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“Houston, non abbiamo un problema ma finalmente l’anello”

Gli Astros rialzano orgogliosamente la testa e, dopo lo scivolone (1-3) in gara-6, si impongono nella sfida decisiva delle World Series con un convincente 5-1 conquistando il primo titolo dal 1962, anno di fondazione della franchigia. Delusione cocente per Los Angeles che manca l'appuntamento con l'anello dal 1988, anno dell'ultima partecipazione al "Fall Classic".
Arrivati al termine della regular season con il miglior record della Major (104 vittorie, 58 sconfitte) e liquidati nei play-off prima i D-Backs (NLDS vinte per 3-0), e poi i Chicago Cubs campioni in carica (NLCS vinte per 4-1), senza mai perdere un solo match in casa, i Dodgers hanno fallito l'ultimo sprint proprio dove erano più forti, nel loro stesso stadio. Così gli Astros, a soli 4 anni da uno dei momenti più bassi della loro storia (chiusero la regular season 2013 con 51 vittorie e 111 sconfitte), riescono a portare a Houston il titolo proprio nell'anno in cui la città è stata martoriata dal passaggio dell'uragano Harvey.
Una serie bellissima, estremamente equilibrata, con due partite (gara2 e 5), terminate agli extra-inning, ed entrambe vinte dai texani che nel corso delle World Series hanno dimostrato maggior tenacia. Non a caso il roster di A.J. Hinch è stato soprannominato "never-say-die" Astros. Con al vittoria della notte scorsa Houston ha vinto la seconda gara7 in queste post-season dopo quella contro gli Yankees dello scorso 21 ottobre (il 4-0 che ha sancito la vittoria nelle ALCS). Impresa, questa, riuscita solo ai Royals del 1985 nella storia di questo sport. Dopo aver fallito l'accesso alle post-season lo scorso anno, gli Astros si impongono per 3-1 nelle ALDS contro i Red Sox, e per 4-3 sugli Yankees nelle ALCS, dopo essere stati sotto per 3-2 nella serie. Nell'ultima partita delle World Series sono stati i rilievi a fare la differenza. Il bullpen, che dopo le prime sei gare aveva una media ERA di 7.29, con Brad Peacock, Francisco Liriano, Chris Devenski e Charlie Morton ha lanciato complessivamente 6.2 inning concedendo appena 1 punto figlio di 2 valide ed 1 base per ball. L'attacco dei Dodgers di contro è andato 1-su-13 con i corridori in posizione punto. Per il partente di Los Angeles Yu Darvish, che in due partite di World Series giocate non è mai arrivato a giocare il terzo inning, la gara si mette subito male. Prima subisce il doppio di Springer e poi, grazie ad in errore Bellinger in prima base, subisce il punto dello 0-1 sulla battuta di Alex Bregman che arriva indisturbato in seconda base. Il texano mette ancora più pressione al lanciatore giapponese rubando la terza base e conquistando il secondo punto del match con su una rimbalzate di Altruve. La propensione a lasciare gli uomini in base per LA si manifesta già dalla parte bassa del primo inning quando Lance McCullers Jr. si vede riempire le basi grazie ad un doppio di Seager ed a due "hit-by-pitch" su Turner e Puig. L'occasione però viene sprecata e la ripresa si conclude senza punti per i padroni di casa.
Al secondo inning una base per ball a McCann ed un doppio di Marwin Gonzalez precedono la rimbalzante di Lance McCullers Jr. (che vale il terzo punto della partita), ed il fuoricampo di George Springer per il parziale 0-5. Springer, premiato come miglior giocatore delle World Series, chiude la serie con un record di 11-su-29 con 3 doppi, 5 fuoricampo e 7 punti battuti a casa. E' il terzo giocatore nella storia delle "Fall Classic" a realizzare 5 homerun in una serie finale dopo Reggie Jackson nel 1977 (Yankees), e Chase Utley, nel 2009 (allora a Philadelphia, adesso nel roster dei Dodgers). Inoltre il 28enne esterno, ha messo in fila il record di "extra-base" (8), di basi totali conquistate (29) e quello di fuoricampo in gare consecutive (4) di World Series. La partita di Yu Darvish termina con il fuoricampo subito, rilevato da Clayton Kershaw, mentre quella di McCullers prosegue nonostante nella parte bassa del secondo conceda ancora un singolo a Forsythe ed un "hit-by-pitch" su Hernandez. Stavolta è la difesa di Houston a correre in aiuto al suo lanciatore, e con un doppio gioco sull'asse Correa-Altruve chiude la ripresa senza danni.
Anche la parte bassa del quarto inning si apre con un singolo (Seager), ed un battitore colpito (Turner, il quarto in tre riprese), ma, complice anche il cambio sul monte tra McCullers e Peacock, ancora una volta Los Angeles non ne approfitta. Al quinto inning Peacock riempie prima e seconda base grazie ad una base per ball su Seager ed un singolo concesso a Turner e viene rilevato da Liriano. Un doppio gioco innescato dalla battuta di Bellinger porta Seager in terza ma in situazione di 2 out ed Hinch decide di sostituire ancora il lanciatore con Devenski che rileva Liriano. La scelta si rivela vincente con lo score dei Dodgers che resta fermo a zero. Al sesto inning, con Morton sul monte di lancio per gli Astros, arriva il primo ed unico punto di Los Angeles. Il singolo di Andre Ethier, che segue quello di Pederson e la base per ball concessa a Forsythe, riaccende le speranze degli oltre 54mila presenti, che però ancora una volta vedranno chiudere la ripresa con un corridore lasciato in seconda base. Da quel momento non accadrà più nulla e la partita resterà saldamente in mano delle difese che non concederanno più nulla agli avversari e così, dopo 3 ore e 37 minuti di gioco, gli Astros possono festeggiare il loro primo anello, arrivato al secondo tentativo dopo quello, fallito, del 2005 quando, da fresca vincitrice della National League, perse per 4-0 le World Series contro i Chicago White Sox.
Con la vittoria degli Astros sono 5 le squadre MLB a non aver mai vinto il titolo. I Tampa Bay Rays (che vantano un tentativo nel 2008 perso 1-4 contro i Phillies), i Colorado Rockies (World Series del 2007 perse 0-4 contro i Red Sox), i Milwaukee Brewers (ed ex Seattle Pilots, che vantano un tentativo nel 1982 fallito perdendo 4-3 contro i Cardinals), i Seattle Mariners ed i Washinton Nationals (ex Montreal Expos). Queste ultime due non sono mai neanche approdati alle World Series.

 

Andrea Tolla

Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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