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Difesa e monte di lancio per lo scudetto del Montepaschi

Una bella serie finale non c´è dubbio: equilibrio, emozioni, bel gioco in piu´ di un´occasione, buon livello tecnico. Dal baseball italiano di oggi non si può pretender di più. O si ?
Diciamo che siamo rimasti abbastanza delusi dal pubblico: certo quello del pubblico potenzialmente violento che obbliga a ricorrere a settori riservati, transenne divisorie e polizia e servizio d´ordine è un problema dello sport in genere ma che in uno sport dove gli stadi in genere sono vuoti le poche volte che gli spalti si riempiono si debba assistere a certi spettacoli è veramente triste. Non è questione di parte: in gara7 per quello che abbiamo potuto vedere si sono comportati peggio i nettunesi ma ci è stato riferito che la sera prima i tafferugli erano scoppiati a causa di una provocazione di alcuni grossetani. Insomma, come si dice, ‘il più pulito c´ha la rogna”. Del resto i primi responsabili sono gli uomini in campo: veniva da piangere dopo il terzo out di gara 7 nel vedere alcuni giocatori ed allenatori del Nettuno inseguire e aggredire alcuni arbitri che si trovavano poco oltre la prima base e cercavano di guadagnare gli spogliatoi, mentre altri giocatori laziali invitavano alla calma alcuni dei loro tifosi che si stavano un po´ surriscaldando vedendo la scena e pensando a chissà quale ingiustizia.
Ancora più triste a inizio partita sentire cori di insulti proprio mentre due ragazzini del Milano 1946 leggevano un messaggio in cui si chiedeva ai tifosi di comportarsi bene. Si badi bene si è trattato di una coincidenza i cori non erano rivolti ai ragazzi ma è stato significativo vedere come chi urlava non si rendesse minimamente conto di ciò che stava succedendo.
Se il baseball ha una speranza in Italia è nel diventare uno sport per famiglie e questi episodi di certo non vanno in questa direzione.
L´altra perplessità sul baeball italiano ci viene dal constatare alcune caratteristiche della squadra vincitrice dello scudetto. Il Montepaschi è una squadra ben preparata (testimone la grandissima difesa) e solida. Costruita secondo i canoni tradizionali visto l´ottimo livello difensivo dell´asse centrale (K Ramos, Marval, Dallospedale, A. De Santis anche se quest´ultimo nei playoff non ha giocato perchè infortunato) e con ottimi lanciatori partenti. Onore a Mazzotti per questo visto che lo bistrattiamo spesso e lo faremo anche un po´ nel seguito di questo articolo. Però si tratta di una squadra con 10 giocatori di ruolo contati (nove dopo l´infortunio di Andrea De Santis), senza nemmeno un catcher di riserva: Bischeri si sapeva dall´inizio che era infortunato ed ha già dato tanto girando la mazza, anzi non girandola vista la decisiva base ball di gara 6. Inoltre i lanciatori affidabili sono stati sempre 4 come testimoniano le parole di Mazzotti a fine gara 7: ‘non volevamo mettere Sena in una brutta situazione”. Scusate ma cosa è stato preso a fare il secondo lanciatore straniero, se non per salvare le partite del suo collega partente?
Insomma vedendo vincere una squadra che ha giocato con gli uomini contati, viene da pensare male su come sono state costruite le altre squadre.
Chi scrive ha visto di persona due delle sette partite di finale e deve riconoscere di aver visto del buon baseball, in cui i giocatori in campo hanno espresso quasi sempre il meglio di loro stessi. La leadership nella serie è cambiata tutte le volte che poteva cambiare. Ogni partita ha portato al pareggio della serie o al cambio di leadership. I lanciatori partenti grossetani hanno offerto delle ottime prove, se si eccettua Oberto in gara2 peraltro ben rilevato da un sorprendente Hale, ma anche i lanciatori laziali si sono ben comportati. L´attacco della Danesi non ha così mai dato veramente sfogo alla sue mazze pur producendo notevoli acuti con Giuseppe Mazzanti, Schiavetti e Camilo, mentre quello maremmano ha prodotto in linea con quello che aveva fatto vedere durante la regular season. Certo sono cambiati alcuni fattori: ad esempio Jairo Ramos è stato molto più esplosivo che in stagione regolare ma il risultato non è cambiato. Così se si eccettua forse gara3, finita 7-0 ma rimasta chiusa fino al settimo inning, tutte le partite si sono chiuse con scarti ridotti e sono state quindi avvincenti.
Appare quindi ovvio che in questo contesto a fare la differenza siano state le difese: buona e a tratti splendida quella del Montepaschi, fallosa in momenti decisivi quella della Danesi. Solo per fare l´esempio più significativo si pensi al punto del 5-0, poi rivelatosi determinante in gara7, segnato da Nunez che gli interni laziali avevano precedentemente graziato dopo che era stato colto fuori base da Florian con un buon pick-off. Sempre per parlare di simboli la differenza più sostanziale tra le due difese si è vista nel ruolo di interbase. Proprio Schiavetti (peraltro micidiale in attacco) si è fatto sfuggire la palla ed a permesso a Nunez di tornare salvo in prima; anche il punto del 4-0 è entrato su un errore di Schiavetti. D´altro canto Marval, eletto MVP delle finali e autore di giocate meravigliose per tutti i playoff, ha assistito per una eliminazione chiave in terza al secondo inning senza la quale Nettuno avrebbe avuto uomini agli angoli ed un out. Con Mikkelsen chiaramente innervosito da un brutto errore di Ermini che aveva mandato in base Giuseppe Mazzanti forse avremmo visto un´altra partita. Mikkelsen era partito palesemente senza forzare e cercando il contatto degli avversari per ottenere out veloci e con la chiara intenzione di lanciare tutta la partita.
