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Rovinelli: “Sento che faremo qualcosa di grande”

Il catcher dell'Italia Vince Parisi ha vissuto da vicino l'arrivo a casa di Aaron Fera, che ha segnato il primo punto canadese e forse cambiato il corso della gara: “Non saprei dire se era salvo” ha onestamente confidato Parisi “La palla era alta e lui era oltre me quando ho cercato di toccarlo. Di sicuro l'ho toccato, ma non ho idea se prima o dopo che lui era arrivato a casa base”.

Igor Schiavetti esprime tutto il rammarico degli azzurri: “Peccato, ci siamo andati vicini ancora. Ci manca davvero poco per essere alla pari delle migliori. Credo che il nostro problema sia la battuta, non riusciamo a dare continuità”.
Bisogna anche ammettere che oggi la difesa non ha funzionato bene: “Mah, errori clamorosi non ne ho visti”.
Ma sono mancate le piccole cose, gli automatismi: “E' mancato qualcosa, sicuro, ma credo sia anche giusto sottolineare che si sta giocando su campi che non sono degni di un Mondiale”.

Dean Rovinelli esce scuro in volto. La qualificazione alla seconda fase sembra sfuggire agli azzurri, ma il prima base mantiene l'ottimismo: “Siamo una squadra con delle qualità e io sono convinto che faremo qualcosa di grande prima della fine del torneo. Lo ha fatto la nazionale del 2002 qui a Cuba contro Panama, dobbiamo provare a fare qualcosa del genere. Se andiamo in campo convinti, possiamo battere tutti”.

Il lanciatore canadese Brent Crowther esulta soddisfatto: “Una bella vittoria! Vincere con la maglia del Canada è sempre un onore. Ormai ho chiuso la mia carriera da professionista” (Crowther è arrivato fino al Triplo A, n.d.r.) “Lavoro prevalentemente come istruttore, ma quando il Canada chiama rispondo sempre”.
Cosa è cambiato dopo il primo inning? “Loro all'inizio hanno preso qualche buco, dopo credo di averli tenuti a bada. Sono partite poche volate e pochi line drive. Io lancio così, palla bassa per far battere a terra”.
Come giudichi l'Italia? “Non è male. Per la mia esperienza da professionista posso però dire che ai vostri battitori manca un po' di rapidità con la mazza. Rispetto alle squadre dei Caraibi o asiatiche, i vostri battitori mi sono sembrati meno efficaci sulla palla dritta interna”.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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