Oggi, per la prima volta da quando sono qua a Sherbrooke, mi sono avventurato a fare un giro per il centro, approfittando del fatto che, dopo la partita dell'Italia contro la Spagna, il programma odierno non proponeva incontri di grandissimo interesse, visto che le sfide stellari delle semifinali sono in programma domani. Sono quindi salito su un autobus, che poi è il solito che, dopo aver fatto un giro assurdo e essersi fermato almeno 10 minuti nella stazione centrale dei bus cittadini, porta fino all'università di Sherbrooke, la nostra residenza; ormai salgo almeno un paio di volte al giorno sui bus della CMTS (la società di trasporti di Sherbrooke), e al di là della pessima organizzazione di cui ho già parlato, ho imparato ad apprezzarne la puntualità. Tra l'altro, gli autisti non devono essere molti, visto che almeno due o tre volte ho incontrato lo stesso signore barbuto che ormai mi riconosce e non mi chiede più di esibire il pass che l'organizzazione ci ha fornito, che vale come biglietto per qualsiasi linea fino alla fine del torneo.

Sceso alla fermata del centro, mi sono incamminato lungo una via pedonale laterale che avevo già notato passando con la macchina per King Street, che poi non è altro che la Main Street del paese; la strada in questione è piena di locali, bar e pub con tavolini all'aperto, ma tutti abbastanza deserti nonostante oggi a Sherbrooke splendesse un bel sole che sicuramente invitava a stare all'aria aperta. Il paese in sé, o almeno il suo cuore, aveva un non so che di tetro, e il fatto che molti negozi siano chiusi per ferie o per ristrutturazione non aiutava certo a rallegrare il luogo.
Avendo bisogno di cambiare alcuni euro in dollari canadesi, mi sono messo a cercare una banca, immaginando di trovarne a decine in centro città; invece, dopo un buon quarto d'ora di cammino, l'unica cosa che ho notato è stato un vecchio edificio con iscritto nella pietra, nella parte superiore “Banca di Montreal”, ma che, dall'esterno, sembrava più un ufficio pubblico che una banca. Le mie perplessità sono state confermate quando, all'interno, un'impiegata mi ha detto che mi trovavo nella sede originaria della “Banque de Montreal” a Sherbrooke, ma che essa si era spostata da diversi anni, e che, comunque, le banche a quell'ora sarebbero state tutte chiuse (effettivamente, erano già le 17…). Alla mia domanda su dove potessi trovare un ufficio di cambio, mi ha sorpreso l'enorme cortesia dell'impiegata, che insieme ad una collega si è messa a cercare sulle pagine gialle il numero di telefono di alcuni di essi, arrivando addirittura a chiamarli per sapere se a quell'ora erano ancora aperti. Dopo aver sfogliato per una decina di minuti l'elenco del telefono, che qua è un tutt'uno con le pagine gialle, e aver fatto 4 o 5 telefonate, la signora mi ha annunciato con aria dispiaciuta che, a quell'ora, tutti gli uffici di cambio erano già chiusi; dopo averla ringraziata per la cortesissima ricerca, sono uscito e ho proseguito la mia camminata, incontrando dopo meno di due minuti…un ufficio di cambio aperto. E se invece di essere cortese l'impiegata mi avesse preso in giro?

Altra idea relativa alla viabilità da importare in Italia: qui in Canada, i semafori pedonali sono composti non solo dalle classiche lucine colorate, ma anche da un cronometro che scandisce il tempo che manca allo scattare del semaforo rosso. Mi sembra una cosa intelligente…da noi, quando si arriva in prossimità di un incrocio, non si riesce mai a capire se ce la si può prendere comoda, e passeggiare tranquillamente o se c'è bisogno di accelerare il passo per evitare di intralciare il passo. A proposito, qua è anche esemplare come non ci sia neanche un pedone che attraversi con la luce rossa, anche se la strada è libera, mentre da noi molti il semaforo non lo guardano quasi neanche (compreso il sottoscritto, che infatti ha già ricevuto un discreto numero di colpi di clacson di rimprovero dagli automobilisti canadesi).

