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Il colpo di coda dei Pirati lascia tutto ancora aperto

Solita T&A, sorpresa Nettuno, brutti segnali per Rimini. Sarebbe stato questo il succo di quanto prodotto dalla prima tornata del round-robin fino all'11° inning di gara-3 del derby di Serravalle recuperato ieri sera dopo il nubifragio di sabato.
Solita T&A perché i Titani di Bindi, campioni in carica, avevano confermato per due partite di essere non solo la bestia nera dei cugini rivieraschi (striscia di 5 vittorie di fila), ma una squadra ormai abituata ad affrontare questo genere di partite. San Marino sa come si fa e lo dimostra anche quando sembra ormai sull'orlo del baratro, come in gara1 a Rimini quando Chapelli punisce l'unico lancio sbagliato di Cruceta. La riprova si è avuta in gara2 dove la T&A ha acceso il motore e non l'ha più spento, navigando a favore di un vento che gli uomini di Bindi sono sempre bravi a cercarsi.
Rimini invece questa esperienza non ce l'ha. Tecnicamente i Pirati non sono inferiori, lo dimostra la partita quasi vinta di mercoledì, lo dimostrano le 13 valide di venerdì. Quello che manca alla squadra di Catanoso è il "killer instinct", la capacità di sfruttare le occasioni quando si presentano senza fare inutili e dannosi regali all'avversario, figuriamoci se questo si chiama T&A. Tutto fino a ieri notte quando il colpo di coda dei Pirati, se non ribalta i discorsi fatti fino a qualche minuto prima, almeno tiene tutto ancora in sospeso. Perché stavolta tocca a San Marino mangiarsi le mani per le innumerevoli occasioni perse e per non aver saputo gratificare in attacco la splendida performance di Da Silva, arrivato a 6 out dal perfect-game. E Rimini è ancora vivo.
Sorpresa Nettuno. A pensarci bene fino a un certo punto. Perché anche il nove di Bagialemani ha nel dna la capacità di trasformarsi quando di mezzo ci sono i play-off. Non a caso l'anno scorso questo gruppo arrivò a giocarsi lo scudetto a gara7 nonostante partisse da Cenerentola nei play-off. Se n'è accorta l'Unipol Bologna, costretta ad alzare due volte bandiera bianca, prima al Borghese dove storicamente è dura per tutti nella post-season, poi più clamorosamente in gara3 al Falchi con Betto e Cillo mai così in difficoltà. Irriducibili i tirrenici, che dall'alto di un monte solido (strana a proposito l'imbarcata di Ricardo Hernandez in gara2) con un Richetti tornato grande protagonista, adesso puntano a una nuova serie tricolore.
Difficile fare pronostici, soprattutto dopo il successo dei Pirati in gara-3 che ha rimesso tutto in discussione. Ma da quel che si è visto in questo primo turno, è altrettanto difficile pensare a un San Marino non in finale. Chi contro i Titani? Sarà una bella lotta, tutti sono in corsa con le stesse possibilità di farcela. Per scoprirlo basta aspettare ancora poco.

Cristiano Cerbara

Nato a Rimini 38 anni fa, Cristiano Cerbara è entrato nel mondo del giornalismo sportivo dall'ottobre del 1998, ovvero da quando ha rivestito per quattro anni i panni di collaboratore esterno del quotidiano locale "La Voce di Rimini" curando principalmente e giornalmente le vicende calcistiche del Rimini e collaborando comunque anche per quanto riguarda il baseball fino a diventarne responsabile in prima persona dai play-off 2001. E nell'ottobre 2002 ecco il passaggio alla redazione del Corriere Romagna dove ha ricomposta la staffetta di baseball.it con l'amico Andrea. Ma quello per il "batti e corri" é un amore profondo, nato con un classico colpo di fulmine all'età di 19 anni. Era infatti il 1988 quando il baseball cominciò a fare parte della sua vita sfociando in una passione che lo ha portato a saltare (per cause di forza maggiore) appena 2 partite allo stadio dei Pirati di Rimini (le ultime ed ininfluenti della regular season 1997) negli ultimi 15 campionati. Sposato dal settembre del 2000 con Monica, collabora con "Il Biancorosso" (giornalino quindicinale che esce in occasione delle partite interne del Rimini Calcio) e con il settimanale "Romagna Sport". Segue con interesse il baseball delle Major League e il suo sogno sarebbe quello di poter assistere dal vivo ad una partita di finale delle World Series ma per il momento si accontenta di entrare virtualmente nei templi del batti e corri a stelle e strisce consumando la sua Play-station a suon di fuoricampo e spettacolari prese in tuffo. Un altro desiderio forse irrealizzabile é quello di poter vedere un giorno il baseball italiano arrivare allo stesso grado di popolarità del calcio.

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