Troy Pickford, lanciatore di Singolo A con i Detroit Tigers, osserva quasi incuriosito la festa a sfondo patriottico e accompagnata dall'immancabile 'sirtaki' che la sua delegazione improvvisa in campo. Non si stanca di ringraziare chi gli fa complimenti e di firmare autografi.
E' d'accordo con noi quando citiamo la seconda ripresa come momento decisivo della gara: “Sì, ero in un brutto momento e quell'out a casa base è stato davvero molto importante”.
Come mai quella crisi di controllo? “Mah, sono 2 settimane che non lancio contro un battitore. Vedrai che la prossima volta che lancio darò meno basi ball”.
Fabio Milano accetta la sconfitta: “E' baseball. Potevamo vincere noi o loro, ci è andata male”.
E adesso? “Niente, non è successo niente. Dobbiamo stare tranquilli e giocare una partita alla volta”.
La difesa non ti ha aiutato…”Mah, gli errori fanno parte del gioco. Parisi è stato molto sfortunato sul tiro a casa al nono”.
Giampiero Faraone nasconde la delusione dietro un sorriso: “La sconfitta non cambia nulla. O meglio, cambia il fatto che diventa ancora più importante vincere domani e dopo domani. Eravamo qui per vincerne cinque, ne abbiamo persa una ma non deve essere una catastrofe”.
Questa volta però qualcosa da rimproverarvi l'avete: “Ma no, quello che è successo in campo è gioco”.
Anche mandare La Fera a casa al secondo inning con un out? “Certo. Se avesse fatto un tiro spostato di mezzo metro avrebbe segnato e non saresti qui a farmi questa domanda”.
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