Un punto di vista…parziale

Al vostro cronista doveva anche succedere di perdere una lente a contatto

Ho 38 anni e porto le lenti a contatto da quando ne avevo poco più di 15. In questi 23 anni ho usato le lenti a fare di tutto: per giocare a rugby, a baseball, per sciare. Ma non le ho mai tenute in acqua, nè al mare nè in piscina. Dovevo farlo all'Holiday Inn di Stuart, Florida. Dopo una dura giornata di lavoro sono sceso in piscina. Mi sono seduto sul bordo e mi sono lasciato scivolare in acqua. Lentamente, sono sceso sul fondo. Quando l'ho toccato, mi sono dato una spinta con le gambe. Quando stavo per riemergere, ho aperto gli occhi. E' stato lì che mi sono accorto di avere indosso le lenti. Panico. Sono tornato al bordo e ho chiuso prima un occhio e poi l'altro. Dal destro vedevo male. In quel mentre il mio cellulare ha iniziato a trillare. Visto che la lente nell'occhio destro non c'era più, ho deciso di rispondere.

Nel frattempo ero diventato guercio.
Vederci da un occhio solo, anche se l'altro non è completamente 'oscurato', è curioso. Le distanze sono assolutamente falsate e viene la tentazione di tenere chiuso l'occhio che si rivela inferiore. Immagino cosa avrà pensato la gente locale, vedendo un italiano grande e grosso che strizzava continuamente l'occhio.
Dell'inefficienza della mia condizione 'monocolare' mi sono accorto alla sera, durante l'ennesima cena presso la loggia dei figli dell'Italia di Stuart. Per servirmi al luculliano buffet che ci era stato preparato, mi muovevo talmente circospetto che uno degli azzurri mi ha chiesto se mi sentivo bene.
Vi dicevo del buffet luculliano. Polpettone (il leggendario 'meat loaf' di Elvis Presley), ali di pollo, peperoni e salsicce, pollo con riso, patate…e qualcosa sicuramente mi scordo.

Alla cena hanno partecipato anche 2 elementi alieni. Il primo è Shirley, la figlia di uno dei Figli dell'Italia. Essendo la prima donna sotto i 40 anni (ma forse, anche sotto i 60) con la quale entriamo in contatto, è stato inevitabile un certo interesse nei suoi confronti.
Il secondo è Jack Lazorko, l'ex lanciatore del Parma. Che dopo un avvio “timido” è diventato la vera attrazione della serata. I suoi duetti con Sal Varriale sono stati semplicemente memorabili. E io ho finito la serata con le lacrime agli occhi. Anzi, sarebbe meglio dire “al solo occhio”. A parte gli scherzi, ho deciso che vivere con una sola lente a contatto è impensabile e infatti in questo momento ho indosso gli occhiali. L'unico problema è che devo alternare occhiali con lenti scure e occhiali con lenti chiare, a seconda della luce.
Non intendo annoiarvi troppo con i miei problemi di miope. Ma questi 'aggiustamenti' sono così frequenti da sempre per me, che trovo davvero naturale parlarne tra amici.

A proposito di Sal Varriale, ha attribuito una somiglianza a ciascuno di noi. Io, ad esempio, sono Babe Ruth. Il manager Faraone assomiglia a Walter Matthau. Roberto Radaelli è Gigi Proietti. Di Sergio Morville, visto che non trovava una fisionomia simile, ha sentenziato che ha “la voce di Peppino di Capri”.

Al riguardo del mio amico con i problemi sentimentali, purtroppo il mio tempismo nell'aggiornarvi non è stato perfetto. Colpa del fuso orario.
Comunque vi aggiorno subito. Non avendo avuto successo con un “sms romantico”, il nostro eroe ha riprovato con un messaggio del tipo “ma perchè non ti fai sentire” (sms disperato?). L'oggetto del desiderio ha risposto in maniera inquietantissima: “Lo sai che c'è un ostacolo tra di noi”. Cosa sono, i novelli Giulietta e Romeo? Niente di tutto questo, temo. Ma a questo punto chiedo anche il vostro aiuto. Scrivetemi la vostra opinione: deve mollare l'osso, il mio amico? O insistere? Se non riusciamo a venirne a capo entro venerdì, riprendiamo il discorso da Cuba a novembre.

Ho la tasca posteriore dei pantaloni piena di biglietti da visita. Frutto delle ripetute visite della stampa locale al Camp di allenamento azzurro. Abbiamo avuto l'onore di essere seguiti dai canali televisivi “WPTV”, “WPBF”. Come carta stampata si sono mossi invece il “Palm Beach Post” e lo “Stuart News”. Insomma, niente male come interesse.
Da parte mia, ormai ho standardizzato le dichiarazioni sulla base dei 'virgolettati' che mi sono stati attribuiti dal Palm Beach Post. Fra l'altro, hanno fin azzeccato il mio nome e cognome.
Comunque, se volete un'idea dello spazio dato alla nazionale azzurra in allenamento potete visitare il sito www.PalmBeachPost.con.
Come 'Public Relation Man' merito un voto non altissimo, comunque. Sono venuto in America senza biglietti da visita.

Siamo sul pullman diretto a Miami. Questa sera abbiamo un programma che non è male: vedere la partita tra i Marlins e i Montreal Expos. Mi tocca anche fare questo sforzo…

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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