Baseball USA

Un secolo fa la “Spagnola”, oggi il coronavirus. Ma il baseball…

Mentre la prima guerra mondiale entrava nel suo ultimo anno, esplose quella che venne definita “influenza spagnola”. Arrivò in America probabilmente con le truppe di ritorno dall’Europa e si diffuse rapidamente mietendo un numero incredibile di vittime. Nel frattempo il baseball andava avanti, Ty Cobb avrebbe battuto .388 per i Tigers e Babe Ruth portato i Red Sox a vincere il loro ultimo campionato prima dei famosi 86 anni di “Maledizione del Bambino” (proprio a Boston ci fu il primo grande focolaio di influenza, forse a causa di un gruppo di marinai). C’era poca enfasi sull’influenza: la Guerra Mondiale dominava le prime pagine di tutti i giornali e si cercava di andare avanti. La stagione venne accorciata e le World Series si disputarono, per la prima e unica volta, a settembre. Secondo le leggenda, Babe Ruth lanciò con la polmonite 2 delle partite della serie finale contro i Chicago Cubs.

Il numero totale di morti a causa della “Spagnola” (conosciuta anche come la “grande influenza”), oscillò tra i 50 ed i 100 milioni. Mezzo miliardo di contagiati nel mondo, un terzo della popolazione mondiale di quei tempi. E 675.000 americani deceduti. A Filadelfia non venne cancellata una grande sfilata programmata per il 28 settembre e portò a 12.000 vittime solo in quella città. In quattro settimane.

Il mondo della MLB fu veramente scioccato, a stagione ormai terminata, dalla morte dell’arbitro Francis “Silk” O’Loughlin, una vera autorità dei tempi che aveva diretto le World Series del 1906, 1909, 1912, 1915 e 1917. Ma tutto sommato, la stagione 1919 venne leggermente ritardata e cominciò il 23 aprile.

Siamo ai giorni nostri. Il 12 marzo scorso, a causa della pandemia in corso, la stagione 2020 della MLB è stata posticipata senza una data definita, mentre scriviamo. I giocatori intrattengono i tifosi su instagram: chi, come Mike Trout, sfoggiando skill di golf domestico, chi come Correa, giocando a basket con sua moglie, nonché ex-Miss Texas.

Intanto, in Corea del Sud sono consentiti gli allenamenti e le partite tra membri della stessa formazione e le squadre mostrano gli allenamenti online ai tifosi. Nonostante siano stati colpiti molto duramente dal coronavirus, si vedono i giocatori con le mascherine, battere e correre.

Ma il baseball tornerà, riportando tutte le emozioni che aspettiamo pazientemente per tutto l’inverno e regalandoci di nuovo giocate che ricorderemo ed ammireremo per tanto, tanto tempo. Al momento tutto ciò che possiamo fare è stare a casa (base) ed aspettare con pazienza il primo strike. Mi piace sperare che la scienza del 2020 saprà risolvere il problema meglio di quella del 1918, nel frattempo perchè non cogliere l’occasione per rivedersi partite storiche?

Dal film “L’uomo dei sogni”

 

Davide Garzia

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