Momento topico della giornata: l'acquisto delle cartoline (se c'è qualcuno di voi che ha sempre un'idea riguardo cosa scrivere sulle cartoline, mi mandi una mail…io sono sempre a corto di idee, e finisco per scrivere sempre le solite cose). Sono entrato in un piccolo market adiacente alla fermata centrale dei bus, al cui esterno era chiaramente indicata la vendita di cartoline; non avendole trovate ho chiesto lumi al commesso, che mi ha risposto “se vuoi te le mostro, ma sono così brutte che non le esponiamo neanche…”. Dopo averlo ringraziato per l'onestà, e aver verificato che, effettivamente, raramente avevo visto cartoline così insignificanti ( una ritraeva un tipo che faceva Windsurf…a Sherbrooke?!?!), ho ripiegato su un pacchetto di nachos, e quando ho pagato, ridendo, il commesso ha esclamato “grazie”, in italiano. Per un'attimo, dimenticando di indossare la maglietta azzurra con il marchio FIBS, ho pensato di avere un aspetto (oltre che poco intelligente, come sosteneva qualcuno…) tipicamente italiano; il commesso ha sciolto i miei dubbi indicandomi il marchio sulla maglietta, e aggiungendo in inglese “non parlo italiano, ho soltanto visto 'Il Padrino' ieri sera in TV”.

Alla mensa, ho incontrato una cameriera piuttosto anziana che, mentre guardavo nei meandri del mio portafoglio alla ricerca del buono pasto valido per la giornata di oggi, mi ha chiesto prima dove avessi imparato a parlare inglese, e poi come si dicesse 9 (cioè la data odierna) in italiano, per poi mettersi a gridare divertita “il ne trouves pas le NOVE”(chissà cosa c'era da ridere…). Per fortuna, pochi secondi dopo, la mia ricerca ha dato esito positivo, e sono stato così in grado di zittirla consegnandole nervosamente in mano il buono.

Per l'angolo “mi manda Lubrano”…se venite da queste parti, state attenti a non farvi ingannare dalle tariffe apparentemente favolose associate ad alcune carte telefoniche, che promettono di farvi parlare da qua in Italia, con soli 5 dollari canadesi(circa 3 euro), per più di due ore. Se state attenti e leggete le righe “in piccolissimo” nella parte inferiore della scheda, capirete che le due ore vi spettano se fate una sola chiamata senza interruzioni, ma che ,ad ogni nuova telefonata, soltanto alla risposta vengono scalati circa 2 dollari, e in più ogni volta che agganciate l'apparecchio, la scheda si mangia il 15{e4abdbca72ed88b21dc70cf6a38a47d8b7a7e00da4ce0d0d3ce3dc90bc3e2eb4} della cifra rimanente. In teoria conviene stare al telefono tanto, ma chiamare raramente…in pratica è una fregatura.

Stamattina a colazione, ho assaggiato un altro dei mille succhi di frutta che ho visto in queste settimane; si tratta di un liquido di colore blu scuro, che, per evitare di “sprecare” uno dei fatidici 5 oggetti che ci sono concessi, ho assaggiato prima di passare dalla cassa (credo che qua ciò sia una specie di reato da codice penale, ma per fortuna nessuno mi ha visto). Della mia scelta sono rimasto pienamente soddisfatto, visto che si tratta (credo) di un misto di succhi di frutti di bosco; domani, sempre che farò in tempo ad entrare nella “cafeteria” prima della chiusura (a proposito, oggi sono arrivato a 6 giorni consecutivi di colazione…Joe di Maggio, se fosse vivo, starebbe tremando), spero tanto di ritrovarlo, nel reparto bibite.

Infine, mi scuso con tutti i conoscitori della lingua francese; la scrittura corretta del piatto locale di cui parlavo ieri è “poutine”. Sono stato corretto dal giornalista di Sherbrooke che ieri sbirciava il mio articolo, e che insiste perché io lo assaggi almeno una volta; dubito fortemente di accontentarlo…

Matteo Gandini

Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.

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