La partenza sconcertante di Carrara gli ha consentito di gestire i battitori laziali che sotto 3-0 al primo inning non potevano certo andare troppo per il sottile nell´aspettare possibili cali di rendimento del pitcher del Montepaschi e hanno dovuto giocare aggressivi.
In effetti l´inizio della partita ha sorpreso un po´ tutti: il pitcher italo venezuelano del Nettuno non aveva il controllo dei propri lanci, non entrando mai in strike con i lanci ad effetto e lasciando spesso la dritta alta nella zona: ecco spiegati così i tre singoli iniziali, tutte battute secche all´esterno centro. Mazzotti ha letto bene la situazione e non ha ordinato il bunt a Dallospedale ma anzi è ricorso ad un più consono batti e corri. Con i battitori biancorossi liberi di girare la mazza e Carrara in affanno il 3-0 è arrivato abbastanza naturalmente anche se sorprendentemente la battuta che ha fatto più male è arrivata da Lollio, opaco a dir poco per tutte le finali. Il Montepaschi avrebbe potuto anche mettere a segno qualche punto in più se Kelly Ramos non si fosse fatto cogliere fuori base (peraltro infortunandosi alla caviglia).
Nettuno dal canto suo trovava due lunghe volate prese sulla warning track , ma perdeva la maggior parte dei duelli con Mikkelsen abboccando ai difficili strike serviti dall´americano e producendo deboli pop e battute in diamante. Nei primi otto inning i nettunesi hanno toccato la miseria di 4 valide pur subendo solo 5 strike out di cui il primo al terzo inning. In quella occasione Mikkelsen aveva subito la prima valida della partita con 0 out e aveva la necessità quindi di ottenere un out senza mettere il corridore in posizione punto. Per fare un paragone attendibile in gara 1 e gara 4 Mikkelsen aveva messo 15 k in 14 riprese, segno che la tattica almeno nei primi inning è stata diversa.
Ad onore della Danesi va detto che ha cercato sempre di recuperare girando la mazza e senza cercare di approfittare dell´infortunio di Kelly Ramos giocando dei bunt o mandandolo in base quando era il suo turno di battuta. Una scelta corretta e non richiesta visto che di giocare con un giocatore praticamente fermo è stata una volontà del Grosseto e non certo una responsabilità del Nettuno.
Al quinto inning Nettuno ha scelto di togliere Carrara dopo che , con un out Dallospedale aveva battuto il suo terzo singolo della serata. Vero che stava per arrivare in battuta un mancino ma Carrara dopo il brutto inizio era apparso rigenerato e nelle riprese dalla seconda alla quarta aveva eliminato 9 uomini su 10 affrontati. Grosseto ha punito la scelta di Nettuno allungando subito con il singolo di Jairo Ramos e l´errore di Schiavetti. La seconda metà della partita si è dipanata procedendo in modo apparentemente inesorabile verso la vittoria della Montepaschi, con i biancorossi che hanno approfittano delle altre incertezze difensive già raccontate per mettere a segno il 5-0 e Mikkelsen che ha gestito i laziali in modo autorevole e chiudendo l´ottava ripresa con il minimo sindacale di 3 uomini al box.
Questo ha aumentato ancora di più la costernazione dei tifosi maremmani nel vedere l´americano caricare le basi senza out al nono con un evidente crollo nervoso. Mikkelsen però si è ripreso e ha raschiato il barile delle sue ultime energie mettendo al piatto prima Giuseppe Mazzanti e poi Tavarez. A quel punto sembrava fatta, visto che il turno alto del line up laziale era passato. Invece proprio Leonardo Mazzanti, a 4 su 24 fino a quel momento nelle finali, ha messo a segno il singolo del 5-2. Quì secondo noi ha sbagliato Mazzotti a non mettere un rilievo: Mikkelsen aveva perso lo shutout ed era in netto calo. Tutti i rilievi erano pronti da un pezzo, ovviamente. Mazzotti ha aspettato altri due uomini per cambiare il suo partente ed ha messo Ginanneschi contro Schiavetti (11 su 23 nella serie fino a quel momento) invece che contro Parisi (4 su 13) o meglio ancora Castrì (1 su 5) e quando non c´era più margine di errore, visto che si era sul 5 a 4 e c´era un uomo in posizione punto.
Per fortuna dei maremmani il loro capitano ha lanciato bene e dopo aver messo uno strike sul filo interno ha fatto abboccare Schiavetti ad una palla esterna che ha provocato una volata abbastanza tranquilla verso il guanto di Nunez e dato il via ai meritati festeggiamenti.

Ivano Luberti

Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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