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Nanni: "Il bullpen è la nostra certezza"

Ricevuto il gavettone d'ordinanza, Marco Nanni ordina ai suoi di fare presto che tra l'inizio alle 21, le due interruzioni e la durata della partita stessa è passata da un pezzo l'una di notte. La T&A San Marino vola in finale, dove ad attenderla ci sarà la vincente tra Rimini e Bologna.

I complimenti vanno ai ragazzi, sono loro i principali attori di questa finale conquistata”, esordisce chiarendo subito la scelta di affidarsi a Kimborowicz. “Abbiamo un bullpen lungo, lui ha fatto vedere cose buone da partente mentre da rilievo non si trovava a suo agio, con la serie sul 2-0 potevamo per così dire rischiare ma eravamo comunque convinti che avrebbe fatto un buon lavoro. Se poi non si fossero spente le luci sarebbe probabilmente andato ancora avanti, era comunque già un po' oltre il suo carico di lanci, farlo star fermo mezzora per poi riprendere sarebbe stato un azzardo, proprio perché disponiamo di molte alternative”.

Mazzanti la partita l'aveva riaperta, e dire che in garauno aveva ricevuto cinque basi, di cui tre intenzionali. Nanni un po' lo ammette, ridendo sotto i baffi, quando gli chiediamo se non fosse stato meglio passarlo in base anche stavolta, e chiarisce: “aveva 2 strike, non potevamo, forse dovevamo girarci un po' più intorno, alla fine è scappato un lancio ed è stato bravo lui a punirci”.

Comunque e inevitabilmente la prima partita ha indirizzato la serie, quando vinci 1-0 al 13° è un terno al lotto, conquistata quella alla fine il risultato della serie è giusto. Sono contento di come stanno rendendo i ragazzi, dobbiamo tenere botta altre due settimane e ci aggrappiamo ai nostri pitcher, noi abbiamo questa certezza”.

A questo punto? “Bologna ha un attacco che fa paura, Rimini ha tanto entusiasmo ed esperienza. Chi capita capita, a noi va bene, l'importante è essere in finale – conclude – ed è sempre bello giocare davanti a 2.000 spettatori, un tifo tosto ma corretto che sostiene sempre la propria squadra invece che insultare gli avversari”.

Onore al San Marino che ha giocato bene, però il 3 a 0 ci va stretto, per quello che abbiamo fatto vedere in campo forse avremmo meritato almeno una vittoria. Loro sono stati più cinici, sfruttando quei piccoli episodi che hanno fatto la differenza”. L'analisi dall'altro fronte di Alberto D'Auria è fredda, ma non nasconde il rammarico per un finale che si sognava in parte diverso, nonostante il generoso applauso dei tifosi a fine partita. Chiaro che l'errore all'esterno di Giordani inevitabilmente ha cambiato le cose, nonostante la rimonta sino al 5 a 4.

I nostri lanciatori erano stanchi, avevano 80 lanci ciascuno collezionati solo pochi giorni fa, loro con cinque stranieri sicuramente potevano gestire meglio la rotazione, e l'hanno fatto – dice – siamo una squadra giovane, paghiamo la poca esperienza a parte qualche veterano. Abbiamo margini di miglioramento molto ampi per il futuro, speriamo solo che questo inverno ci lascino lavorare in pace e non si ripalesino problemi esterni a rallentarci”.  

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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