Che simpatici i coreani…

Anche la loro nazionale juniores di baseball si prende gioco di noi…

Ieri sera, abbiamo assistito compiaciuti ad una ben organizzata cerimonia d'apertura, svoltasi davanti ad uno stadio in cui, vi assicuro, non c'era un posto libero; è vero che non si tratta certo di un impianto da Major League, (tutt'altro) però è anche vero che non siamo in una grande metropoli, ma in una cittadina dalla dimensioni non elevatissime. (mi hanno fatto notare, tuttavia, che buona parte delle tribune era occupata dai giocatori delle varie squadre) Mi ha fatto piacere, in particolare, trovare sulle tribune dei tifosi giunti apposta dall'Italia, che poi non sono altro che le famiglie dei nostri Marzullo e Pistocchi.
Il momento centrale della cerimonia è stato quello in cui una cantante locale ha intonato, direi in modo impeccabile, le note dell'inno canadese, a mio parere uno dei più belli in assoluto a livello musicale.

Simpaticoni della giornata…i coach coreani. Pochi attimi prima dell'inizio della cerimonia inaugurale alcuni membri della delegazione asiatica si sono avvicinati al nostro staff, e hanno consegnato al manager Dave Robb due magliette. Tutti abbiamo pensato al solito scambio di doni tra le delegazioni…invece, sulle magliette era stampata la faccia dell'allenatore della nazionale coreana di calcio, Hiddink. Grazie tante per avercelo ricordato…

Della postazione che ci hanno assegnato allo stadio di Sherbrooke non possiamo lamentarci; al contrario di quello che succedeva a Ottawa, qui siamo coperti da una solida tettoia, possiamo sfruttare la linea telefonica preparata dagli organizzatori e alcune prese elettriche. L'unico problema è che i radiocronisti di Panama e Cuba si sono già appropriati di buona parte delle prese telefoniche disponibili, e ne hanno lasciate soltanto un paio ai giornalisti delle altre nazioni; c'è il rischio che nei giorni delle finali, in cui l'affluenza sarà sicuramente maggiore, non ci sia il posto per tutti.
Nella zona delle tribune abbiamo anche incontrato gli altri due italiani protagonisti in qualche modo qui a Sherbrooke: il direttore del CNC Giampaolo Reiter, che qui funge da coordinatore dei classificatori, e l'arbitro Fabrizio Chirici, che oggi ha esordito chiamando i ball e gli strike della gara tra Corea e Spagna. Reiter ha confermato le nostre perplessità sulla validità del lavoro del comitato organizzatore, citando diverse deficienze nella gestione dei classificatori, mentre ieri Chirici, informato dello scherzo fattoci dai coreani ha detto: “Domani ci penso io a vendicarvi…”(forse è superfluo specificarlo, ma chiaramente si tratta di una battuta…).

Prima dell'inizio della partita serale, quella che ha visto il debutto del Canada padrone di casa, è passato a darci il benvenuto il sindaco della città, e vi assicuro che è stato difficile trattenersi dall'esprimergli un giudizio personale sull'organizzazione. Ho conosciuto poi un giornalista della “Montreal Gazette”, normalmente incaricato di seguire gli Expos, che mi è sembrato piuttosto seccato di essere stato mandato quassù a seguire il mondiale juniores. Fra una birra (ne ha bevute almeno 4), e una sigaretta (negli stadi canadesi il fumo è ammesso, al contrario di quelli americani), mi ha confessato le sue speranze di una rapida conclusione della partita, un po' per poter tornare presto in albergo(beato lui…) e un po' per poter chiudere l'articolo in tempo per il giornale del giorno dopo.
Quando, alle metà del settimo inning, gli altoparlanti dello stadio hanno diffuso le note di “Take me out to the ballgame”, al pari di quello che succede in ogni partita negli stadi americani, io sono rimasto seduto e ho continuato a scrivere al portatile, al contrario del resto del pubblico; il giornalista canadese, un po' “alticcio” per la birra, è scoppiato in una fragorosa risata, e ha fatto notare il mio comportamento ad un suo collega, dopo avermi chiesto sempre ridendo se da noi l'usanza del “7th inning stretch” non esistesse. Eppure, prima di cominciare a riempirsi di birra, il nostro amico era sembrato abbastanza lucido e preparato, e ci aveva offerto le sue interessanti opinioni sugli ultimi colpi di mercato che hanno visto protagonista la squadra di Major League con sede a Montreal.

