Il “Gap” tecnico tra serie A1 e Serie A2 baseball

Angelo Introppi ci invia le sue considerazioni sulle riforme annunciate per il Campionato di Serie A2 con richiesta di pubblicazione. Le inseriamo integralmente.Il testo ricevuto


Oggi parlo di A2 baseball, campionato a me tanto caro, dato che sono lombardo, esattamente di Lodi, e collaboro con il quotidiano della provincia lodigiana ‘Il Cittadino” seguendo proprio le vicende del baseball di A2 che vede coinvolte ben due squadre, Old Rags Lodi e Codogno. Ebbene, ho letto delle vicende della consulta dei presidenti di A2 in quel di Bologna e devo dire che sono rimasto molto soddisfatto nel riscontrare che tutte le società di A2 erano presenti direttamente o per delega. E’ sicuramente un bel segnale da parte delle società, un segno tangibile che non vogliono accettare supinamente quello che gli viene propinato, insomma vogliono dire la loro, ne hanno il sacrosanto diritto, anche perché il campionato sta in piedi grazie ai sacrifici di quello sparuto numero di dirigenti che molte volte si domandano chi glielo fa fare ad andare avanti. Nella consulta di Bologna è saltato fuori il fatto che i visti per gli atleti stranieri da destinare alla A2 baseball erano soltanto 10 e quindi non ci sarebbe stata la possibilità di andare a tesserare l’atleta straniero.
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di andare nel mio archivio elettronico e verificare le parole rilasciate dal Presidente Riccardo Fraccari nell’intervista del 21 ottobre 2004 redatta da Mino Prati ed apparsa su Baseball.it alle ore 9,27. Il passaggio più significativo riguardante la A2 era questo: ‘…Io credo che certamente le cose debbano essere riviste. Lo scalino fra A1 e A2 deve essere ridotto, alzando il livello dell’A2, e non abbassando quello dell’A1….”
Voglio porre una domanda a tutti voi che mi leggete. Ritenete che togliere l’atleta straniero in A2 possa contribuire a ridurre l’attuale ‘gap” tra serie A1 e serie A2 baseball?
Dal sito ufficiale della Federazione Baseball leggo che il Consiglio Federale di sabato 27 novembre ha poi deciso di mantenere il tesseramento dell’atleta straniero nella A2 baseball, solo per la prossima stagione 2005.
Adesso la domanda è un’altra, e la rivolgo al Consiglio Federale. C’è in cantiere una soluzione per diminuire il gap tra serie A1 e Serie A2 baseball?
A mio giudizio, per esperienze personali vissute dopo anni di A2 baseball, il tesseramento dell’atleta straniero in questa categoria vada mantenuto, perché crea spettacolo, catalizza l’attenzione dei giovani atleti nostrani. Addirittura si potrebbe dare la facoltà alle società di poterlo schierare sul monte di lancio in una partita, magari quella del sabato pomeriggio. Così facendo, alcuni pitcher troppo ‘chiusi” in A2, andrebbero a giocare in Serie B, alzando il livello tecnico di questa categoria. Piuttosto, toglierei uno straniero in A1, dato che cinque mi sembrano davvero tanti, soprattutto che adesso potrebbe anche passare il fatto di poterli schierare tutti contemporaneamente. Cinque giocatori stranieri su dieci che scendono in campo mi sembrano un po’ tanti, specialmente adesso, con il CONI che sta predicando di tornare all’italiano, di tutelare giustamente i vivai. A mio avviso, da subito, le squadre di serie A1 devono essere obbligate a schierare un determinato numero di giocatori di scuola italiana, un massimo di tre giocatori stranieri, e concludere la formazione con atleti italiani di ‘scuola straniera”. Per i ‘tagli” due tesseramenti a disposizione. Tra gli ‘oriundi” ci sarà sicuramente qualche talento che verrebbe anche buono per la rappresentativa nazionale, dove il numero di atleti di scuola estera andrà regolamentato. Squadre di A2 con lo straniero ed a loro volta obbligate a schierare un numero di atleti di scuola italiana con facoltà di ingaggiare un numero massimo di italiani cresciuti all’estero. In serie B atleti italiani ed atleti italiani di scuola straniera. Se vogliamo dare ossigeno a tutte le categorie penso si debba fare così. Se l’obiettivo è invece quello di creare un campionato di Serie A1 di pura elite, vada per i cinque stranieri in contemporanea, anzi, lasciamo piena libertà ai tesseramenti, giusto per creare spettacolo, presentare ai mass-media un prodotto di grande qualità. Chi ha i mezzi finanziari si iscrive alla massima serie, gli altri fanno attività nelle serie minori, A2 compresa. Attenzione, il potenziale rischio è quello di fare, progressivamente, la fine dello sport di ‘nicchia” come, a mio personale e sindacabile giudizio, è successo all’hockey su ghiaccio.
E’ chiaro che le decisioni da prendere sono prettamente politiche ed inevitabilmente accontenteranno una fetta di persone, scontentandone delle altre. Potrebbe anche prendere corpo l’ipotesi di un clamoroso scisma e della nascita della prima, storica, ‘Italian Indipendent League”. Staremo a vedere.

Alessandro Labanti

Webmaster e responsabile del dominio Baseball.it

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