NCAA

Morresi e Giarola, show negli USA

Con il mese di maggio entra nel vivo, come tradizione vuole, la stagione del baseball a livello di College con la postseason che vedrà sicuri protagonisti anche i nostri giovani prospetti Lorenzo Morresi e Tommaso Giarola.

Il maceratese, ormai titolare fisso dietro il piatto di casa base, ha guidato i suoi Thunderbirds ad una stagione regolare da record (43 vinte e 13 sconfitte) e al titolo della Western Junior College Athletic Conference suggellato nell’ultimo week-end dal successo per 3 gare a 1 nella serie contro la rivale principale Midland College. Per il figlio d’arte ed ex-San Marino numeri importanti (6 su 13 nel box con ben 8 punti battuti a casa) nelle ultime 4 decisive partite che rispecchiano quelle complessive stagionali (.370 di media battuta con 48 punti battuti a casa e 9 fuoricampo). A queste vanno aggiunte buone statistiche difensive ed un ottimo controllo di lanciatori.

Da segnalare, come curiosità, l’ottimo momento per le due “future” squadre di Morresi, ovvero Macerata e University Texas San Antonio. La prima, che Morresi raggiungerà al termine della sua stagione a New Mexico Junior College, è ancora imbattuta nella nostra Serie A mentre la seconda, dove il talento maceratese dovrebbe proseguire nella prossima stagione la sua avventura nei College Usa, sta viaggiando alla grandissima in NCAA Division I (35 vittorie e sole 12 sconfitte) risultati che le hanno permesso di essere inserita per la prima volta nella storia nel ranking nazionale al numero 22.

Più complicata la stagione del compagno di squadra, il pitcher teatino Oscar Tucci con sole 7 apparizioni sul monte di lancio e 13 inning lanciati ma le 2 apparizioni nell’ultima decisiva settimana fanno ben sperare per il suo impiego e rendimento nella postseason che partirà per i Thunderbirds il prossimo week-end a Weatherford nel Texas.

Passando ora a Tommaso Giarola, la sua Central Methodist (23 vittorie e 7 sconfitte) ha comquistato ancora una volta il titolo della stagione regolare nella Heart of America conference (livello Naia) con ottime statistiche per il giovane torinese seconda base titolare: .286 di media nel box, 16 punti battuti a casa e 2 fuoricampo. Meno fortunata per gli Eagles e per Giarola l’avventura nel torneo di conference con un solo successo, seppur netto, con William Penn e due sconfitte di misura con Baker e quella decisiva per l’eliminazione con il punteggio di 9-8 contro Mid American Nazarene con l’ultimo out proprio di Giarola (volata all’esterno destro). Amarezza per il giovane talento dei Grizzlies Torino (3 su 12 per lui nel trittico) ma ora testa il primo turno del Torneo finale Naia che partirà per Central Methodist il 15 maggio sul diamante di casa dell’Estes Field.

Chiudiamo con Daniel Monti e Francesco Bonvini. Il primo è stato autore finora di una stagione nel complesso positiva come interbase titolare per Sonoma State (.256 nel box e 10 rbi) nonostante il deludente record di squadra di 22 vinte ed altrettante sconfitte. Ora i Seawolves sono attesi dal torneo della California Collegiate Athletic Association. Discorso simile può essere fatto per Francesco Bonvini, lanciatore parmense che si è mantenuto sui numeri della scorsa stagione (3 vinte ed 1 persa in 4 partenze con ben 77 strikeouts ottenuti in 44.2 inning lanciati) a Kingsborough Community College e con la soddisfazione di aver appena conquistato con i suoi compagni il titolo della City University of New York Athletic Conference con il netto successo per 14 a 4 su Bronx Community College.

 

 

Andrea Palmia

Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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