Alla mia sinistra si è sistemato un gruppo di cubani, che ha effettuato diversi collegamenti con una radio caraibica per tenere il pubblico aggiornato sui risultati; non dimostrando una grande attenzione, il radiocronista più vicino a me mi ha chiesto almeno una decina di volte cosa era successo nell'ultima azione sul campo e io, che distrattamente stavo tenendo lo score della partita, ho cercato di dargli le informazioni nel modo più corretto possibile…non sono sicuro di esserci riuscito.

Al termine della gara io e alcuni membri della comitiva azzurra ci siamo recati ad un fast food del centro città per mettere qualcosa sotto i denti; abbiamo così potuto notare la struttura della città di Sherbrooke, che si sviluppa attorno ad una lunga Main Street in stile Far West piena di saliscendi; si deve trattare di una cittadina molto cattolica, visto il notevole numero di chiese, e ieri sera, già alle 23, non c'era in giro praticamente nessuno, se si esclude una piccola zona pedonale situata vicino al centro della città.
Il vostro cronista si è poi coricato, dopo una breve visita alla lavanderia a gettone; anche se durante la notte ha piovuto, la situazione termica nelle camere non è certo migliorata, e qualche membro della comitiva che ha provato a girare per i corridoi durante le ore notturne mi ha riferito della presenza, per fortuna al di fuori delle stanze, di alcuni grossi scarafaggi. Per ora, io ho fatto conoscenza solo con le grosse zanzare che, puntuali come l'oscurità, ogni sera si presentano allo stadio per seguire le partite dei mondiali, oltre che per infastidire il pubblico; tornando alle camere, domani per noi sarà il giorno del trasloco in un altro edificio del campus, e vedremo se le cose miglioreranno. Intanto, una protesta ufficiale, che il sottoscritto ha aiutato a compilare in inglese corretto, fatta dalla delegazione italiana in seguito al mancato arrivo in orario del bus che avrebbe dovuto portare gli azzurri al match odierno contro Cina Taipei, ha fatto sì che la federazione internazionale infliggesse una multa di 400 dollari agli organizzatori; ciò si è aggiunto alla punizione inflitta da Giove Pluvio, che per ora ha voluto soltanto lanciare un avvertimento ai canadesi, con un temporale violento ma breve che ha ritardato l'inizio delle partite soltanto di circa un ora.

La pioggia che ci ha accolto in mattinata ha dato al vostro cronista il tempo di recarsi dal barbiere dell'università, che in cambio soltanto di una spilla dell'Italia ha rimesso il mio pizzetto in condizioni accettabili; in seguito, mi sono spostato andato nella biblioteca del college, che è l'unico posto, oltre ai due stadi, dove sia possibile avere a disposizione una connessione ad internet, e dopo aver superato qualche problema relativo al mio primo utilizzo di un terminale Macintosh, ho potuto adempiere ai miei doveri. Ho anche scoperto che presentandosi alla colazione verso le 8.45 si evita di dover aspettare mezzora in coda…

Allo stadio, nel pomeriggio, ho ritrovato l'amico di Montreal, che mi ha raccontato del brasiliano mandato a casa per “molestie sessuali” nei confronti di un bambino, sostenendo cinicamente che “tutto quello che succede, di brutto, è buono per noi giornalisti” (in realtà la sua espressione è stata un po' più colorita…), ma riconoscendo che il sistema nordamericano è un po' troppo inflessibile sotto certi aspetti; in questo caso, abbiamo convenuto, non poteva che trattarsi di uno degli scherzi che tutti noi abbiamo fatto quando eravamo ragazzi.
Alla partita degli azzurri ha assistito un pubblico non molto numeroso, e comunque in attesa del match serale tra Canada e Panama; all'inizio della partita degli azzurri gli altoparlanti hanno diffuso tre inni, uno dei quali era quello italiano (di questo sono certo), mentre per quanto riguarda gli altri due posso solo ipotizzare quale fosse quello cinese. Il problema col sistema audio dello stadio (che devo riconoscere essere comunque ben organizzato) si è poi ripetuto in occasione del prepartita tra Canada e Panama.
Al termine della gara degli azzurri, finito l'articolo e le interviste, sono corso alla mensa dello Sherbrooke College, che è più o meno a 500 metri dallo stadio, sperando di fare trovarla ancora aperta(la chiusura è alle 19…ditemi se è possibile…); con tempismo perfetto, i camerieri hanno chiuso la porta proprio mentre mi stavo avvicinando io, costringendomi così a ripiegare su un hot dog acquistato al bar dello stadio…visto la qualità del cibo di questo ultimi due giorni alla mensa, forse non mi è andata poi così male…

Informazioni su Matteo Gandini 704 Articoli
Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.

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