Battendo di più, undici valide contro cinque, difendendo meglio e chiudendo in maniera quasi "spietata" la partita con un nono attacco da cinque punti, la T&A San Marino fa sua la prima partita delle finali scudetto 2008. Per la Caffè Danesi Nettuno c'è da masticare amaro, molto amaro, e dimenticare in fretta un match tirato, vissuto su equilibri labilissimi ma che allo stesso tempo ha confermato che la formazione di Bindi non scenderà in campo in questa serie a fare da sparring partner. Tutt'altro…Allo Steno Borghese, davanti a circa cinquemila persone in una serata a dir poco perfetta per una partita di baseball, la formazione sammarinese riesce a mettere per le prime sei riprese il primo uomo in base. In qualche modo sarà una delle chiavi del match, far giocare sempre la difesa sotto pressione, seppure poi a conti fatti tutte queste occasioni non sono state sfruttate proprio a pieno. Al secondo inning il risultato si sblocca in favore degli ospiti. Dopo un doppio gioco su una battuta di Imperiali, viene concessa da Cruz una base ad Albanese e quindi due singoli consecutivi, di Matamoros e di Buccheri per l'1 a 0. Nella stessa azione Matamoros veniva eliminato a casa base. Poco prima, proprio Buccheri chiudeva il primo attacco della Danesi andando a prendere al volo una pallina al limite del fuoricampo. Una giocata che gli è valsa una standing ovation.

San Marino gioca con maggior piglio, mentre il Nettuno non riesce, al contrario dei dirimpettai, a mettere un uomo in base con meno di due fuori. A complicare le cose anche una difesa fallosa (tre errori in diamante nei primi quattro inning), fortuna vuole per la formazione tirrenica che Cruz in tre occasioni riesca a chiudere con il corridore in posizione punto.

Ma proprio mentre sembrava che l'attacco di casa co minciasse a prendere le misure ai lanci di un ottimo Hestrada, Rovinelli apre il sesto con un fuoricampo al centro. La Danesi si scuote, e alla seconda parte del sesto, sempre con due out, accorcia le distanze su base a Camilo, singolo di Peppe Mazzanti e altro singolo di Schiavetti, il primo uomo affrontato dal rilievo Figueroa. Poi Ambrosino, subentrato a Leo Mazzanti infortunatosi durante il match, resta al piatto girando a vuoto tre lanci con corridori in posizione punto. Al settimo il Nettuno ha l'occasione del pareggio in seconda, grazie al singolo di Duran e alla successiva rubata. Ma anche Ugueto resta al piatto. All'ottavo, con uno fuori, sette uomini affrontati e tre strike out su cinque eliminazioni complessive, termina la partita di Figueroa per Looney, il quale costringe Camilo ad un innocuo fly out e poi lascia al piatto Peppe Mazzanti. Anche il Nettuno all'ottavo aveva sostituito Cruz con Florian, il quale con nove lanci aveva archiviato l'attacco ospite. Ma al nono San Marino chiude i conti definitivamente. Con uno fuori arrivano due basi consecutive, un'eliminazione in diamante che porta i corridori agli angoli, un'altra base al lead off Buccheri. Con basi cariche in sequenza singolo di La Fera, texas dietro il sacchetto di seconda di Vasquez e doppio di De Biase, cinque punti per il 7 a 1 conclusivo.

"Non mi è piaciuto per niente l'atteggiamento della squadra, eravamo troppo molli e quando si gioca la finale le partite sono tutte difficili – ha detto Ruggero Bagialemani – domani avremo sicuramente modo di parlarne. Oggi il San Marino ci è stato superiore, comunque è solamente la prima partita della serie ed è ancora lunga".

San Marino riesce a centrare l'obiettivo nel match in cui effettivamente era favorito. Tre lanciatori a disposizione, e cambi fatti col giusto tempismo. "I tempi dei cambi erano più o meno pianificati, Figueroa sarebbe entrato a partire dal sesto inning. Poi al settimo, con il risultato assolutamente in bilico, ho pensato che Camilo contro un mancino avrebbe avuto meno possibilità di far fuoricampo". Queste le parole di Bindi, che può ritenersi più che soddisfatto. L'obiettivo di portar via almeno una partita da Nettuno è già stato raggiunto, e al primo colpo.

Conferenza stampa dopo gara-1: interventi di Bagialemani, Bindi, Schiavetti e Rovinelli

 

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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