al piatto, o tentare la fortuna contro gli altri del lineup.
Per i Cardinals sarà importantissimo che Fernando Vina continui a macinare gioco, dopo il .600 in battuta della serie contro Arizona, e che lo staff dei lanciatori tenga contro Ortiz e gli altri partenti di San Francisco, tra cui lo specialista dei playoffs Livan Hernandez, vincente in gara 5 contro Atlanta.
Domani notte si comincia con gara 1, che vedrà opposti Kirk Rueter e Matt Morris.

Informazioni su Matteo Gandini 704 Articoli
Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.

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