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Gli Stati Uniti non si fermano, battuta anche l’Olanda

Il manager Eddie Rodriguez aveva parlato chiaro ieri sera. Niente distrazioni, niente cali di tensione, nonostante la qualificazione alla finale è sicura già da due giorni. E la nazionale statunitense in qualche modo ha dato retta al proprio manager. Passi per i tre errori in difesa, forse dovuto anche a quel po' di turnover nella formazione, passi anche per una situazione che al sesto la vedeva condurre solo per 1 a 0 con nove valide all'attivo, la sensazione è che nell'ultimo match della terza fase (giocato davanti a non più di cinquecento spettatori) contro l'Olanda gli Usa abbiano giocato in scioltezza, schiacciando l'acceleratore quando si è presentata la situazione giusta.

Infatti gli Usa battono sempre lungo, è dall'inizio del mondiale che è così e la cosa si ripete anche in un match apparentemente senza significato. Al secondo sbloccano l'incontro dopo esserci andati vicini già al primo attacco. Ike Davis, l'esterno sinistro dei nordamericani, spedisce la pallina oltre la recinzione al centro dopo aver visto i primi tre lanci su di lui del mancino Markwell. Subito dopo May batteva un doppio a destra, ma gli Usa non riuscivano poi ad allungare ulteriormente.

Markwell, assorbito il colpo, continuava nella sua sequenza che alternava con buona continuità poche veloci a molti lanci ad effetto, aiutato anche dalla difesa che girava due doppi giochi nelle prime tre riprese vanificando le quattro valide statunitensi. Dall'altro fronte Kiker, anche lui mancino, per due riprese controllava senza troppo affanno l'attacco orange. Poi al terzo si trovava di fronte all'unica situazione scottante della sua serata. Il secondo errore della difesa e due basi per ball, con due out, portavano Curt Smith a battere con basi cariche. Sul primo lancio si produceva in un buon contatto a sinistra che veniva raccolto al volo dall'esterno sinistro sul warning track.

Quarto inning, fiutato il pericolo gli Usa provano ad allungare. Ma è la ripresa di Randall Simon, il prima base olandese. Prima dà il via al terzo doppio gioco della serata, poi con basi cariche (per via di due basi ball e un singolo interno) ferma in tuffo una linea di Hulett e da terra assiste in prima all'accorrente Markwell.

Prima parte del sesto e gli Usa finalmente monetizzano. Kroeger apre il turno d'attacco con un doppio sulla recinzione di destra. Esce ancora fuori la difesa olandese. Statia, l'interbase, raccoglie al volo correndo con le spalle rivolte al piatto di casa un insidioso texas di Davis, subito dopo Decaster elimina May in prima con una bellissima assistenza in corsa su una battuta corta. Un punto con nove valide, ma con due fuori la ripresa prosegue con la base concessa ad Alvarez, e Hulett colpito. Basi cariche, singolo a destra dell'esterno centro Coats (terza della sua serata) che finalmente spinge a casa i punti del 3 a 0. Markwell è esausto, ma Delmonico lo lascia ancora in pedana ad affrontare prima Descalso (quattro ball) e poi, con tutte le basi occupate, il temibile Smoak. Il giovane designato batte valido, e complice anche un errore della difesa sul rilancio verso casa entrano altri tre punti. Sul 6 a 0 finalmente c'è il cambio di lanciatore, è la volta Bergman ma la frittata è ormai fatta. E gli Usa nemmeno pensano di fermarsi, altro singolo di Weber per il 7 a 0, prima dello strike out ai danni di Kroeger a chiudere una ripresa sanguinosa da sei punti che decide di fatto la gara.

C'è tempo comunque per vedere in pedana il mancino Geno Espineli, a sostituire un ottimo Kiker, una sola valida con sei strike out e due basi in sei riprese complete. Fisico dinoccolato e ghette anni '80. Ma a sorprendere è il lancio quasi "sottomarino" e il suo caricamento, che lo porta a spostare moltissimo verso il lato sinistro la gamba destra a cui fa seguito una rotazione completa di braccio e tronco. Nonostante la pallina entri nella zona di strike decisamente dal lato, l'Olanda lo battezza con singolo di Rombley, doppio di Statia e ancora singolo di Decaster per i suoi primi due punti dell'Olanda.

Le notizie provenienti da Firenze, con Cuba saldamente in vantaggio, erano il tassello che mancava all'attesa finalissima di domenica, per la quale si parla già di quattromila biglietti venduti. Il match è proseguito senza altri sussulti sino al definitivo 8 a 2. Applausi per tutti, anche all'Olanda che per le individualità viste allo Steno Borghese è indiscutibilmente la migliore formazione che possa esprimere l'Europa attualmente.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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