Un Torino tutto Made in Italy

Il ritorno di Dante Carbini e Luca Costa proietta la squadra piemontese tra le favorite

Con la politica dei piccoli passi, Torinogrizzlies si accinge ad entrare nell'area dell'A2 con grandi orizzonti davanti a sè.
La semina del raccolto di Gianmario Costa che si propone anche nella veste del manager come il personaggio di maggiore carisma della storia di questa regione, sembra essere infatti assolutamente rigogliosa.
Il ritorno di Torino nel giro di chi conta si è in effetti rivelato come un richiamo alla responsabilità collettiva.
Così Dante Carbini, che in questa squadra è nato e cresciuto e che questa squadra aveva abbandonato per motivi di target frequentando la serie A1, ultimamente nella lontana Paternò, ha scelto di riabbracciare la squadra di casa, e non solo, la squadra di famiglia, visto che madre e padre costituiscono lo zoccolo duro di questo team. Pitcher Carbini è stato contattato da mezz'Italia, ma è invalsa la ragion di stato, il desiderio di aderire a quel concetto di ricostruzione che ha finito con lo svuotare pesantemente il Paternò.
Con Dante (sereno in città, anche perchè ha trovato lavoro) è infatti tornato sotto la Mole anche Luca Costa, un po' per via della professione, commercialista, ma un po' pure per lo stesso motivo di Dante, il richiamo alle origini, il desiderio di restituire dignità e decoro alla casa madre, al baseball torinese.
E non è detto che Max Rosso non si aggreghi pure lui a questa cordata, anche se l'esterno continua ad essere richiesto da tanti.
L'unico del poker di Paternò che pur tornando a Torino ha scelto un altro team è Francesco Aluffi, che ha deciso di concedersi una pausa di riflessione: per una stagione, almeno, ha scelto il Settimo, la squadra nella quale è nato, per dare una mano, di tutto cuore, al padre.
Con Carbini, Luca Costa, probabilmente Max Rosso, i due magic Avagnina, Mannucci ed Hansen provenienti dalla Juve e con il bel nucleo degli atleti che hanno favorito la promozione in A2, il Torogrizzlies si presenta ai blocchi di partenza con bellicose potenzialità.
L'intenzione della società non è quella di tentare il gran salto ad ogni costo, ma appare evidente che con un parco lanciatori di questo calibro, con Avagnina e Carbini partenti e complessivamente con tre mancini sul monte (oltre ad Avagnina anche Ballor e Scalzo) è legittimo essere ottimisti.
E non è improprio sottolineare che questo gruppo può pretendere almeno alla parte alta della classifica, pur avendo fatto una scelta di qualità, l'aver cioè escluso a priori l'utilizzo di giocatori stranieri e di oriundi.
In un sistema dove tutti pescano sic et simpliciter dove possono, trovando difficoltà a completare i roster con il made in Italy, ecco un gruppo che va assolutissimamente in controtendenza, il che merita di essere considerato vera rifondazione di una filosofia associativa, vero rilancio del baseball a Torino.

Informazioni su mario 24 Articoli
Nato a Torino nel 1946, è giornalista professionista dal primo maggio 1967 presso la testata Tuttosport di cui è stato redattore capo sino al 12 febbraio 2001.Specializzato in sport vari e marketing, è 'anche' presidente della Juve 98 di cui è stato, proprio temporibus lillipuz anche giocatore.Ha avuto inoltre il merito di portare il padre nel baseball (fu presidente della Juve Lancia per 17 anni) e i due figli che hanno giocato nella Juve 98.

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