Succede anche questo. Succede che manca un solo strike alla fine di una partita, che con il pensiero si è già proiettati a quanto è atteso a breve, ed invece arriva la più scottante delle sorprese. Così al cronista capita di dover smontare l'articolo appena scritto e pronto ad essere inviato, dove si parlava del passaggio in finale del Grosseto, e di dover ricominciare tutto da capo. E per i protagonisti in campo si tratta di tornare in campo l'indomani, quando già si pensava alla finale o al termine delle fatiche stagionali.
Probabilmente è successo questo alla Prink, si pensava di aver vinto ma non si erano fatti i conti con la Danesi Nettuno, che a perdere una semifinale 4 a 0 non ci stava proprio e infatti tra ottavo e nono riusciva a confezionare una rimonta quasi incredibile. Nel dopo partita volti scuri in casa Grosseto e poca voglia di parlare, lo fa il presidente Claudio Banchi, che commenta questo colpo di coda del Nettuno quando la vittoria sembrava ad un passo, ad uno strike. "Un colpo di coda in negativo è stato nostro, del Grosseto, perché abbiamo fatto degli errori abbastanza macroscopici nel momento decisivo della partita, quando c'era da chiudere. All'ottavo e al nono inning abbiamo messo in fila tre errori che hanno inciso sul risultato finale. Senza nulla togliere al Nettuno, però credo che questa partita nel bene e nel male l'ha giocata il Grosseto". Domani avete ancora il match point, cambia poco. "Cambia che bisogna vincere un'altra partita per raggiungere questa finale, che è il nostro obiettivo. Adesso aspettiamo domani, e giochiamo tranquillamente il match. Altrimenti vorrà dire che la serie tornerà a Grosseto". Nel finale di partita c'è stato un po' di nervosismo, al di là di quello che ha fatto Bagialemani. Cose che succedono, o c'è qualche cosa di più? "Io penso che ci sia stata qualche reazione rispetto a qualche battuta, qualche sfottò che è stato fatto in campo, ma sono cose normali e mi sembra tutto molto contenuto".
L'assoluto protagonista della serata è invece l'esterno nettunese Alessandro Paoletti, che ha spinto a casa tutti e cinque i punti della sua squadra, tra cui quel doppio al nono quando le basi erano cariche. "Era un doppio che cercavo e che finalmente ho trovato, per fortuna proprio nel momento giusto, quando serviva per vincere la partita – racconta – questa non è stata per me una stagione molto positiva, né all'inizio né nella fase finale". Eppure in queste semifinali stai battendo molto, anche a Grosseto avevi un 2 su 4… "ed una linea direttamente sul guanto del terza base. Ripeto, è bene che il momento giusto sia arrivato proprio adesso, quando serviva più che mai". L'espulsione di Bagialemani pare vi abbia dato la scossa giusta. "In un certo senso sì, ma la squadra c'era e c'è tuttora, penso che meritavamo questa vittoria. Domani è un'altra partita, in una situazione simile sotto per 3 a 0 potevamo solamente cercare di vincere e così è stato. E speriamo di farlo anche domani sera e di tornare a Grosseto".

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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