L'avversario non era di quelli che ci potevano impensierire, come già sapevamo avendoli incontrati lo scorso anno all’europeo – esordisce il coach azzurro Fabrizio Butteroni, commentando la vittoria dell’Italia sulla Spagna – all'inizio abbiamo fatto la nostra solita partita, siamo partiti lenti, eravamo abbastanza molli, poi in seguito abbiamo preso le misure e siamo riusciti ad affrontare la partita nel miglior modo possibile
Cosa ti ha deluso di più, di questa spedizione canadese?
Sai, non è facile giocare contro questi avversari che come ti avevo già detto sono fortissimi, di un’altra dimensione; anche fisicamente li abbiamo visti tutti, sono già dei giocatori fatti. L’unica cosa che personalmente non mi ha deluso, ma mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca è, ripeto, l’atteggiamento mentale della squadra; si può perdere, e con certi avversari si perde; solamente, si entra in campo con un altro spirito, soprattutto fino a quando non si è perso. Le nostre partite ci dovevano servire soprattutto per migliorare, per fare le nostre esperienze, e quindi, magari, di cercare sia in difesa che in attacco di non buttare via gli inning. Alla fine della partita quello che contava era senz’altro la qualità, poi, purtroppo, la quantità contro questi avversari è dura. Però, la qualità era importante
Cosa pensi del futuro di questa nazionale?
Penso, vista l’età giovane della squadra, di aver gettato le basi per un lavoro che spero sarà buono nei prossimi anni; soprattutto, i nostri lanciatori che si sono comportati nel modo migliore sono Maestri e Modica, ed entrambi rientreranno nel limite di età anche il prossimo anno. Noi ci aspettiamo un miglioramento sia da parte loro che degli altri che saranno ancora in età buona; un invito che faccio ai giocatori che escono da questa esperienza, e dal giro della nazionale juniores, è quello di continuare a lavorare, di considerare un’esperienza questo campionato mondiale e di continuare a lavorare duro, per poter andare avanti. La nazionale juniores non deve essere un punto d’arrivo; anzi, è un punto di partenza per arrivare a giocare il più in alto possibile
Qual è il tuo giudizio finale sull’intera trasferta, compresa la Capital Cup?
Quando siamo arrivati eravamo carichi, vogliosi di far bene, e alla Capital Cup abbiamo fatto bene; devo dire che la squadra al torneo a Ottawa si è comportata benissimo, e qui è venuta fuori la qualità delle partite. Abbiamo perso sempre, ma la qualità era diversa, in quanto abbiamo giocato fino in fondo, abbiamo giocato aggressivi, e non sono sicuro che gli avversari ci abbiano snobbato, perché quando vai in campo vuoi sempre dare il massimo. Magari loro venivano da delle preparazioni più pesanti della nostra, quindi erano un po’ imballati, però noi siamo usciti a testa alta da Ottawa. Quando siamo arrivati qua, forse abbiamo risentito della Capital Cup, che per noi è stata un po’ un’arma a doppio taglio; eravamo un po’ sulle gambe, e incontrando queste velocità e questi giocatori quando non sei al 100{80d37feb7c5198205d07d4377c0db50050a11b540bc12046d6f98be6767a0894} della forma fisica, i risultati sono quelli che abbiamo visto coi nostri occhi. Eravamo fermi dopo tre o quattro inning, la mazza non andava più, in difesa eravamo sulle gambe, e sono venuti fuori i risultati che tutti hanno visto

Contenuta la gioia del lanciatore vincente Matteo Modica: Siamo scesi in campo con spirito giusto; oggi, secondo me, abbiamo giocato concentrati, perché visti i precedenti dei giorni scorsi non volevamo certo perdere questa partita. Gli spagnoli, comunque, non sono certo allo stesso livello delle squadre che abbiamo affrontato nei turni precedenti”
Cosa pensi della esperienza canadese?
E’ stata una buona esperienza, che ci permetterà di crescere, sperando magari un giorno di arrivare ai livelli degli avversari che abbiamo affrontato qua

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