De Santis… e come il Nettuno gli cambierà la vita

Il 4 gennaio compirà 32 anni, che per un lanciatore equivale al pieno della maturità, atletica e mentale. E il nuovo anno coinciderà anche con la nuovissima avventura di Riccardo De Santis, bandiera del Grosseto che dal 2012 e per tre anni almeno (tanto è lungo il contratto siglato) farà parte del roster della Danesi Nettuno. Non è il primo in assoluto (Casolari, Gasparri, De Franceschi, Leo Mazzanti tanto per citarne qualcuno), certo è la prima vera bandiera che dalla Maremma si muove verso la "città del baseball". Un movimento in senso contrario a quello di Bagialemani, che andò ad allenare i toscani nel 2010 al termine di una trattativa che in quel caso fu vista col fumo negli occhi e come un tradimento vero e proprio. Un po' come se tra le due tirreniche, animate da una rivalità profonda ulteriormente alimentata dalle finali del 2007, fosse iniziata l'era degli scambi. Con tanto di interessi…

Ma evidentemente quell'anno di Bagialemani a Grosseto è servito, eccome, per dare una svolta alla trattativa. "E' stata una decisione sofferta, come è facilmente intuibile. Erano arrivate moltissime offerte dalle squadre dell'Ibl, ma in tal senso Ruggero era quello che si era mosso personalmente, dandomi anche il massimo della disponibilità a livello personale. Ho imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo a Grosseto".

Ma alla fine cosa ti ha realmente convinto? "Alla fine è una questione di prospettive. Quello di Ruggero col Nettuno è un progetto che mi ha convinto, dando spazio ai giovani e con una realtà che si sta rivelando molto dinamica. Anche San Marino si è offerto con una proposta, e la cosa mi ha fatto piacere, ma sarei andato a far parte di un roster che ha appena vinto tutto e con il ruolo di rilievo, che non prediligo. Invece a Nettuno ho ricevuto più garanzie, con la possibilità di essere il partente della terza partita. E affronteremo una stagione che si preannuncia serrata, tra campionato ed eliminatorie di Coppa".

Che effetto fa lasciare una squadra e una società con la quale militi da… "25 anni, se si aggiungono anche le giovanili. Avevo comunque dato la precedenza al Grosseto, in modo che si potessero risolvere i problemi. Sino all'ultimo, andando anche oltre, magari accettando un anno di prestito e poi, a settembre 2012, capire quale fosse la situazione per fare poi un eventuale passo successivo. Ma senza garanzie, a questo punto ho deciso di dare una svolta alla carriera, accettando un contratto di tre anni, che vista l'età è anche adeguato e corretto nei confronti di tutti". Eventualmente ti potevi accordare per periodi più brevi? "Sì, ma non lo preferivo io. Per quanto uno possa metterci tutto l'impegno e la professionalità possibile, un anno è poco per entrare con testa e corpo nel progetto. Invece così sì, visto che il cartellino è del Nettuno posso lavorare con tranquillità e la massima concentrazione".

Per capire allora la portata dell'acquisto del Nettuno, vale la pena snocciolare qualche dato di De Santis. 199 partite in massima serie, con l'esordio risalente al '97. Da lì 3,12 di media pgl carriera, e un'annata (il 2004) a dir poco inarrivabile. Tra regular season, semifinali e finali si parla di 15 vinte e 1 persa su 21 apparizioni totali. Per i più addentro le statistiche, solo 21 home run subiti in carriera, un rapporto K-Bb di 2,02 (per ogni base concessa ne lascia due al piatto) e una media K/9 (strike out su nove inning) di 7,67. Ma torniamo al Nettuno, e al suo pubblico. "E' una delle cose che mi ha convinto. Vedere tutta quella gente allo stadio, l'entusiasmo, mi ha fatto capire che sarebbe stata la scelta giusta. Sempre appassionato della propria squadra, mi ha anche sempre applaudito da avversario. Molto leale, così come nel Nettuno che al di là del Grosseto è la squadra con la quale ho maggiori legami tra i giocatori".

Ultima domanda. Come organizzerai la tua attività da qui in poi? "Nettuno e Grosseto sono vicine, se ci si pensa", dice, anche se quando gli parliamo delle migliaia di autovelox sull'Aurelia drizza bene le orecchie, "lavoro come informatore scientifico e posso organizzare con discreta flessibilità la mia attività. Di certo dal venerdì pomeriggio posso raggiungere la squadra ovunque essa sia, sia in casa che in trasferta, per essere a disposizione sia per la seconda che per la terza partita, come stabilito con Bagialemani. Mentre per gli allenamenti posso organizzarmi a Grosseto. Ho già avuto la piena disponibilità ad esempio del Roselle per prepararmi durante la settimana. Durante le vacanze di Natale comunque dovrei essere giù per iniziare a prendere contatto con la mia nuova squadra". 

A 32 anni si cambia vita dunque. Solamente l'anno dopo le finali del 2007, quando ci furono storie a dir poco tese tra Grosseto e Danesi, all'uscita dal campo di De Santis il pubblico di Nettuno gli riservò un lungo applauso, ricambiato, al termine di una bella prestazione in pedana, una delle tante. Non si parla d'amore, certo, perché se c'è una cosa che non deve essere chiesta a De Santis dai tifosi verdazzurri è dimenticare 25 anni di maglia biancorossa. Ma se c'è stima, è sicuramente reciproca.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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