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Baseball Ciechi, i Patrini Malnate campioni d'Italia 2016

Bologna, campo "Leoni", un improvviso silenzio avvolge il diamante che farà da teatro alla finale del campionato italiano di baseball per ciechi 2016. Volteggia la monetina del sorteggio e persino gli uccelli sembra stiano a guardare, anche loro intuiscono che una finale è fatta di particolari che potrebbero decretare la vittoria per l'una o per l'altra squadra. Aspettano, come tutti, il primo verdetto quello della sorte, prima di tornare a essere spettatori involontari di un evento sportivo così definitivo. La fortuna, cieca com'è, potrebbe giocare in uno dei due schieramenti senza problemi, indistintamente, trattandosi di baseball per ciechi. Decide per i Patrini Malnate e a questo punto il Mister Chiesa compie la sua prima mossa a sorpresa: parte in attacco, lasciando agli avversari la possibilità di giocare la propria fase offensiva sapendo i punti fatti della squadra rivale. Per gli uccelli tutto questo è già un segno verso una via precisa attraverso tutti i mondi possibili, per gli umani un semplice gioco della sorte unito ad una scarsa esperienza delle scelte tattiche che si devono fare in una finale.
La Fiorentina ringrazia per questo piccolo favore, anche se lo squadrone allenato da Mister Acciai ha dimostrato, durante tutto il campionato, che di appoggi da parte degli avversari non ha alcun bisogno: un pareggio contro il Bologna White Sox e una sconfitta contro i Lampi, con una squadra non al completo quando il risultato per i toscani non contava nulla, per il resto tutte vittorie costruite punto su punto con una prova corale davvero impressionante.
Quasi tutti danno per grande favorita la squadra gigliata anche se si prevede una partita molto combattuta. Apre le ostilità il patrino Marco Case, e deve tremare non poco la sua mano quando riceve la palla della sua prima finale da Ronny Cedeno ex-Major League ed interbase dell'UnipolSai Bologna. Chissà se Ronny si è accorto di quell'emozione? Gli umani probabilmente no, troppo lontani e troppo distratti da altri particolari, e neppure gli uccelli che sono tornati a fare quello che fanno solitamente, loro sono i veri padroni del vento e sembrano già aver capito come andrà a finire, sanno che l'emozione del primo volo, del primo battito d'ali solitamente è il preludio ad un volteggio indimenticabile. Marco Case scorderà difficilmente la sua prestazione in questa partita: 5 valide su 9 turni di battuta, 2 fuoricampo e 6 punti battuti a casa per la prima finale per se e per la propria squadra sono una prestazione di tutto rispetto.
E di tutto rispetto sono anche i primi tre inning dei Patrini Malnate: 5 punti al primo, 2 punti al secondo e 4 punti al terzo fanno 11 punti pesantissimi con i quali i varesini passano la mano a Musarella e compagni, che di punti dopo i primi 3 inning ne collezzionano solamente 3. E non pensiate che la Fiorentina BxC non abbia giocato, ma la carta vincente dei malnatesi si chiama Casale (5 su 9 con nessun PBC) che con ben 16 assistenze in difesa riesce a disinnescare l'attacco più forte del campionato.
Dal quarto in avanti anche la difesa dei fiorentini sembra entrare in partita con il solito Comuniello (1 su 7) ma è troppo tardi: i ragazzi di Chiesa non mollano in difesa mentre in attacco riescono a far segnare altri 2 punti. Identico discorso per la squadra allenata da Acciai che mette a segno 2 punti e riesce a controllare un line-up varesino davvero in piena forma. Come in un gioco di prestigio ben riuscito è ancora Marco Case a fare l'ultimo out della partita, e chissà se la sua mano tremava ancora prima del lancio fatale che toglie lo scudetto proprio dalla maglia dei gigliati. Finisce 13-5 all'ottavo inning per impossibilità di rimonta. Esplode la gioia dei Patrini che dedicano la vittoria in particolare allo scomparso Guglielmo Donai, uno dei fondatori della squadra di Malnate.
Alla Fiorentina BxC è forse mancata quella fame di vittoria che ha caratterizzato invece tutta la prestazione dei Patrini, a partire da quella prima scelta del manager Chiesa: "Noi partiamo in attacco!"

Claudio Levantini

Classe 1967, uno dei primi giocatori dei "Thunder's Five", squadra storica di Milano e del movimento AIBxC, con cui vince uno scudetto. Da questa positiva esperienza nasce uno spin-off, la i "Lampi Milano", che lo coinvolgono fin dalla loro nascita. Con la maglia numero 20, e nonostante (a sua detta) le "scarse doti atletiche", vince altri due scudetti. La sua avventura nel "batti e corri con pallina sonante" continua con la speranza di riuscire anche a entusiasmare i lettori di Baseball.it

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