San Marino ha scelto Mario Chiarini

Se il rigido inverno del nostro batti e corri aveva bisogno di una "scaldata", beh ci ha pensato la T&A San Marino ad alzare la temperatura. Tutto in pochi giorni, prima l'interruzione del rapporto con Marco Nanni, poi la promozione a manager di Mario Chiarini.
E anche in questo caso tutto in pochi giorni, perché il nuovo head coach della società del Titano è passato dall'idea di vivere un'altra stagione da giocatore (forse sarebbe stata l'ultima) a quella di saltare il fosso e schierarsi dall'altra parte della barricata. Una cosa bisogna precisarla: per chi conosce realmente le dinamiche societarie sammarinesi non c'è da stupirsi, così come non doveva essere considerato un fulmine e ciel sereno il "grazie, arrivederci" a Nanni, proprio perché il cielo da quelle parti non era sereno.
Chiarini, dunque: è il secondo manager dell'Ibl uscito dal settore giovanile del Rimini Baseball dopo Paolo Ceccaroli (ogni riferimento scaramantico non è casuale) e si aggiunge all'importante elenco di ex azzurri di alto livello che guidano formazioni della massima serie italiana. "Ci ho riflettuto e ho capito che era il momento giusto per provarci. Sia perchè ho sempre pensato a un futuro da allenatore, sia perchè mi è piaciuto il progetto della società. È una bella sfida, e io voglio capire come si sta dall'altra parte e scoprire se è quello che fa per me. Di certo in Italia non ci sono spesso occasioni di questo tipo per i giovani, per cui è giusto provarci".
Parole chiare, sincere, che rispecchiano il carattere dell'ex capitano della nazionale, una scelta sulla quale la coppia Antolini-Mazzotti ha ragionato bilanciando pro e contro, rischi e certezze. Chiarini in questo suo nuovo ruolo parte avvantaggiato dal fatto che nella carriera da giocatore non ha pestato i piedi a nessuno e c'è da credere che soprattutto il gruppo italiano della T&A lo metterà nelle condizioni migliori per esprimersi al meglio. Non era facile mollare il baseball giocato per un personaggio che ha fatto del baseball giocato la sua ragione di vita, non era facile chiudere un capitolo che nell'ultimo campionato (soprattutto in regular season) aveva riaperto da protagonista, battendo come non gli capitava da parecchie stagioni. Le competenze tecniche non gli mancano, la scorza da manager l'acquisterà col tempo.

 

Carlo Ravegnani

Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.

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