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Virginia campione NCAA e la rivincita è servita

Il mondo dello sport è pieno di storie come quella della squadra di baseball di Virginia che, sospinta dalla voglia di riscatto dopo la sconfitta in finale dell'anno precedente, corona il sogno di diventare campione contro tutti i pronostici della vigilia. Per la gioia soprattutto del suo allenatore Bryan O'Connor, nato proprio a Omaha nel Nebraska (sede tradizionale delle College World Series) e sostenuto sulle tribune da tanti membri della sua famiglia.
Esattamente un anno dopo aver sfiorato il successo con una squadra sicuramente molto più ricca di talento i Cavaliers hanno fatto tesoro di quell'esperienza negativa e con una compattezza invidiabile sono riusciti nell'impresa battendo Vanderbilt, campione 2014 e favorita in questa serie finale.
Quella di Virginia è stata più che mai una vittoria di squadra con tanti giocatori diversi che sono stati protagonisti nei momenti decisivi, a partire dal lanciatore di rilievo Josh Sborz (3 le sue vittorie nelle College World Series che gli sono valse il titolo di Mvp delle stesse), proseguendo con Adam Haseley e Brandon Waddell, partenti nei due successi nella serie finale, e chiudendo con Thomas Woodruff e il prima base Pavin Smith, autori delle battute valide che hanno portato i punti fondamentali per le due vittorie.
ANALISI DELLA SERIE FINALE – Garauno equilibrata e controllata dai lanciatori fino al sesto inning quando sul calo del partente dei Cavaliers, Connor Jones, il potente attacco di Vanderbilt mette la freccia assicurandosi la vittoria con il punteggio di 5-1.Ottima la prestazione del talentuoso pitcher Carson Fulmer per i campioni in carica (6.2 innings con 6 strikeouts e sole 2 valide concesse) che, una cosa è certa, la prossima volta che andrà sul monte sarà per l'organizzazione dei Chicago White Sox.
Stesso copione anche nella seconda sfida (3-0) con due eroi in particolare per Virginia, il lanciatore "d'emergenza" Adam Haseley (esterno centro titolare) chiamato sul monte di lancio da coach O'Connor per la sua quinta partenza stagionale, vista l'impossibilità di utilizzare Brandon Waddell, decisivo nel match da dentro o fuori di domenica scorsa contro Florida. Haseley ha tenuto ottimamente a bada le mazze di Vanderbilt per 5 inning prima di lasciare il testimone al rilievo Josh Sborz arrivato alla sua terza vittoria in queste College World Series. Altrettanto decisivo l'esterno destro Thomas Woodruff (3 su 4 nel box e 2 rbi) nel lineup proprio al posto in difesa di Haseley e autore di una valida da 2 punti nel sesto inning.
Arriviamo così a gara 3 e nonostante una partenza con il freno a mano tirato dei Cavaliers (2 punti subito al primo inning per Vanderbilt) il partente Brandon Waddell ed i suoi compagni mostrano ancora una volta in questa incredibile stagione di avere qualcosa di più degli avversari. Grazie ad un fuoricampo da 2 punti del prima base Pavin Smith raggiungono la parità al quarto inning girando definitivamente l'inerzia del match e quando Nathan Kirby mette strike-out il pinch hitter Kyle Smith di Vanderbilt (quinta vittima al piatto nei suoi due inning da rilievo) per l'ultimo out del nono inning il dug-out di Virginia esplode nei festeggiamenti con la consueta "ammucchiata " dei giocatori sul monte di lancio. 4-2 il finale.
Come detto si tratta del primo titolo nazionale nel baseball per Virginia ma anche la "fine della maledizione" per le squadre della Atlantic Coast Conference (una delle migliori nel panorama del batti e corri Ncaa) che non vincevano il campionato dal 1955 quando toccò a Wake Forest.
Due parole anche sugli sconfitti che nella finalissima hanno pagato oltre modo la scarsa vena offensiva dei giocatori di punta come l'interbase Dansby Swanson (prima scelta assoluta nel recente draft Mlb) o il prima base Zander Wiel (6 su 20 nel box complessivo nelle 3 gare) e in generale della squadra visto che i Commodores sono andati in bianco in 18 degli ultimi 19 inning disputati.

Andrea Palmia

Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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